marco bellezza nicola zingaretti

VI RICORDATE LE NOMINE PER LE AUTHORITY? NO? TI CREDO, SONO FERME DA MESI. E IN LIZZA CI SONO SEMPRE GIACOMELLI PER L'AGCOM (UN DIPLOMATO AL CLASSICO DOPO PROFESSORI UNIVERSITARI E CONSIGLIERI DI STATO) E NIENTEPOPODIMENO CHE MARCO BELLEZZA, L'AVVOCATO DI FACEBOOK, PER IL GARANTE DELLA PRIVACY. L'UOMO CHE DIFESE IL GIGANTE CONTRO LA MADRE DI TIZIANA CANTONE, DOVREBBE POI PUNIRLO E REGOLARLO. ANNAMO BENE

DAGONEWS

 

Marco Bellezza

Avete più sentito parlare delle nomine nelle authority, ormai scadute da tempi imbarazzanti pure per la flemma italiana? In ballo ci sono due posti chiave per la società e la politica italiane, ovvero l'AgCom e il Garante per la Privacy. Due organismi che quando nacquero – in un'era quasi analogica – avevano un ruolo importante ma non di primo piano, la prima concentrata soprattutto sulla tv, la seconda alle prese con la prima normativa italiana sulla riservatezza.

 

Oggi sono fondamentali per la vita politica e civile, visto che tutto passa attraverso internet e la gestione dei nostri preziosi dati. Eppure al momento hanno al vertice due anatre non zoppe, ma proprio già defunte e impagliate, due presidenti che hanno già ''smontato'' le rispettive truppe in vista di cambi al vertice che da oltre sei mesi sembrano imminenti e invece sono paralizzati.

 

E, come se non bastasse, i nomi che circolano fanno storcere il naso a molti. Nel caso dell'AgCom, in pole position c'è Antonello Giacomelli, già sottosegretario Pd con delega alle comunicazioni, che quindi ha competenze sul campo ma sicuramente non il cv che richiederebbe la legge. L'art. 2, comma 8 della legge 14 novembre 1995, n.481, che istituisce le Authority, prevede che i componenti siano scelti tra persone dotate di alta e riconosciuta professionalit e competenza nel settore.

 

ANTONELLO GIACOMELLI

Questi requisiti si applicano, a maggior ragione, al presidente, non a caso in passato abbiamo avuto due professori universitari (Cheli e Cardani) e un alto magistrato (Calabrò). L'onorevole Giacomelli ha invece solo il diploma di maturità classica…

 

L'altro nome è ancora più problematico. Si tratta di Marco Bellezza, avvocato, già consigliere giuridico del vice premier e ministro dello sviluppo economico Di Maio, che in quella veste seguì l'iter della direttiva copyright presso il Consiglio europeo, nel cui ambito il Governo italiano si è espresso, il 20 febbraio 2019, contro l'approvazione della direttiva stessa.

 

L'avv. Bellezza è stato legale di Facebook in alcuni procedimenti giudiziari, fra i quali una causa al Tribunale di Roma andata in decisione appena pochi giorni prima della riunione del Consiglio europeo (1a sentenza reca la data del 30 gennaio 2019 ed è stata depositata il 15 febbraio), conclusasi con la condanna di Facebook per violazione del diritto d'autore e per diffamazione perpetrate in danno di RTI.

 

Bellezza è stato difensore di Facebook anche in un procedimento intentato dalla madre di Tiziana Cantone, la ragazza suicidatasi nel 2016 dopo il linciaggio social. Anche in quella occasione la piattaforma è stata condannata per la mancata rimozione dei contenuti.

Marco Bellezza con Zingaretti

 

Dell'avvocato ha parlato anche un articolo del ''Foglio'' di qualche mese fa. Ovviamente sarebbe nominato alla Privacy in quota 5 Stelle, soprattutto se all'AgCom dovesse andare un uomo del Pd. Cioè l'uomo che in Italia ha rappresentato la piattaforma che più ha guadagnato con i dati personali, al centro dello scandalo Cambridge Analytica, con decine e decine di cause in Europa per la gestione delle informazioni, diventerebbe colui che dovrebbe punirla e regolamentarla. Qua siamo oltre il conflitto d'interessi…

 

 

2. MARCO BELLEZZA, L’AVVOCATO DI FACEBOOK

Luciano Capone per www.ilfoglio.it per 23 Febbraio 2019

 

Tutti sanno che al governo c’è l’autodefinito “Avvocato del popolo”, ma nessuno sa che c’è anche l’avvocato di Facebook. Sia perché è legale del colosso del web, sia perché – in un certo senso – attraverso il suo ruolo nel governo italiano sta portando avanti la stessa causa di Mark Zuckerberg contro la direttiva europea sul copyright. Si tratta di Marco Bellezza, consigliere giuridico per le comunicazioni e l’innovazione digitale del vicepremier Luigi Di Maio (con stipendio di 100 mila euro all’anno) e storico avvocato di Facebook. Il Foglio aveva già dato conto di questa anomalia (articolo del 15 dicembre 2018 di Eugenio Cau), ma ciò che appariva come una commistione di interessi ora assume i contorni del conflitto d’interessi.

 

 

 

antonello giacomelli

Mercoledì infatti il governo italiano si è espresso contro l’approvazione della direttiva europea sul copyright, frutto di un compromesso tra Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue. Con questo voto l’Italia ha abbandonato la sua posizione storica di difesa del diritto d’autore insieme a paesi come la Spagna e la Francia e si è schierata con il blocco minoritario di paesi come Olanda, Lussemburgo, Finlandia e Polonia. Ha sposato cioè posizioni simili a quelle dei big del web, che si oppongono all’articolo 11, sul bilanciamento della torta dei profitti tra gestori di servizi online ed editori, e soprattutto all’articolo 13, che rende i social network e le piattaforme in una certa misura responsabili dei contenuti e delle violazioni del diritto d’autore. Su questi punti l’Italia, soprattutto per volontà del M5s, ha la stessa posizione di Facebook (e di Google, YouTube e tutti gli altri “over the top”).

 

 

 

ANGELO CARDANI

Si tratta, naturalmente, di una posizione politica legittima. Il problema è che a occuparsi del dossier sulla direttiva europea è proprio il consigliere giuridico di Di Maio, Marco Bellezza, che difende Facebook in numerose cause sul diritto d’autore. Per una strana coincidenza temporale, una di queste è andata a sentenza il 15 febbraio, pochi giorni prima del voto dell’Italia contro la direttiva: è la causa vinta in primo grado da Mediaset per violazione del diritto d’autore e diffamazione, illeciti dovuti alla pubblicazione sul social network di link non autorizzati. La sentenza afferma per via giurisprudenziale ciò che il colosso di Mark Zuckerberg non vuole venga stabilito per via legislativa con la direttiva sul copyright, ovvero una responsabilità del social network per i contenuti pubblicati sulle sue pagine anche attraverso link che rimandano ad altri siti. E non si tratta dell’unica causa in cui Bellezza ha difeso Facebook.

 

TIZIANA CANTONE

Il consigliere di Di Maio è nel collegio difensivo della causa intentata dalla startup italiana Business Competence, che accusa Facebook di averle copiato un’applicazione (di questa vicenda ha scritto sul Foglio Alberto Brambilla il 16 aprile 2018). La multinazionale americana dopo aver perso in primo grado e in appello ha fatto ricorso in Cassazione. Bellezza è stato legale di Facebook anche nella causa intentata dalla madre di Tiziana Cantone, la ragazza che si suicidò nel 2016 dopo un linciaggio sui social. Anche in questo caso la società di Zuckerberg è stata condannata per non aver rimosso i contenuti offensivi, nonostante le segnalazioni della vittima.

 

 

 

Ora l’avvocato di Facebook è consigliere giuridico di Di Maio e, per certi versi, difende la stessa causa sul copyright. C’è un grande problema di opportunità per un governo che dice di essere “contro le lobby”, soprattutto alla luce di ciò che c’è scritto nel “contratto di governo”: “Riteniamo che debba qualificarsi come possibile conflitto di interessi l’interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l’esercizio obiettivo, indipendente o imparziale, di una funzione pubblica, ... anche in assenza di un vantaggio immediatamente qualificabile come monetario”. E’ conflitto d’interessi, bellezza.

antonello soro

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO