IN MANCANZA DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE, IN AMERICA CI SI PREPARA GIÀ ALLO SCONTRO SUI BROGLI: IN CALIFORNIA SONO STATE TROVATE 150 CASSETTE POSTALI FINTE IN CUI DEPOSITARE LE SCHEDE CON IL VOTO PER CORRISPONDENZA. E IL PARTITO REPUBBLICANO LOCALE AMMETTE CHE… - INTANTO DONALD HA MESSO IN PIEDI UNA SQUADRA LEGALE GUIDATA DA GIULIANI, PRONTA A CONTESTARE IL VOTO SCAVANDO IN TUTTI I PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI POSSIBILI
1. URNE FALSE PER BRUCIARE VOTI LA SFIDA NEGLI USA PARTE COSÌ
Flavio Pompetti per ''Il Messaggero''
donald trump controlla il voto di melania
Le cassette postali mostrano in bella evidenza la scritta: «Posto di raccolta ufficiale delle schede elettorali», e gli elettori della California vi depositano con fiducia il proprio voto. Ma a vuotarle due o tre volte la settimana non sono gli ufficiali elettorali; sono i volontari del partito repubblicano locale, lo stesso che ha disegnato le urne clandestine, e che le ha ricoperte con la scritta ingannevole. Tra Los Angeles, la Orange County e Fresno, le cassette abusive sarebbero almeno 150.
IL PORTAVOCE
Il portavoce del partito repubblicano in California Hector Barajas ammette che sono state le sue squadre di sostenitori a piazzarle, soprattutto davanti alle chiese e ai negozi che vendono armi, ma ne difende la legalità e si rifiuta persino di far stampare nuove scritte che chiariscano la paternità delle urne. Il procuratore generale dello stato Xavier Becerra pensa invece che si tratti di frode, e ha richiesto la rimozione entro oggi. Donald Trump interviene a complicare la faccenda con un tweet nel quale riprende la notizia e incita i suoi sostenitori nello stato della costa pacifica: «Lottate fino in fondo, repubblicani!».
L'episodio è solo uno degli innumerevoli intoppi con i quali si è aperta la stagione del voto presidenziale negli Usa, ma è già sufficiente per stabilire che l'elezione del 3 di novembre sarà una delle più contestate della storia. Alle spalle della vicenda c'è la polemica sulla decisione del governatore Gavin Newsom di autorizzare il prelievo delle schede già votate da parte di familiari, o di vicini, che poi le depositano nei punti di raccolta. I repubblicani sono convinti che il sistema favorisce le frodi, quindi sono passati ad organizzare una loro mietitura privata che viola però il contratto di esclusiva assegnato alla Kcal, un'azienda specializzata e capace di garantire la sicurezza delle operazioni.
si vota anche nella trump tower
La polemica riguarda diversi altri stati che hanno adottato una simile disciplina, e in ognuno di loro i repubblicani contestano la pratica. Donald Trump ancora una volta propone una sua soluzione draconiana agli elettori: «Controllate voi stessi che il sistema sia a prova di frode: provate a votare due volte per me».
LE SCHEDE
La febbre del voto è altissima: 13 milioni di elettori hanno già inviato per posta le schede; ed è salita ancora di grado lunedì, quando alcuni stati hanno aperto i seggi per permettere il voto di persona anticipato. In Georgia hanno votato 120.000 persone lunedì, un quarto in più del record precedente, e lo hanno fatto il giorno del Columbus Day, con un terzo delle urne chiuse per la festività. L'attesa in fila è stata anche di otto ore, perché le operazioni di controllo spesso sono esasperanti.
Un ultra sessantacinquenne malato che chiede di votare via posta in Alabama deve presentare le certificazioni di due testimoni vidimate da un notaio. In Texas una contea che ospita 4 milioni di abitanti ha una sola urna per il voto postale. Documenti di identità e firme di testimoni sono obbligatorie in molti stati che non riconoscono l'autorità delle liste elettorali. Nuove richieste burocratiche sempre più restrittive vengono proposte ogni giorno dai legislativi locali, e nuove sfide giudiziarie si accendono con la stessa frequenza. Intanto il figlio quattordicenne di Donald Trump e Melania, Barron, è risultato positivo al test del coronavirus.
rudy giuliani in drag seduce trump
Lo ha reso noto la first lady spiegando che, dopo essere stato asintomatico, ora il ragazzo sta bene: «Siamo entrambi negativi».
IL DIBATTITO
I due candidati alle presidenziali torneranno ad affrontarsi giovedì sera in un formato inedito, ad alta tensione spettacolare. Al posto del dibattito annullato per via del disaccordo delle due squadre, Biden e Trump si sfideranno a distanza, ma in contemporanea, alle due di notte in Italia sugli schermi televisivi. Due separati confronti con gruppi selezionati di elettori, ripresi dalle telecamere di due diverse reti televisive.
Sarà una battaglia dell'audience: il consumato intrattenitore da una parte, imbattibile nel richiamare l'attenzione; dall'altra l'avversario mite e paternalista, che finora si è esibito in massima sicurezza sanitaria davanti a pochi elettori. Sarà impossibile evitare di leggere i dati Auditel come una prima indicazione di voto, e ancora di più argomentare che i televisori casalinghi saranno stati accesi in modo fraudolento su Abc o Nbc per favorire rispettivamente Biden o Trump.
UNA SQUADRA LEGALE GUIDATA DA GIULIANI COSÌ «THE DONALD» SI STA PREPARANDO A CONTESTARE IL VOTO
Massimo Gaggi per il ''Corriere della Sera''
Passano i giorni, ma dell'atteso recupero del presidente americano ancora non c'è traccia: anzi, i nuovi sondaggi negli Stati-chiave sono ancora più favorevoli a Biden di quelli di qualche settimana fa (il vantaggio del candidato democratico è salito al 7% in Pennsylvania e in Wisconsin). Certo, anche quattro anni fa poco prima dal voto Hillary Clinton veniva data in netto vantaggio, ma il clima del 2020 sembra diverso: allora Trump riuscì a mandare alle urne molti conservatori che prima non votavano.
Oggi, invece, lui non ha più l'appeal della novità, mentre i democratici stanno facendo di tutto per mobilitare, presentando il voto come un referendum nel quale si gioca il futuro dell'America: si spiegano così le file di elettori che rimangono per ore in attesa davanti ai seggi dell'early vote in molti Stati contesi: Georgia, Arizona, Ohio, perfino il Texas.
Donald Trump cerca di recuperare moltiplicando i comizi ma, intanto, scava la trincea nella quale conta di resistere in caso di sconfitta: quella della contestazione dell'esito del voto davanti ai tribunali. Il presidente ha già detto più volte che i voti postali sono manipolabili e, perciò, truffaldini e ha rifiutato ogni impegno a riconoscere l'esito delle urne. È scontato che se sconfitto, anche di molto, Trump non concederà la vittoria a Biden. Solo minacce verbali? Vari atti del presidente fanno ritenere che ci sia di più: un piano per contestare, Stato per Stato, i risultati dello scrutinio.
Ed è significativa la scelta di Rudy Giuliani - ex magistrato e sindaco di New York, oggi avvocato personale di Trump - come gestore delle battaglie legali sul voto. Giuliani, che, dagli affari russi alla Cina, ha seguito il presidente nelle operazioni più spericolate, sarà coadiuvato da Jay Sekulow: un altro avvocato di Trump che lo difese in modo efficace durante l'inchiesta per la procedura di impeachment . Altro dato inquietante: a pochi giorni dal voto il ministro della Giustizia, Bill Barr, ha rimosso il divieto che ha fin qui impedito ai procuratori federali di indagare per il sospetto di frode elettorale prima ancora dello scrutinio delle schede. Finora la magistratura poteva aprire un'indagine solo dopo la certificazione dei risultati di un'elezione.
Ora i procuratori potranno indagare, accusare, interrogare testimoni anche prima del voto. Si possono intimidire gli elettori, ma, soprattutto, potranno essere contestate una miriade di irregolarità negli scrutini, vere o presunte. Se alcuni Stati non riusciranno a superare le dispute legali ufficializzando i loro conteggi nei 38 giorni successivi al voto (quando i 50 Stati dovranno indicare i 538 Grandi Elettori) si creerà una situazione di incertezza dagli sbocchi imprevedibili: anche con Biden ufficiosamente molto avanti, in assenza di una conferma legale, Trump potrà giocare su lacune e incongruenze di leggi che non hanno previsto un'ipotesi estrema come quella che potrebbe delinearsi .
barron, donald e melania trump