giuseppe conte antonio costa

L’ALLEANZA DEGLI EURO-STRACCIONI - CONTE INCONTRA IL PREMIER PORTOGHESE ANTONIO COSTA E LO SPAGNOLO SANCHEZ PER SIGILLARE L’INTESA IN VISTA DEL CONSIGLIO UE - L’IDEA È DIFENDERE IL RECOVERY FUND DA 750 MILIARDI DAGLI ATTACCHI DEI “FRUGALI” - “IL GIORNALE”: “CONTE FA IL PIAZZISTA IN EUROPA E VENDE RIFORME INESISTENTI. ADESSO PURE IL DECRETO SEMPLIFICAZIONI, PREPARATO PER DUE MESI, DOVEVA ESSERE ‘LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME’, INVECE DOPO CINQUE ORE DI DISCUSSIONE ESCE UN MONUMENTO AL VOGLIO MA NON POSSO”

1 - IL PREMIER A LISBONA: FRONTE COMUNE SU MES E RECOVERY FUND

Marco Conti per “il Messaggero”

 

«La proposta della commissione Ue sul Recovery Fund è «giusta, intelligente ed equilibrata». Antonio Costa, primo ministro portoghese, riceve il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Lisbona e insieme preparano il consiglio Ue di metà mese. Obiettiivo, contenere i falchi del Nord Europa che tardi hanno compreso la pericolosità del Covid e con altrettanto ritardo vorrebbero preparare la reazione dell'Europa. Conte e Costa si muovono all'unisono insieme allo spagnolo Sanchez che il premier italiano incontrerà oggi alla Moncloa.

GIUSEPPE CONTE ANTONIO COSTA

 

I tre, supportati dalla Francia, chiedono che dal prossimo consiglio europeo si esca con una decisione «molto chiara», anche perché «più tardi prenderemo decisioni peggio sarà». «Ci auguriamo che il prossimo consiglio europeo sia quello risolutivo e ci batteremo per questo», sostiene Conte ricordando anche che «le previsioni diffuse oggi sono molto negative». I paesi mediterranei difendono a spada tratta la proposta della Commissione che prevede 750 miliardi di euro solo nel Recovery fund.

 

Anche se le risorse dovessero ridursi di un centinaio di miliardi, in modo da accontentare anche i nordici austriaci e olandesi, per l'Italia si tratta di una enorme quantità di miliardi che il nostro Paese dovrà però essere in grado di dimostrare di saper spendere. Inoltre ci sono le risorse del Mes che per ammontano a circa 36 miliardi che il governo dà un po' già per acquisiti al punto di averli inseriti nel Pnr (Piano nazionale di riforme).

GIUSEPPE CONTE ANTONIO COSTA

 

IL CLIMA

Anche ieri sera a Lisbona, Conte a detto che l'argomento non è oggetto del suo tour europeo che oggi lo porta a Madrid, poi all'Aja e lunedì a Berlino. «Di Mes non ne abbiamo parlato, non è nei nostri principali pensieri», ha sostenuto, anche se l'Italia sta cercando di concertare la richiesta di accesso ai fondi, con altri paesi europei. L'Italia ultima nella classifica della crescita, rischia di restare il fanalino di coda anche quando ci sarà quel rimbalzo che tutti si attendono per il prossimo anno.

 

In un clima di forte incertezza, il presidente del Consiglio cerca sponde per arginare i nordici anche su una possibile riattivazione del patto di stabilità che è stato sospeso all'inizio della pandemia. Proprio per frenare tale tentazione, ieri dalla Commissione filtrava che tra i ministri delle Finanze dell'area euro non c'è «nessuno» che pensi che il 2021 «sia il momento giusto per una stretta della politica di bilancio» nell'area euro, che sta affrontando una pesantissima recessione.

 

giuseppe conte pedro sanchez

IL SENSO

La discussione su quando rimuovere la clausola generale di salvaguardia probabilmente si concentrerà «sul 2022». Non ora, ma comunque sempre troppo presto per l'Italia e il suo pesantissimo debito pubblico. «Il progetto Next generation Eu insieme al Quadro finanziario pluriennale sono un pacchetto unitario e vanno considerati tutti i suoi aspetti. Non ha molto senso isolare qualche aspetto», insiste Conte contestando in questo modo l'idea olandese che il Recovery possa slittare in autunno.

 

Il fronte dei paesi mediterranei si prepara quindi allo scontro con i paesi del Nord Europa sia sulla quantità delle risorse messe a disposizione, sia sui tempi di utilizzo. Uno scontro che potrebbe impedire il raggiungimento di un'intesa con la possibile convocazione di un altro vertice straordinario sempre nel mese. Prima di fare previsioni, è però opportuno attendere l'incontro che lunedì Conte avrà a Berlino con la Cancelliera Merkel.

 

GIUSEPPE CONTE PEDRO SANCHEZ

2 - CONTE FA IL PIAZZISTA IN EUROPA E VENDE RIFORME INESISTENTI

Massimiliano Scafi per “il Giornale”

 

E poi dicono che gli manca lo sguardo sul futuro. Il decreto? È pronto, «è una rivoluzione», lo approveremo in pochi giorni. Le grandi opere? Le sbloccheremo, «restano solo alcuni dettagli», e dopo il Paese riprenderà a correre. La lista degli interventi? Ve la faremo avere, presto, prestissimo, quando avremo risolto «alcune questioni tecniche». Il taglio alla burocrazia? Eccolo: novantasei (sì, 96) pagine di articolato, alla faccia della semplificazione. Anche quello però è un documento provvisorio, «salvo intese», instabile come il governo.

 

«Ma è un risultato clamoroso, io mi vanterò di questo provvedimento in Europa». Faremo, provvederemo, chiuderemo nei prossimi giorni. Dopo la nottata di trattative, Giuseppe Conte illustra il decreto che non c'è. Gli occhi gonfi, tante diapositive, tantissime deroghe, rimandi, posticipazioni. Il premier si presenta infatti nella Sala Galeoni di Palazzo Chigi senza un testo definitivo, senza un accordo politico blindato, senza un'idea precisa di quando il dl potrà essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

 

GIUSEPPE CONTE ANGELA MERKEL

La bozza ha subito diverse modifiche che devono essere assorbite dai ministeri e vagliate dalla Ragioneria generale. I passi avanti più concreti, quelli che potranno velocizzare la macchina, sono sui reati di abuso d'ufficio e danno erariale. Sugli appalti e i commissari restano distanze politiche, ma non importa, il premier ha quello che voleva, un provvedimento cornice da sbandierare a Bruxelles per dimostrare che stavolta l'Italia fa sul serio. Anzi, farà, guardiamo al futuro.

 

Centotrenta cantieri da far partire, anche se per ora l'elenco si ferma a cinquanta. Una sforbiciata alle regole e alle lungaggini del Belpaese. Una spinta alla ripresa. Al momento solo titoli, scatole vuote, belle intenzioni, ma è con queste carte che Conte inizia il suo viaggio diplomatico in Europa, tra Lisbona, Madrid e Berlino, alla ricerca di alleati in vista della battaglia per il Recovery Fund. Come un piazzista di lusso dovrà convincere Portogallo e Spagna a fare fronte comune e Angela Merkel a spalleggiarci.

CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON

 

Peccato che la narrazione di una nazione in marcia cozzi contro tre rapporti freschi freschi che raccontano una realtà diversa. Bankitalia spiega che il quaranta per cento delle famiglie non potrà pagare il mutuo per la casa, l'Ocse che la disoccupazione arriverà al 12,4 per cento e la Ue che il nostro Pil crollerà dell'11,2. Un quadro drammatico, la risposta è la solita strategia del rinvio. Autostrade, Ilva, banda larga, Mes, l'elenco delle scelte lasciate in sospeso è lunghissimo.

 

Adesso pure il decreto Semplificazioni. Atteso e preparato per due mesi, doveva essere «la madre di tutte le riforme», il motorino di avviamento per l'economia. Invece dopo cinque ore di discussione notturne dal Consiglio dei ministri esce un monumento al voglio ma non posso, come ammette lo stesso Conte. «L'intesa è tecnica. Sul piano politico abbiamo lavorato tanto, abbiamo fatto alcune modifiche e serve qualche giorno per la versione finale». Ma lui si dichiara soddisfatto.

 

merkel macron conte

«Il decreto semplifica, digitalizza, velocizza, sblocca una volta per tutte cantieri e appalti. È il trampolino di lancio di cui l'Italia ha bisogno. Basta con i lavori fermi e con le attese infinite, perché la pubblica amministrazione potrà esporre solo una volta le ragioni di un no». Non ci saranno gare sotto i 150 mila euro di importo, e aggiunge, i funzionari «non dovranno più avere paura di firmare, anzi rischieranno di più a non farlo, la responsabilità erariale si limita al dolo». Cita alcune opere inserite nel piano Italia Veloce e giura: «Meno file e meno scartoffie». Salvo intese?

 

 

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...