DI KIM È LA COLPA? - L’AMERICA SANZIONA LA COREA DEL NORD DOPO L’ATTACCO ALLA SONY. LE PROVE ANCORA NON CI SONO. MA OBAMA VUOLE MANDARE UN MESSAGGIO ALLA CINA E AL SUO ESERCITO DI HACKER

Giulia Pompili per "il Foglio"

 

obama xi jinpingobama xi jinping

Bianco, nero. Nero, bianco. O tutti e due? Le notizie sulla Corea del nord possono essere tutto e il suo contrario, oppure un miscuglio di elementi diversi in contrasto tra loro. Con Pyongyang c’è sempre il problema delle fonti, del loro controllo, della loro affidabilità. Da una parte ci sono le notizie – verificate – che arrivano dai paesi vicini, ovvero le reazioni di Cina, Giappone e Corea del sud e ovviamente America, alle minacce della Corea del nord. Dall’altra ci sono le dichiarazioni ufficiali del regime – “ornate” con un linguaggio cruento e propagandistico.

 

HACKER CINESI HACKER CINESI

A volte la retorica nordcoreana è prevedibile, spesso è smentita dai fatti. Nelle ultime settimane il paffuto Kim Jong-un è tornato a essere protagonista dei tg d’occidente: attacco informatico ai danni della Sony Pictures. Il paese più isolato al mondo, dotato di missili balistici e programma nucleare, la cui popolazione mangia poco ma si dedica molto al culto del leader, avrebbe sostenuto gli hacker che si fanno chiamare Guardiani della pace.

 

Pyongyang sarebbe responsabile dell’attacco alla Sony, e lo avrebbe fatto per protestare contro “The Interview”, il film che finisce con l’esplosione della testa di Kim Jong-un. Questa è la tesi di Washington. Ma gli attori dell’ennesima crisi nordcoreana hanno reagito in modo diverso, e l’unica notizia certa che abbiamo è che ne sappiamo ben poco. Questo è lo scenario. Sanzioni.

 

attacco hacker alla sony 7attacco hacker alla sony 7

Venerdì Washington ha annunciato nuove sanzioni economiche contro la Corea del nord per l’attacco alla Sony. Jen Psaki, portavoce del dipartimento di stato, ha detto che alla Casa Bianca si discute anche di “altre opzioni” contro Pyongyang. Le riflessioni sul caso degli esperti di Corea del nord e di cyberterrorismo sono varie. L’America è accusata di avere con la Corea una politica che negli anni non ha dato alcun frutto. Che senso ha sanzionare un paese la cui situazione economica è disastrosa?

 

I provvedimenti colpiscono l’intelligence nordcoreana e l’industria bellica, quindi i rapporti di Kim Jong-un con alcuni stati nemici dell’America (Siria, Iran, Namibia, ma tra i dieci funzionari colpiti dalle sanzioni ci sono anche il delegato nordcoreano in Russia e quello in Cina). Conseguenze? Probabilmente questo rafforzerà il traffico illegale di armi.

 

NEGARE SEMPRE & SCETTICISMO.

La Corea del nord ha negato di essere coinvolta nell’attacco informatico (e ha chiamato Obama “una scimmia in una foresta tropicale”).

 

obama capelli kim jong unobama capelli kim jong un

Anche molti esperti restano scettici. Perché l’Fbi ha detto di “avere prove concrete”? Quali? Top secret. Jeffrey Carr, uno dei più autorevoli analisti del settore, ha lanciato una petizione per chiedere alla Casa Bianca di rendere pubbliche le prove. Altro punto da chiarire: la Sony è un’azienda privata, un attacco informatico ai suoi danni è di interesse nazionale?

 

E’ possibile che la strategia della Casa Bianca sia quella di mandare un messaggio ai paesi che stanno formando cybersoldati (la Cina, soprattutto). Ieri sul Washington Post Anne Applebaum si domandava: perché punire l’attacco alla Sony e non far nulla contro la violazione dei diritti umani di Pyongyang – quella sì documentata e provata? Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations, ha scritto sul Wall Street Journal che l’unico modo per risolvere la questione nordcoreana è eliminarla dalla carta geografica (riunificandola con il Sud).

kim jong un obamakim jong un obama

 

PATATE, DIPLOMAZIA E CYBERPIRATI.

 

Nel fine settimana la Corea del sud ha approvato l’invio di venti tonnellate di patate dolci verso il nord. Un segnale non di poco conto, perché Pyongyang ha un disperato bisogno di aiuti alimentari. Nel discorso d’inizio anno Kim Jong-un ha aperto al dialogo col Sud, e la presidente sudcoreana Park ha accolto con favore l’ipotesi. Eppure nel libro bianco della Difesa pubblicato ieri da Seul si descrive il famigerato Bureau 121, l’unità militare informatica composta da seimila soldati, probabilmente responsabile dell’attacco informatico del 2013 al sistema bancario sudcoreano.

 

PECHINO, ABBIAMO UN PROBLEMA.

Lunedì la Cina, storica (spesso unica) alleata della Corea del nord, ha protestato formalmente per l’uccisione, da parte di un disertore nordcoreano, di quattro cinesi a Nanping, sul confine tra i due paesi. L’episodio sarebbe avvenuto a fine dicembre, e non è isolato: molti nordcoreani spinti dalla fame attraversano il confine e vanno in cerca di cibo dai contadini del luogo, che hanno addirittura un numero d’emergenza dedicato da chiamare.

SHINZO E AKIE ABE SHINZO E AKIE ABE

 

TRIPLICE ALLEANZA, MA TOKYO…

Subito prima delle sanzioni, Obama, Park e il premier giapponese Shinzo Abe hanno stilato un accordo di intelligence sharing sulla Corea del nord. Il Giappone ha firmato controvoglia: Tokyo durante l’estate aveva dato una svolta alla vecchia questione dei giapponesi rapiti durante gli anni 70 dai servizi di Pyongyang alleggerendo le sanzioni e ottenendo l’apertura di un’inchiesta. La questione è così sentita in Giappone che Abe ci si è giocato gran parte della campagna elettorale.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…