LA FINANZA ATTERRA AL COMUNE DI COMISO, SI INDAGA ANCHE SU UN VOLO DI STATO DI D’ALEMA - INCHIESTE DELLA PROCURA DI RAGUSA E DELLA CORTE DEI CONTI SULLA “FINTA” INAUGURAZIONE DELL’AEROPORTO IL 30 APRILE 2007, COSTATA 100.000 EURO - NON SOLO: DA QUEL GIORNO SULLA PISTA SONO ATTERRATI SOLO MODELLINI - COME SONO STATI SPESI 46 MILIONI DI EURO DI FONDI EUROPEI E REGIONALI E PERCHE’ L’AEROPORTO E’ RIMASTO INUTILIZZATO?…

Fabio Albanese per "la Stampa"

Da cinque anni l'immagine di quell'Airbus di Stato fermo sulla pista nuova di zecca dell'aeroporto di Comiso rappresenta l'unica documentazione, fotografica e video, per dire che lì davvero ci arrivano aerei. L'unica. Perchè da allora gli unici velivoli che hanno utilizzato la pista di questo scalo-fantasma eternamente in attesa di entrare in attività sono stati, qualche mese fa, alcuni modellini telecomandati, con contorno dell'ennesima polemica.

Poca cosa comunque rispetto a quelle che si trascinano da anni per l'incomprensibile querelle tra Ministero dell'Economia, Enac, amministratori locali e società di gestione, per dare finalmente un senso ai 46 milioni di euro di Ue e Regione spesi per la costruzione di questo scalo, sorto sulle macerie della base americana dei missili Cruise anti-Unione Sovietica e frontiera avanzata del pacifismo Anni 80.

Lo vogliono sapere adesso sia la Corte dei Conti sia la Procura di Ragusa che indagano perfino sul giorno in cui l'Airbus scese sulla pista di Comiso. Entrambe vogliono capire il perchè di questi ritardi. Anzi, c'è chi sospetta perfino che ci sia una sorta di partito contrario all'apertura, magari per evitare concorrenti sul mercato siciliano, dove la Sac, che gestisce lo scalo catanese di Fontanarossa, è socia nella Soaco che dovrà gestire Comiso.

L'altro giorno, con un blitz negli uffici del comune di Comiso, la Finanza ha sequestrato carte e documenti, anche su quanto accadde il 30 aprile 2007 quando l'aereo di Stato atterrò a Comiso per portare l'allora ministro degli esteri Massimo D'Alema che, con il sindaco della città e altre autorità, per l'occasione intitolò lo scalo a Pio La Torre, il parlamentare comunista ucciso dalla mafia e che proprio qui condusse la sua battaglia pacifista contro gli euromissili.

D'Alema era stato il primo tifoso di quello scalo quando, all'epoca premier, lo offrì come contropartita ai comisani per l'accoglienza di migliaia di profughi del Kosovo. Quel giorno di primavera l'aeroporto ebbe il suo battesimo (e poi un sindaco di destra gli restituì il vecchio nome dell'aviatore fascista Vincenzo Magliocco) ma, a parte la pista appena asfaltata, ci vollero altri 4 anni e mezzo prima di vedere completate aerostazione e torre di controllo.

Pare che per quel taglio di nastro un po' troppo in anticipo furono spesi dal comune circa 100mila euro. Altre carte sequestrate dalla Finanza riguardano il contratto stipulato nel 2006 dal Comune e da Adecco e con il quale furono avviate le procedure di selezione del personale che avrebbe dovuto essere assunto nello scalo, che era solo un grande cantiere appena avviato. Il comandante della Finanza di Ragusa, Francesco Fallica, è chiaro: «Sono indagini che hanno anche lo scopo di spronare per arrivare all'apertura dello scalo».

In un filone d'inchiesta sarebbe finita anche un'intervista del presidente dell'Enac Vito Raggio nella quale afferma che lo scalo ha «un peccato originario» e cioè che «il comune di Comiso si è voluto auto-nominare concessionario e così l'aeroporto viene equiparato a scalo privato». Motivo per cui lo Stato non intenderebbe assumere i costi degli stipendi dei controllori di volo, in parte coperti dalle Regione. Ieri l'ultimo incontro al Ministero delle infrastrutture con qualche spiraglio per l'apertura.

 

MASSIMO DALEMA comiso vetrata aeroporto aeroporto comiso DALEMA innaug Aeroporto di Comiso x Vito Raggio

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