
UN INCONTRO CHE FA “BOOM”: GRILLO DA NAPOLITANO
Da "Corriere.it"
Il giorno di Grillo al Quirinale. Il leader del Movimento 5 Stelle arriva dal Capo dello Stato nel secondo (e conclusivo) giro di consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Venti minuti in anticipo, a bordo di una monovolume guidata dal suo autista, Walter Vezzoli. Grillo non si ferma, non parla con i giornalisti. Ma tira giù i finestrini oscurati e si mostra alle telecamere.
Poi chiede al commesso: «Sono arrivato? Devo andare dal presidente». Poi sembra mimare il gesto dei soldi, strusciando pollice e indice. Con lui i portavoce dei Cinque Stelle per Senato e Camera Vito Crimi e Roberta Lombardi. I tre hanno tenuto una riunione preparatoria per l'incontro con Napolitano presso l'hotel Forum, dove Grillo ha alloggiato. Si tratta dello stesso albergo scelto da Mario Monti nel 2011 quando ha ricevuto l'incarico.
ATTESA - L'attesa per il faccia faccia tra il comico e Giorgio Napolitano è alta, se non altro perché non ci potrebbero essere personalità più lontane e differenti. Ma questo è soltanto l'aspetto curioso di una giornata politica molto delicata, nella quale Napolitano avrà di fronte a sé le tre principali opzioni da valutare per decidere a chi affidare un incarico. In mattinata, dopo la delegazione del M5S, sale al Quirinale quella di Pdl e Lega e in serata, alle 18, arriverà quella del Pd guidata da Bersani che sarà accompagnato dai due nuovi capigruppo alla Camera e al Senato.
INCARICO DOMANI - Napolitano è conscio dell'urgenza della scelta, sia per la situazione economica e sociale sia per le scadenze che riguardano il suo mandato. E pare deciso ad affidare un incarico (esplorativo o pieno) già domattina. La necessità di fare in fretta è stata sottolineata ieri all'apertura dei colloqui dai neopresidenti del Senato e della Camera, Grasso e Boldrini.
Ma già nella stessa giornata Napolitano s'è poi trovato di fronte a proposte incompatibili. Se da una parte Vendola (Sel) ha sostenuto la necessità di un incarico a Bersani, la delegazione centrista, in chiusura di giornata, ha dato la sua indicazione per un governo di larghe intese (in sostanza: Pd, Scelta civica e Pdl), coalizione abbastanza ampia da garantire di proseguire sulle linee del governo Monti per realizzare le riforme e tenere l'Italia agganciata all'Europa.
TRE PROPOSTE DIVERGENTI - Ma il «meglio», per il capo dello Stato arriva oggi, con i tre maggiori schieramenti portatori di altrettante ipotesi, ciascuna inconciliabile con l'altra. Grillo ha ribadito ieri sul suo blog la linea: il M5S non voterà la fiducia a nessun governo, nemmeno (o tantomeno) a un governo Bersani, anche se al suo fianco il segretario Pd schierasse un esercito di Nobel.
Chiede invece a Napolitano di far nascere un governo targato Cinque Stelle con esclusione di tutti gli altri partiti rappresentati in Parlamento. Il Pdl e la Lega ( che ha confermato la sua fedeltà alla coalizione) sono disposti a sostenere un governo Pd-Pdl (ma esclusi i centristi) , che ieri Berlusconi a definito di «concordia nazionale», per affrontare l'emergenza economica e realizzare alcune riforme tra cui quella della legge elettorale.
Infine il Pd, che non intende discutere di alcun governo con il Pdl (ma in particolare, con Berlusconi) e che va dritto per la sua strada chiedendo l'incarico a Bersani, portatore dei famosi 8 punti di programma approvati dalla direzione del partito e della promessa di una squadra di personalità «capaci di parlare» alla società . Ma la mancanza di una maggioranza precostituita al Senato gli preclude un incarico pieno. Possibile invece un tentativo, un incarico esplorativo. In condizioni che tuttavia non sembrano facili. Sul fronte del M5S, dopo il caso dei voti a Grasso, il richiamo del capo ha ricompattato i ranghi e spiragli per le proposte di Bersani non se ne vedono.
CASALEGGIO SI ', CASALEGGIO NO - E non c'è Gianroberto Casaleggio, consulente per la comunicazione del M5S. Fonti interne al Movimento davano per certa la sua partecipazione. Ma sull'auto entrata al Colle Casaleggio non si è visto. Il tutto mentre nella giornata di martedì erano circolate voci su un cambio di decisione dovuto a un'improvvisa febbre.





