L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - SCALFARI, FLORES D’ARCAIS, MIELI: UN TRIANGOLO DI INTELLIGENZE VOTATE ALLA DISTRUZIONE? - EU-GENIO, IL MAESTRO DEI DUE, INVITA A ESPATRIARE - FLORES CERCA L’ESPLOSIONE DEL PD ATTRAVERSO RENZI - MIELIG HA RESO, CON IL TORMENTONE DELLA “CASTA”, TUTTA LA PARTITOCRAZIA INFREQUENTABILE - NUOVE ALLEANZE ATTENDONO LE LORO BENEDIZIONI (O MALEDIZIONI)…
Barbara Palombelli per "Il Foglio"
Sono tre persone intriganti. Sono fra i più affascinanti uomini italiani. Sono stati - su questo non ho dubbi - amatissimi dalle donne, dagli amici, spesso dagli uomini politici, dagli editori. Esercitano sugli interlocutori, sul pubblico che li legge e li segue - da decenni, sempre e comunque - un potere di suggestione pari al loro ostentato e apparente basso profilo.
Hanno nemici e avversari che li temono, come accade in Italia da secoli ai grandi condottieri. Un tempo sarebbero stati capitani di ventura, dal momento che hanno militato prima al fianco del Partito socialista (in tempi diversi, vergognandosene poi moltissimo) poi del suo killer Antonio Di Pietro, senza che alcuno trovasse la cosa stravagante. Il fascino regala, questo è il suo bello, un'indulgenza plenaria, un'assoluzione permanente.
Come nelle trinità , in principio fu il Maestro.
Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica e leader di tutti i partiti che non ci furono e non ci saranno, dal fascismo di sinistra ai Radicali di destra, dai repubblican-comunisti ai democratici confindustriali, compiuta e ultimata la destrutturazione della classe dirigente nazionale, oggi invita i lettori all'espatrio (molti hanno già provveduto, altri da domenica stanno preparando passaporti e valigie).
Il più sincero e rivoluzionario è certamente Paolo Flores D'Arcais, famiglio se non allievo del Fondatore (pubblica MicroMega con l'editrice debenedettiana e ha un fratello, Alberto, che è stato l'apprezzata colonna di Repubblica per la politica estera). Ora dice che voterà Renzi per distruggere il Pd e far trionfare Beppe Grillo (e Scalfari gli ha dato del "disturbato").
Ma potrebbe essere anche un'ennesima prova di snobismo. Quando lasciò la guida del centro culturale Mondoperaio, laboratorio politico collocato fra i miglioristi del Pci e il miglior craxismo della prima ora, confessò di essere stufo dei ritardi cronici di Claudio Martelli agli appuntamenti. Ironico e garbato nel tratto, Flores scrive come una lama e non sbaglia mai il taglio.
Il terzo, Paolo Mieli per gli amici Mielig, è cresciuto all'Espresso e ha sempre amato-imitato-odiato le liturgie scalfariane. Ha però realizzato (qualcuno dice involontariamente, ma sarebbe il colmo) la più colossale eversione del Dopoguerra: con il tormentone della Casta, ha reso tutta la partitocrazia ugualmente inguardabile e infrequentabile. Diciamo che da direttore del Corriere aveva superato il Maestro, bruciando con la notizia dell'avviso di garanzia a Silvio Berlusconi premier - autunno 1994 - tutte le affannose costruzioni giudiziarie anti Cav. del quotidiano romano.
Un triangolo di intelligenze votate dunque alla distruzione? A giudicare dai risultati - ma questo sarà lavoro per gli storici - forse sì. In realtà , il grande spettacolo giornalistico italiano si è nutrito vampirescamente di rotture clamorose, di polemiche furiose e sovente di rapporti bruciati per una battuta fuori posto. Né si può escludere che dal big bang del centrosinistra, aiutato da banche e banchieri non disinteressati (che magari ora trovano più comodo un Grillo di un Di Pietro, utili a congelare voti e a rendere i governi tecnici una "dolorosa necessità "), nasca qualcosa di buono.
A prima vista, non sembra facile. Chi ci spiegherà come potremo restare politicamente corretti, amici dei pm, democratici, in pace con noi stessi, con i diritti delle donne, con i popoli del terzo mondo, gli afflitti e i diseredati?
Basterà mettere l'i-Pad nei bagagli, potremo seguire la stampa anche dall'oltremare (o dalla Parigi molto di moda ai tempi delle fughe anti Pdl). Gli scalfariani più osservanti voteranno alle elezioni col passaporto in tasca pronti alla fuga. Fra le macerie delle prime due repubbliche, Eugenio e i due Paoli si muoveranno benissimo, sono sicura. Nuovi partiti, nuovi leader, nuove alleanze attendono le loro benedizioni (o maledizioni). Grande è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è eccellente. Andava bene per Mao, va bene anche per i rivoluzionari di carta.




