ITALIA, CALENDA EST – IL "CHURCHILL DEI PARIOLI" VUOLE PORTARE A LIVELLO NAZIONALE L’ESPERIMENTO ROMANO. L’IDEA E’ QUELLA DI UN RASSEMBLEMENT IPERDRAGHIANO CON RENZI E BENTIVOGLI, I MODERATI CHE NON VOGLIONO SALVINI E MELONI E I DEM CHE NON VOGLIONO MORIRE GRILLINI, CHE PUO’ VALERE QUASI IL 10%. IL PRIMO TEST IN PARLAMENTO PER QUESTA AREA (CHE VA DALLA CARFAGNA A ITALIA VIVA, DA TOTI AGLI EX RENZIANI NEL PD) E’ L’ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO – IL PROBLEMA E’ CHE CALENDA E RENZI NON SONO MAI ANDATI D’ACCORDO…
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"
Forte del bottino elettorale capitolino, Carlo Calenda posta un grafico secondo cui nei comuni sopra gli 80 mila abitanti Italia viva, +Europa, e Azione insieme raggiungono il 9,3 per cento. È la dimostrazione, a suo avviso, che bisogna mettersi da subito a lavorare per portare «a livello nazionale» l'esperimento romano. L'idea è quella della costruzione di un nuovo soggetto politico con le forze «riformiste e liberali».
Calenda non è il solo a pensarla così. Matteo Renzi, nella sua E-news di ieri, scrive: «Eleggiamo sindaci iscritti al partito in tutta Italia,siamo determinanti in moltissimi comuni. Laddove c'erano liste riformiste i candidati di Iv sono campioni di preferenze. In tutta la campagna elettorale i 5 stelle e Conte dicevano "non preoccupatevi di Renzi, ha solo l'1 per cento".
Che dire, con l'1 per cento abbiamo preso più consiglieri comunali di loro. Adesso dobbiamo costruire un'area vasta di riformisti e liberali tutti insieme». Sì, anche Renzi è convinto che ci sia lo spazio politico per un'operazione di questo genere: «L'area riformista (dai moderati che non vogliono Salvini e Meloni ai democratici che non vogliono morire grillini) è fortissima. E questo è fondamentale nel 2023». Il che vuol dire che questo nuovo soggetto politico, nelle intenzioni dell'ex premier, dovrebbe fare il suo debutto alle prossime politiche».
marco bentivogli foto di bacco
Anche l'ex Cisl Marco Bentivogli, fondatore della Start Up Civica «Base Italia» (che ha appoggiato insieme ad altre forze Beppe Sala con la lista dei «Riformisti») guarda con interesse in questa direzione. «Bisogna riconfigurare e riedificare la politica», spiega l'ex leader dei metalmeccanici della Cisl. Bentivogli pone l'accento soprattutto sul fatto che «l'agenda Draghi non ha un presidio politico»: «Enrico Letta - sottolinea - fa encomiabili sforzi. Ma una parte del suo partito più si chiude più si esalta. Non possiamo permettercelo».
Dunque, l'obiettivo del futuro soggetto politico di centro (definizione che però non piace a nessuno dei protagonisti di questa operazione) è, sempre per dirla con le parole di Bentivogli, «la costruzione di una forza attorno all'agenda Draghi». Una forza che sia aperta anche ai moderati di centrodestra. Ossia a quei settori di Forza Italia o di ex FI a disagio in un centrodestra a trazione Meloni-Salvini. Certo l'operazione non è semplice. Carlo Calenda e Matteo Renzi non sempre sono andati e vanno d'accordo. E comunque l'interlocutore resterà inevitabilmente il Partito democratico.
Finché rimane questa legge elettorale almeno. Anche per questa ragione Enrico Letta chiude al proporzionale: semmai per i vertici del Pd si può pensare a eliminare gli attuali collegi e mettere un premio di maggioranza. L'obiettivo del leader del Pd è chiaro, come spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti: «La scelta è di affidare le chiavi del governo agli elettori prima del voto e non regalarla ai partiti di centro dopo il voto» .