beppe grillo con l ambasciatore cinese li junhua cina

A CHI DIMENTICA CHE LA CINA È UN REGIME, CI PENSA L'AMBASCIATA IN ITALIA A RICORDARGLIELO - DURISSIMO COMUNICATO CONTRO I PARLAMENTARI (RADICALI E FRATELLI D'ITALIA) CHE HANNO OSPITATO JOSHUA WONG, LEADER DELLA RIVOLTA DI HONG KONG: ''HANNO COMMESSO UN GRAVE ERRORE, L'ITALIA NON HA ALCUN DIRITTO DI INTROMETTERSI NEI NOSTRI AFFARI INTERNI'' - WONG: ''DI MAIO MI HA DELUSO, SI E' SCHIERATO CON PECHINO''

Mattia Soldi per www.formiche.net

 

li junhua maria elisabetta alberti casellati

Alla faccia della non ingerenza. Puntuale come un orologio svizzero è arrivato il comunicato dell’ambasciata cinese a Roma sulla conferenza alla sala stampa del Senato con il leader delle proteste a Hong Kong Joshua Wong invitato dal Partito radicale e da Fratelli d’Italia. Conferenza cui Wong è stato costretto a partecipare via Skype, avendogli le autorità di Hong Kong impedito di lasciare il Paese per recarsi in Italia. I parlamentari bi-partisan che hanno preso parte all’iniziativa, sentenzia l’ambasciata, hanno fornito “una piattaforma per un separatista pro-indipendenza di Hong Kong e supportato “la violenza e il crimine”.

 

Poi il verdetto: “Si è trattato di un grave errore e di un comportamento irresponsabile per cui siamo fortemente insoddisfatti ed esprimiamo la nostra più ferma opposizione”. La missione diplomatica guidata dall’ambasciatore Li Jinhua auspica dunque che “le persone coinvolte rispettino la sovranità cinese e si impegnino in azioni che aiutino l’amicizia e la cooperazione tra Italia e Cina e non il contrario”.  Il leit-motiv delle minacce cinesi è sempre lo stesso. Condannare la repressione del governo comunista delle manifestazioni a Hong Kong è un’intromissione in affari che “appartengono alla politica interna della Cina e nessun Paese, organizzazione o singolo ha alcun diritto di interferirvi”.

 

JOSHUA WONG IN COLLEGAMENTO CON IL SENATO ITALIANO

Insomma, per l’ambasciata cinese un gruppo di parlamentari italiani non ha “alcun diritto” di convocare dentro al Senato della Repubblica una conferenza stampa per esprimere una posizione su un evento su cui il mondo intero ha gli occhi puntati, perché si tratta di un “grave errore” e di una indebita “interferenza”. Interferenza non è, invece, minacciare di ripercussioni un Paese sovrano perché non ha limitato la libertà d’espressione all’interno delle sue istituzioni.

 

JOSHUA WONG

Wong, giovane attivista di 23 anni, segretario del partito Demosisto cui la Commissione elettorale di Hong Kong ha impedito di partecipare alle elezioni dei Consigli distrettuali (stravinte dal suo partito), altro non sarebbe, dice il ministero degli Esteri cinese, se non un criminale che “ha pianificato e partecipato al caos, alle violenze e agli attacchi alla polizia; tutte azioni criminali che ne hanno determinato l’arresto e attualmente si trova in una condizione di libertà provvisoria in attesa del processo”. Non solo: “ha distorto la realtà, legittimato la violenza, criticato (sic!) il principio “un Paese, due sistemi” e chiesto pubblicamente l’ingerenza di forze straniere negli affari di Hong Kong, comportandosi come un clown saltellante “pro-indipendenza di Hong Kong”. I parlamentari italiani sono quindi rei di aver “ignorato i fatti appena descritti”.

JOSHUA WONG IN COLLEGAMENTO CON IL SENATO ITALIANO

 

Di fronte a un’aperta violazione della sovranità del Parlamento e a una condanna senza precedenti di uno Stato straniero della libertà d’espressione delle istituzioni italiane ci si chiede quanto ancora possa durare la linea della “non-ingerenza” annunciata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e sposata in pieno dal partito di cui è leader, il Movimento Cinque Stelle. I fatti dimostrano che, dall’altra parte, simili premure non sono prese in considerazione. Ci si chiede infine se il governo italiano, e in particolar modo questo governo, che ha messo in cima all’agenda la sovranità e la centralità del Parlamento, riterrà ora opportuno prendere una posizione a difesa delle istituzioni. Non c’è a ben vedere ragione d’opportunità che giustifichi oltre un silenzio sempre più assordante.

 

rachadej wongtabutr

 

WONG, 'L'ITALIA FORNISCE MEZZI PER LA REPRESSIONE'

 (ANSA) - L'Italia, attraverso le sue aziende, fornisce i mezzi alla polizia di Hong Kong per portare avanti la repressione dei manifestanti che da mesi protestano contro le autorità di Pechino. È un'accusa pesante quella lanciata dall'attivista leader delle proteste nell'ex colonia britannica Joshua Wong, che in collegamento video con il Senato a Roma ha chiesto all'Italia di "dimostrare quanto tenga alla libertà" e di prendere "misure adeguate a riguardo".

 

E ha avvertito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio di "stare attento" ai rapporti economici con la Cina, perché "non esistono pranzi gratis al mondo". Il giovane attivista era stato invitato a partecipare di persona all'incontro organizzato da Fratelli d'Italia e Partito Radicale, ma le autorità di Hong Kong gli hanno negato l'autorizzazione a viaggiare in Europa. Il suo appello all'Italia non è stato meno forte per questo, così come le sue accuse.

 

Beppe Grillo con l ambasciatore cinese Li Junhua

"Da cinque mesi viviamo la brutalità della polizia, che ormai usa armi da fuoco contro i manifestanti. Peraltro, ci sono anche aziende italiane che contribuiscono e forniscono loro mezzi, tra cui autovetture", ha detto Wong. "Invito a prendere delle iniziative per quanto riguarda l'esportazione di armi antisommossa e i mezzi utilizzati dalla polizia a Hong Kong", è stato l'appello del'attivista ai parlamentari presenti all'incontro, esortando poi il governo italiano ad "adottare misure simili al provvedimento approvato dagli Stati Uniti, con una chiara richiesta da parte di Roma di fermare le violazioni dei diritti umani".

 

In conferenza stampa, Wong ha raccontato che a Hong Kong c'è una vera e propria "crisi umanitaria", e che "con l'esperienza e l'esempio di Hong Kong" davanti agli occhi, "anche l'Italia deve stare attenta in particolare al progetto Belt and Road Inititative, la Via della Seta. Non è altro che una strategia della Cina per influenzare i Paesi". L'Unione europea, e in particolare l'Italia, "dovrebbero rivedere i loro legami economici con un regime così brutale come quello di Pechino".

li junhua sergio mattarella 1

 

 Wong non ha risparmiato ancora una volta le sue critiche al titolare della Farnesina, ribadendo di essere rimasto "piuttosto deluso nel leggere le dichiarazioni indifferenti" del ministro sulle proteste. Un rammarico già espresso in occasione del suo intervento in video ieri sera all'incontro 'Hong Kong Democracy' alla Fondazione Feltrinelli a Milano, durante il quale ha sottolineato che Di Maio "ha detto di non voler interferire con i fatti di altri Paesi, ma ha tralasciato le brutalità della polizia". In Senato Wong ha espresso "rammarico" anche per la posizione di papa Francesco. "Considerati gli interessi del Vaticano con la Cina, non sono tanto sorpreso dalle parole del Papa che si è espresso a favore di pace e giustizia sociale, ma sono lo stesso rammaricato", ha detto.

 

li junhua

"Vedendo i giovani che vengono torturati e arrestati, nel suo ruolo di leader religioso non dovrebbe rimanere silente", ha osservato l'attivista. "Spero che Francesco possa riconsiderare la sua posizione ed esprimere più riguardo verso i manifestanti e la violazione dei diritti umani". Wong ha infine voluto ringraziare l'impegno dei deputati e senatori italiani a sostegno della lotta dei manifestanti, e ha sottolineato che seguirà con attenzione i provvedimenti che saranno presi dal Parlamento. "La mia richiesta umile è che l'Ue e l'Italia non chiudano gli occhi dinanzi alla crisi umanitaria di Hong Kong".

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...