berlusconi pascale

SILVIO DAJE! DALL'INTERVENTO RIUSCITO AL CUORE DEL BERLUSCA, L'UNICA CHE E' USCITA CON LE OSSA ROTTE E' LA BADANTE IN CAPO: MARIA TETTONA ROSSI E’ IN USCITA. CERCHIO TRAGICO KO. IL RITORNO IN CAMPO DI LETTA & CONFALONIERI

Alessandra Corica per “la Repubblica

 

BERLUSCONI RICOVERATO AL SAN RAFFAELE BERLUSCONI RICOVERATO AL SAN RAFFAELE

Non lasciava la suite al sesto piano del San Raffaele dallo scorso 7 giugno, quando è stato ricoverato. E nel momento in cui i medici e gli infermieri, verso le 7 del mattino, sono arrivati per trasportarlo in sala operatoria, ha annuito. E ha detto: «Andiamo, sono pronto». Silvio Berlusconi ha subìto ieri l’intervento per la sostituzione della valvola aortica: l’operazione è stata eseguita dal cardiochirurgo Ottavio Alfieri, «ed è andata molto bene, senza complicazioni: è finito nei tempi previsti».

 

suite san raffaele milano ospedalesuite san raffaele milano ospedale

In sala anche Alberto Zangrillo, da anni medico personale di Berlusconi. «Ma oggi — ha puntualizzato Zangrillo — abbiamo operato Mario Rossi, un paziente come tutti gli altri. Ora è in terapia intensiva sotto monitoraggio: ci vuole cautela, attesa, pazienza. Siamo fiduciosi, domani (oggi, ndr) ci sarà un momento di chiarezza».

 

Berlusconi sarà svegliato nelle prossime ore: se tutto andrà bene, domani sarà riportato nella sua stanza. L’operazione, eseguita nell’ospedale fondato da don Verzè e oggi del gruppo San Donato, è iniziata poco prima delle 8.30: mentre l’ex premier andava sotto i ferri, nella suite da 300 metri quadri restava la compagna Francesca Pascale. Molto preoccupata: quando si è sporta da una delle finestre del sesto piano, affacciandosi sul cortile zeppo di fotografi, ha mostrato il volto rigato dalle lacrime.

berlusconi in ospedale al san raffaeleberlusconi in ospedale al san raffaele

 

Assenti, invece, tutti i figli, che nei giorni scorsi hanno blindato l’ex premier, permettendo le visite solo a familiari e intimi. Ma che ieri hanno preferito attendere a casa. In ospedale con Pascale è stata invece la senatrice azzurra Maria Rosaria Rossi, che ieri sera è rimasta al San Raffaele e ha così disertato l’ufficio di presidenza di Forza Italia.

 

piersilvio berlusconipiersilvio berlusconi

All’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio 2015: in teoria solo un passaggio tecnico, per il quale Berlusconi e Rossi avevano delegato il deputato Sestino Giacomoni. Sulla relazione politica che accompagnava le tabelle si è però consumata una vera e propria rivolta contro Rossi, fulcro del cosiddetto “cerchio magico”.

 

A contestare il lavoro della plenipotenziaria del partito sono stati soprattutto Altero Matteoli — che ha definito la relazione «imbarazzante: sembra un condominio di poche persone» — e Paolo Romani, per il quale Fi oggi è «un partito incapace di fornire una prospettiva». A partecipare alla rivolta, anche Gianfranco Micciché e Marcello Fiori.

 

maria rosaria rossimaria rosaria rossisilvio berlusconi con stefania craxi deborah bergamini  maria rosaria rossi e renato brunettasilvio berlusconi con stefania craxi deborah bergamini maria rosaria rossi e renato brunetta

Alla fine sono state approvate solo le tabelle economiche e stralciata la relazione politica: di fatto una vera delegittimazione per Rossi. Che nei giorni scorsi aveva presentato a Berlusconi le sue dimissioni, però rifiutate: una parte del partito ha così deciso di far sentire il proprio dissenso nel giorno che, per Berlusconi, è stato il più difficile. L’ex Cavaliere è rimasto sotto i ferri per quattro ore, con il cuore fermo e il sangue pompato da una macchina.

 

Un intervallo di tempo che, a chi attendeva l’esito, è sembrato lunghissimo: non a caso, ad annunciare che l’operazione si era conclusa in modo positivo è stato Gianni Letta, con un vero sospiro di sollievo. Letta, mentre partecipava a Roma al premio Biagio Agnes, ha risposto al telefono, che continuava a squillare, e ha poi rassicurato i presenti: «Tutto bene, ero in ansia ma ora sono più tranquillo».

 

Una frase che, in via Olgettina, ha fatto allentare la tensione che si respirava da giorni . Come ribadito dallo stesso Alfieri: lui, cardiochirurgo di fama, ieri l’ha ammesso: «La pressione per l’intervento? Sì, un po’ l’ho sentita».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…