matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

“SIAMO IL PARTITO PIÙ FORTE DELLA COALIZIONE, MA LEGA E FORZA ITALIA HANNO PIÙ GOVERNATORI DI NOI” – L’ASSALTO ALLE REGIONI DELLA MELONI, CHE PRETENDE L'EMILIA ROMAGNA E PUNTA ANCHE IL VENETO ROCCAFORTE DELLA LEGA, APRE UN ALTRO FRONTE NELLA MAGGIORANZA – TAJANI E SALVINI SI INCAZZANO – FORZA ITALIA STOPPA GLI APPETITI DELLA DUCETTA: “IL METODO DEVE ESSERE UN ALTRO” - ANCHE I LEGHISTI MASTICANO AMARO: “NESSUNO CI HA DETTO NIENTE, ALLA FINE DEVE TORNARE TUTTO IN EQUILIBRIO…”

Federico Capurso  per "la Stampa" - Estratti

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Giorgia Meloni freme per avere più Regioni su cui piantare la bandiera di Fratelli d'Italia. «Siamo il partito più forte della coalizione, ma Lega e Forza Italia hanno più governatori di noi», lamenta da tempo la premier. È una fame, la sua, che non è ancora riuscita a saziare.

 

L'unica occasione si è presentata in Sardegna, dove però il fedelissimo di Meloni, Paolo Truzzu, ha fatto un buco nell'acqua. E così, adesso, prima ancora di parlarne con gli alleati, nel quartier generale di Fratelli d'Italia si dicono convinti: «L'Emilia Romagna spetta a noi».

 

Sulla carta, l'unica Regione a tornare al voto il prossimo novembre sarebbe dovuta essere l'Umbria, dove è sicura la ricandidatura dell'uscente Donatella Tesei, della Lega.

 

Ma poi tra inchieste ed Europee, sono spuntate alla finestra anche la Liguria e l'Emilia Romagna. Nel centrodestra, infatti, in pochi scommettono sulla permanenza del governatore ligure Giovanni Toti, ancora agli arresti domiciliari. Allo stesso modo, viene dato per certo il trasferimento a Bruxelles del presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, uno dei capilista del Pd alle Europee. Scatterebbe quindi il voto anticipato.

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Nessuno vuole mettere il cappello sulla Liguria: si va verso un candidato civico come il rettore dell'Università di Genova Federico Delfino. È invece in Emilia Romagna, regione rossa, mai governata dal centrodestra, che Meloni cerca una sfida dal forte valore simbolico.

 

Gli alleati vengono considerati poco. La Lega ha già provato a conquistarla due volte, l'ultima con Lucia Borgonzoni, respinta da Bonaccini e dalle Sardine: «Il loro turno è passato, ora tocca a noi», commenta un fedelissimo della premier. In casa Forza Italia, invece, l'unica ad avere lo standing e il profilo giusto sarebbe la bolognese Anna Maria Bernini, «ma è già ministra dell'Università, e Meloni - assicurano da FdI - non ha alcuna intenzione di fare un rimpasto». Insomma, i Fratelli considerano l'Emilia Romagna cosa loro.

In questi giorni hanno iniziato a studiare l'identikit del candidato giusto con cui provare a espugnare la Regione.

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

(...) Donna, imprenditrice, fortemente legata al territorio e vicina a FdI, ma non necessariamente con la tessera del partito in tasca.

Dentro Lega e Forza Italia, però, le reazioni non sono delle più entusiaste all'idea che la decisione sia già stata presa: «Il metodo, per quanto ne sappiamo, è un altro - commentano stizziti nel partito di Antonio Tajani -. Prima ci si siede intorno a un tavolo e poi si fanno le dovute valutazioni nei migliori interessi del centrodestra». Anche i leghisti sembrano poco entusiasti: «Nessuno ci ha detto niente. In ogni caso, alla fine, deve sempre tornare tutto in equilibrio e troveremo un accordo». 

 

(...)

I leghisti mettono tutto nello stesso paniere, ma sono partite diverse, perché l'Emilia Romagna è una regione ricca, che fa gola quanto il Veneto, a differenza del feudo di Luca Zaia, però, andrebbe strappata al centrosinistra che la governa da sempre. E il Pd si sta già preparando. In pole per il dopo Bonaccini c'è la sua attuale vicepresidente, Irene Priolo, e restano alti anche i nomi del sindaco di Ravenna Michele De Pascale e dell'assessore regionale per lo Sviluppo economico e il Lavoro Vincenzo Colla.

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

 

Sarà una partita difficile ed è per questo che Meloni non ha alcuna intenzione di mollare la presa sul Veneto. «Spetta a noi, non alla Lega», diceva in questi giorni il senatore di FdI Raffaele Speranzon. Il candidato è già pronto sulla linea di partenza: il senatore Luca De Carlo, che i colleghi - per scherzare - già chiamano «presidente».

 

Anche per questo FdI resta fermamente contraria a concedere una deroga per un terzo mandato ai governatori, che farebbe tornare in pista in un colpo solo Zaia in Veneto, Bonaccini in Emilia Romagna, Michele Emiliano in Puglia e Vincenzo De Luca in Campania. Meloni le conta e le riconta, poi guarda le date sul calendario: tutte al voto entro la fine del 2025. Le viene già una gran fame.

MELONI TAJANI SALVINI AL COMIZIO PER TRUZZUmatteo salvini giorgia meloni. antonio tajani 2

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA