
L’ATROCE MORTE DI VALERIA SOLESIN NARRATA DAL FIDANZATO – È MORTA LENTAMENTE PER DISSANGUAMENTO MENTRE VENIVA STRETTA FRA LE BRACCIA DI ANDREA RAVAGNANI IL QUALE, FINGENDOSI MORTO, TENTAVA DI SALVARE, OLTRE A SE STESSO, LA SUA RAGAZZA
Valeria Solesin accanto al fidanzato Andrea Ravagnani
Valeria Solesin è stata colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi al Bataclan, mentre era assieme al fidanzato, Andrea Ravagnani, ed è morta per dissanguamento tra le braccia del ragazzo che la proteggeva. E' la ricostruzione fornita dal fidanzato e dagli amici ai carabinieri di Venezia.
Secondo quanto scritto dalla Tribuna di Treviso, Valeria è stata colpita da un unico proiettile di kalashnikov che le ha devastato parte del bel volto e l'ha fatta morire per dissanguamento. Un colpo che non è stato subito letale: la ragazza è morta lentamente mentre veniva stretta fra le braccia del fidanzato il quale, fingendosi morto, tentava di salvare, oltre a se stesso, la sua ragazza.
Ecco come è spirata Valeria nella strage del teatro Bataclan, secondo la ricostruzione emersa durante il lungo esame autoptico eseguito ieri pomeriggio nell'ospedale all'Angelo di Mestre dal professor Massimo Montisci dell'università di Padova con il responsabile del servizio di Medicina legale mestrina, Silvano Zancaner, su incarico della procura di Venezia e di Roma.
L’arrivo della salma di Valeria Solesin all’aeroporto Marco Polo di Tessera
Il proiettile, racconta ancora la Tribuna, è stato esploso dall'alto verso il basso: l'assassino si trovava su un palco all'interno del teatro e mirava agli spettatori in platea. La giovane è stata centrata nella parte sinistra del viso, devastato nell'area delle labbra, della mandibola sinistra e del naso. Poi il proiettile è "sceso" verso la spalla ed è uscito attraverso la schiena dopo aver perforato il polmone sinistro. È stata una morte lenta, non istantanea.
Mamma e papa' di Valeria tornano a casa accompagnati dai carabinieri
Valeria è crollata, il fidanzato Andrea l'ha abbracciata e così, stretti l'uno all'altra, i due ragazzi sono rimasti prigionieri nel teatro-mattatoio dove i jihadisti dell'Is cercavano i vivi a uno a uno, in mezzo ai corpi finiti a terra, inciampando fra cadaveri e feriti, per infliggere "il colpo di grazia" a chi fosse eventualmente sopravvissuto.
Lei, agonizzante, è rimasta in vita forse un quarto d'ora, forse mezz'ora; lui, cercando di proteggere e salvare fino all'ultimo la fidanzata, si è finto morto. "È stato un tempo interminabile" ha ammesso ieri agli investigatori. Forse addirittura un paio d'ore e oltre, prima del blitz delle teste di cuoio avvenuto intorno alla mezzanotte.
Andrea, la sorella Chiara ed il fidanzato di lei, Stefano Peretti non si erano in realtà mai allontanati da Valeria. La separazione con la giovane c'è stata quando nel teatro, due ore dopo l'irruzione jihadista, sono intervenute le teste di cuoio francesi e i primi soccorsi. I tre giovani sono stati sentiti ieri, per la prima volta in Italia, dai carabinieri di Venezia su delega del procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito.
il concerto al bataclan prima della strage 14
il concerto al bataclan prima della strage 10
il concerto al bataclan prima della strage 13
VITTIME DEL BATACLAN