salvini

IN SICILIA SI SALE SUL CARROCCIO DEL VINCITORE – LA LEGA DECIDE DI CORRERE DA SOLA ALLE PROSSIME EUROPEE ANCHE NELL’ISOLA, DOVE CONTINUA IL RECLUTAMENTO DI SOSTENITORI - AL MOMENTO I COMITATI A SOSTEGNO DI SALVINI SONO 500 E CI SONO STATI 4MILA NUOVI TESSERATI IN UN SOLO MESE - I SONDAGGI INTERNI DANNO LA LEGA AL 22% E POCO IMPORTA SE MATTEO TRATTAVA I SICILIANI (IERI) COME I MIGRANTI (OGGI)…

Miriam Di Peri per "meridionews.it"

 

salvini 5

I numeri sono di quelli capaci di far tremare le altre forze politiche. L’onda verde arriva anche in Sicilia e rischia di travolgere gli altri partiti di destra alle prossime elezioni europee di maggio 2019.

 

Complice il governo nazionale, complice la chiusura dei porti, gli attacchi continui ai migranti, complice la leadership (stantìa più che vintage) di Silvio Berlusconi, il nuovo che avanza a destra risponde al nome di Matteo Salvini. 

 

Poco importa se fino a poco tempo fa lo stesso leader del Carroccio parlava dei meridionali esattamente negli stessi termini in cui oggi parla dei migranti, la Sicilia ha scelto comunque di farsi affascinare dal titolare del Viminale.

 

salvini 2

Numeri alla mano, se il 2017 ha chiuso a quota mille tesserati per il movimento Noi con Salvini, ecco che a ottobre 2018, in un solo mese dall’avvio della campagna di tesseramento per l’anno in corso (partita in ritardo soltanto a settembre), la Lega ha già tesserato quattromila siciliani. «E se non avessimo fatto la cernita che ci è stata chiesta - puntualizza Fabio Cantarella, luogotenente di Salvini a Catania - avremmo raddoppiato quel numero senza alcuna fatica».

 

Il 2019 in ogni caso sarà un anno determinante per il partito di Salvini, che i sondaggi interni danno al 22 per cento nel collegio Isole (Sicilia e Sardegna). Intanto, appunto, per la sfida delle Europee. E poi perché sarà il vero momento in cui si strutturerà il partito, a tutti i livelli. A spiegare le regole è proprio Cantarella, che illustra «il percorso dal basso che la Lega ha in mente anche qui in Sicilia».

salvini 1

 

Intanto sarà necessario avere la doppia tessera (2018/19) per avere diritto di voto all’interno degli organismi di partito. Poi i tesserati verranno suddivisi territorialmente e si darà il via alla fase congressuale (verosimilmente dopo le europee) per eleggere i direttivi dei circoli della Lega nei singoli Comuni. Quella prima dirigenza formata sarà poi chiamata ad eleggere le strutture provinciali e infine quella regionale. 

 

Intanto alcuni nomi a cui sono stati affidati incarichi dal partito non sono certo volti nuovi: a Messina Matteo Francilia, responsabile enti locali, è un ex delfino del ministro Gianpiero D'Alia, nonché ex segretario e consigliere provinciale dell'Udc.

 

salvini 3

E sempre da quell'area arriva l'agrigentino Angelo Collura, ex alfaniano di ferro e oggi responsabile organizzativo del partito di Salvini nella città dei Templi. A Enna la Lega ha preso il voo di Edoardo Lenza, già deputato regionale per tre volte in Forza Italia. 

 

Ma al di là degli incarichi, l'esercito di Salvini in Sicilia è fatto da migliaia di signor nessuno della politica, che si sono già organizzati liberamente, strutturandosi in maniera autonoma in comitati e gruppi di lavoro a sostegno di Salvini nei singoli comuni.In Sicilia, di questi comitati, ne sono già sorti circa 500. 

 

salvini

«Non sono infrequenti i Comuni - sottolinea Cantarella - in cui gruppi distinti aprono due, a volte tre comitati. È chiaro che la struttura partitica arriverà dopo, ma accogliamo con ottimismo tutto l’entusiasmo che si sta radunando attorno a Salvini, grazie al grande lavoro che il commissario Stefano Candiani sta portando avanti nell’Isola».

 

Secondo la retorica leghista questo «entusiasmo» è dovuto «alla coerenza di Salvini che se dice una cosa, poi la fa». Ma le ragioni, secondo il politologo e docente universitario alla Kore di Enna Giancarlo Minaldi, sarebbero da rintracciare più lontano. Da una parte, nelle tante figure politiche in cerca di ricollocazione e nell’elettorato di destra «che alle scorse politiche ha votato 5 Stelle e che oggi si trova naturalmente più vicino alle posizioni della Lega».

salvini

 

Ma, dall’altra parte, nel venir meno dell'intero sistema clientelare che influenzava in maniera determinante il voto in Sicilia fino a poco tempo fa. Secondo il politologo, infatti, «il siciliano medio ha votato in modo clientelare per 50 anni. Ma dopo certa soglia di saturazione, il clientelismo non funziona più, perché non ci sono più soldi, né servizi da offrire.

 

Quella che stiamo vivendo è una fase storica unica, in cui il voto si spersonalizza, lasciando spazio invece alla protesta. A differenza dei 5 Stelle, però, quello alla Lega diventa un voto di protesta indirizzato verso un soggetto politico che strizza l’occhio al liberismo, per esempio con la pace fiscale.

 

salvini 4

E poi - conclude - in un momento di crisi economica, la rabbia sociale si scarica sui più poveri di te, soprattutto nelle campagne siciliane, dove la guerra tra poveri si è innescata da tempo».

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…