"UN CULO SOPRA DUE SEDIE" E' IL MOTTO DEL NUOVO PARLAMENTO - GLI OLTRE 50 INCOMPATIBILI NON SOLO COSTANO UN MILIONE AL MESE PER VIA DEI DOPPI STIPENDI CHE PRENDONO COME PARLAMENTARI E PRESIDENTI DI REGIONE, ASSESSORI O CONSIGLIERI REGIONALI, MA RISCHIANO DI FALSARE L'ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO

DAGOREPORT

Costano un milione di euro al mese in più alla collettività per via dei doppi stipendi che prendono come parlamentari e presidenti di regione, assessori o consiglieri regionali, rischiano di falsare la platea dell'elezione del presidente della Repubblica e sono anche la causa di un feroce scontro interno alla Lega Nord, che domani si riunisce sul consunto prato di Pontida, tra il vecchio leader Bossi Umberto e quello nuovo, Maroni Roberto.

Si tratta delle incompatibilità tra i diversi incarichi regionali e parlamentari che riguardano oltre 50 eletti e che, con il pretesto che non sono state ancora formate le commissioni, tra cui la Giunta delle elezioni, continuano a non scegliere e continuano ad usufruire di doppi stipendi, benefit e prebende varie legate alla carica.

Ormai la cosa, da noi denunciata subito dopo le elezioni, sta assumendo contorni di vero e proprio raggiro allo Stato da una parte e dubbi seri dall'altra sulla possibilità da parte degli incompatibili di avere un ruolo, sia pure soltanto con il proprio voto, nell'elezione del presidente della Repubblica.

Raggiro perché non è vero che bisogna aspettare il varo delle commissioni, basterebbe infatti comunicare la propria incompatibilità ai presidenti delle Assemblee, i quali ne danno subito comunicazione all'Aula e l'incompatibilita' cessa immediatamente.

Non c'è bisogno di alcun voto delle aule, come e' avvenuto per Matteo Salvini, deputato europeo eletto anche alla Camera dei deputati che il 15 marzo scorso ha subito comunicato la propria incompatibilità optando per il Parlamento europeo e gli uffici della Camera ne hanno preso atto.

Si tratta dunque di una mera manifestazione unilaterale di volontà da parte degli incompatibili, e dunque un problema di etica. Altra cosa e' se si avvia un processo di contestazione da parte delle Giunte per le elezioni in mancanza proprio delle dimissioni, cosa questa che segue tutto un altro percorso, che si sa quando comincia ma non si sa quando finisce mentre i doppi stipendi corrono.

Perché si rischia di rendere illegittima la votazione del Presidente della Repubblica? Prendiamo il caso di Vendola Nichi, leader degli incompatibili insieme al presidente leghista del Piemonte Cota Roberto: tutti sappiamo che alla fine Vendola sceglierà di fare il presidente della Puglia, ma intanto la sua regione ha scelto i tre delegati (due della sua maggioranza e uno di opposizione) che partecipano alla seduta comune delle Camere per l'elezione del Presidente della Repubblica e, in più c'è anche Vendola che poi presumibilmente lascerà il Parlamento. Non vengono alterati i numeri poiché al posto di Vendola sarebbe subentrato il primo dei non eletti ma l'ombra della legittimità del voto ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione sulle incompatibilità c'è tutta.

Stessa cosa per Cota e per gli altri cinquanta incompatibili, con i tre casi clamorosi della Lombardia, gli assessori regionali Mantovani, Garavaglia e Fava, per i quali l'incompatibilita' e' intervenuta dopo la proclamazione a senatore o a deputato ed essendo già trascorsi i 10 giorni previsti dalla legge dal decreto di nomina ad assessore regionale non si capisce perché non sono state ancora avviate le procedure di decadenza.

E i tre casi lombardi stanno anche, tra le altre spaccature interne, infiammando la Lega a poche ore dal raduno di Pontida previsto per domani, perché il segretario Maroni aveva dato la sua parola sul rispetto rigoroso delle incompatibilità.

"La Lega e' in subbuglio perché è sempre stata abituata ad avere un segretario che mantiene la parola. Bisogna sempre mantenere la parola", ha detto Bossi ai suoi aspettando Pontida.

Vacilla dunque anche l'ultimo vanto della Lega 2.0: il rispetto della parola data, alimentando sempre più l'impressione che essa assomigli sempre più ad un luogo di distribuzione di posti, benefit e prebende varie agli amici del capo, incapace di riprendere la strada ormai smarrita che caratterizzo' l'entusiasmo della prima Lega di Bossi Umberto.

Ma "un culo sopra due sedie" sembra essere diventato, anche con i casi dei tre assessori che sono anche parlamentari, il nuovo motto della segreteria Maroni secondo i contestatori interni. E sono in molti a minacciare di portarsi domani a Pontida la stessa scopa che Maroni uso' contro Bossi per usarla stavolta contro il segretario. Altri pensano ai forconi, per non lasciare l'esclusiva a Grillo Beppe.

 

 

boldrini vendola doppio vendolaUMBERTO BOSSI E ROBERTO COTA Roberto Maroni e Isabella Votino BOLDRINI e Vendola

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