A ISTAMBUL, "UNITI CONTRO IL FASCISMO" - L’ABBATTIMENTO DI 600 ALBERI ACCENDE LA RIVOLTA CONTRO ERDOGAN: CARRARMATI IN PIAZZA TAKSIM - ANCHE OZPETEK CON I MANIFESTANTI

1. TURCHIA: POLIZIA SI RITIRA, FINITI INCIDENTI - PROTESTE CONTRO TAGLIO ALBERI PROSEGUITE TUTTA LA NOTTE
Ansa.it

Migliaia di manifestanti stanno occupando pacificamente ora piazza Taksim a Istanbul, dove gli incidenti si sono interrotti con il ritiro della polizia. I manifestanti gridano slogan ostili al premier Erdogan e cantano "uniti contro il fascismo" e "governo dimissioni". La celebre via Istiklal - che congiunge la piazza con la torre di Galata - teatro di scontri questa mattina, ha l'aspetto di un campo di battaglia, con vetri infranti e lattine di gas lacrimogeni per terra.

ANCHE REGISTA OZPETEK CON MANIFESTANTI - Anche il regista turco Ferzan Ozpetek, come molti altri intellettuali e artisti di Istanbul, appoggia i manifestanti di Gezi Park, aderendo a un appello ai media internazionali "perché il resto del mondo sia messo a conoscenza di quello che sta accadendo e dello stato di polizia creato dal partito Akp del premier Recep ayyip Erdogan". "I media turchi, afferma l'appello, controllati direttamente dal governo, o economicamente o politicamente legati al governo, si rifiutano di parlare degli incidenti" e "le agenzie di stampa bloccano il regolare flusso delle informazioni"

REPARTI ANTISOMMOSSA ASSALGONO MANIFESTANTI - I reparti antisommossa della polizia turca hanno di nuovo dato l'assalto questa mattina alle centinaia di manifestanti che si oppongono a Istanbul alla distruzione del Gezi Park di Piazza Taksim. Gli scontri si sono allargati alla vicina famosa arteria commerciale di Iskidal e al quartiere di Besikts. Secondo Hurriyet online ci sono state decine di feriti. La zona, coperata dai gas lacrimogeni, è stata posta praticamente sotto assedio dalla polizia.

ERDOGAN, NON CEDEREMO SU PROGETTO GEZI PARK - Il primo ministro turco Recep Erdogan ha confermato il progetto di urbanizzazione di Gezi Park - al centro di duri scontri tra manifestanti e polizia - sottolineando che "non sarà rimesso in discussione", nonostante le violenti proteste di piazza.

GUL, RAGGIUNTO LIVELLO INQUIETANTE - Le manifestazioni in Turchia hanno raggiunto un "livello inquietante". Lo ha detto il presidente turco, Abdullah Gul, commentando i duri scontri di piazza in corso a Istanbul dove manifestanti protestano contro un progetto di urbanizzazione che prevede lo smantellamento di 600 alberi di Gezi Park.

Proseguono i violenti scontri nel centro di Istanbul fra i reparti antisommossa che hanno lanciato, secondo alcuni testimoni, anche lacrimogeni dagli elicotteri e migliaia di manifestanti contro la distruzione di Gezi Park. I dimostranti sono riusciti a entrare in piazza Taksim e lanciano sassi contro i blindati della polizia.

 

2. ISTAMBUL, RIVOLTA CONTRO ERDOGAN: CARRARMATI IN PIAZZA TAKSIM
Marco Ansaldo per Repubblica

A piazza Taksim, cuore pulsante di Istanbul, un blindato bianco troneggia di solito a lato, senza interferire nel frenetico via vai del centro. Ma ieri lo slargo dominato dal monumento ad Ataturk, il padre della patria, è diventato un teatro di battaglia. Scontri, resistenze, cariche
della polizia, lacrimogeni, sangue, feriti. E i blindati dell'esercito hanno finito per occupare la piazza, lasciando i segni sui binari del tramvai rosso che porta i turisti fino alla torre di Galata.

Che cosa accade nella Turchia di questi giorni, ieri in rivolta contro le restrizioni sugli alcolici, i baci dati in pubblico, le donne a gambe scoperte nelle pubblicità, le soap opera, e che oggi scende in piazza contro la distruzione del parco vicino a piazza Taksim destinato a far posto a un colossale centro commerciale e a una nuova moschea?

Il giro di vite nei costumi tentato dal premier conservatore Recep Tayyip Erdogan sta raggiungendo il livello di guardia. E l'opposizione laica, che teme una progressiva islamizzazione, resiste manifestando con rabbia la propria insofferenza.

Da lunedì migliaia di persone si sono accampate nel Gezi Park con l'intenzione di impedire ai bulldozer di sradicare i 600 alberi che costituiscono il polmone verde della metropoli. All'alba di ieri però i reparti anti-sommossa hanno attaccato, con lacrimogeni, spray urticanti e cannoni ad acqua. Un centinaio i feriti e una sessantina i fermati. Ma la protesta non si ferma, allargandosi anzi alla capitale Ankara e in una decina di altre città.

Sotto tiro è Erdogan, e il suo approccio considerato sempre più autoritario. Ora che il suo partito, ritenuto finora islamico moderato, è al potere da 10 anni, che la Turchia esprime una politica estera sempre più protagonista, che l'economia e la finanza volano a livelli cinesi, il premier sembra essersi lanciato in una campagna di moralità.

L'opposizione, soprattutto il partito socialdemocratico, si è erta a difesa degli "indignados", ottenendo da un tribunale di far temporaneamente bloccare il taglio delle piante. Ma il leader è determinato ad andare avanti, e il progetto proseguirà, ha detto, «qualunque cosa facciate».

In gioco non ci sono solo formidabili interessi finanziari. Il centro commerciale di Taksim è solo l'ultimo tassello di un piano destinato a ridisegnare il volto di Istanbul, dove è partita la costruzione del terzo ponte fra Europa e Asia, si avvia un altro canale sul Bosforo, si prepara un nuovo aeroporto.

Con un giro di miliardi che contempla l'edificazione di moschee dai minareti sempre più alti, di strade pronte a collegare centri lontani, di una rete ferroviaria tutta da rifare. Ma c'è soprattutto il piatto della competizione politica, che il prossimo anno presenterà due appuntamenti decisivi: le elezioni amministrative e quelle presidenziali, con un confronto fra l'attuale capo di Stato, Abdullah Gul, e il rivale Erdogan. La battaglia del Gezi Park è solo l'inizio.

 

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