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URNE FUNERARIE - IN SIRIA VA IN SCENA LA COMMEDIA ELETTORALE CON ASSAD E SIGNORA AI SEGGI - IN MOLTE ZONE DEL PAESE ANCORA SI SPARA E DALLA PERIFERIA DI DAMASCO I RIBELLI LANCIAVANO COLPI DI MORTAIO SULLA CITTÀ
Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"
Nella Città Vecchia, quasi nessuno ieri votava in segreto dietro la tenda bianca: gli elettori preferivano mettere apertamente la «x» sotto la foto di Bashar. Un’anziana signora s’è punta il dito con uno spillo, poi col sangue ha segnato sulla scheda la sua fedeltà al presidente, e infine ha strappato le immagini degli altri due candidati, Maher Hajjar e Hassan al-Nouri, ignorando le proteste della presidente del seggio. Scene da un’elezione che i critici hanno definito una farsa.
Ferito in attacco aereo di Assad in Siria
Ma molti damasceni sono andati davvero alle urne per garantire ad Assad un terzo mandato di sette anni. Alcuni seggi erano affollati: tre file si snodavano in strada davanti al sindacato dei lavoratori tra danze e bandiere svolazzanti, in un’atmosfera da festa patronale. Così pure alla scuola vicino al Palazzo Presidenziale, dove si sono presentati Bashar e la moglie Asma, oppure al ministero dell’Informazione, e ancora al confine col Libano, dove sono arrivate decine di migliaia di profughi (che però sono solo una frazione del totale di tre milioni).
Ribelli anti Assad contano i danni
In altri quartieri l’affluenza era più ridotta. In quello prevalentemente sunnita di Barzeh, dove diversi palazzoni anneriti e distrutti testimoniano gli scontri dei mesi passati conclusi solo di recente da un accordo di riconciliazione tra governo e ribelli, si votava sotto il rombo dei Mig-21 diretti a Sud per bombardare i quartieri ancora in mano ai ribelli.
In fila al seggio, una ventina di persone: tutte definivano il voto come la soluzione per uscire dalla crisi. Invece, Maher Mounnes, giornalista radiofonico di 26 anni, che a Barzeh abitava ma nonostante la riconciliazione non può tornarci («Verrei ucciso perché sono sciita»), racconta di non aver votato: «E’ un’elezione falsa». «Sarà falsa — replica la sua amica Zahra mostrando il dito blu con l’inchiostro elettorale — ma io l’ho fatto lo stesso, per dar noia ai nostri nemici: l’America e Israele».
Morti dopo attacco aereo delle forze di Assad
Così una parte del popolo siriano ieri ha parlato, mentre nell’altra Siria, dove si combatte ancora, non si è votato affatto. Dalla periferia di Damasco in mano ai ribelli giungevano colpi di mortaio su tutta la città. Diversi sono piombati, preceduti da un sibilo, sul quartiere cristiano di Kassaa, dove questa è ormai un’evenienza quasi normale come la pioggia, ma ieri era più intensa del solito.
Molti degli abitanti se lo aspettavano, per via delle minacce di alcuni gruppi ribelli contro le elezioni, e perciò non sono andati al lavoro né a scuola. Sono sgusciati fuori nelle strade semideserte, però, per andare comunque alle urne, come Philip Hefteh: «Anche al-Nouri sceglierà Assad», dice scherzando (ma non troppo).
L ESECUZIONE DI UN FEDELE DI ASSAD DA PARTE DI RIBELLI SIRIANI
Lo sfidante di Bashar (imprenditore ed ex deputato che per entrare in lizza ha ricevuto l’approvazione del Parlamento dominato dal partito al potere) non ha risparmiato gli elogi al presidente, suggerendo che solo in una cosa, l’economia, lui farebbe meglio. E infatti si dice che diventerà premier.