L’ERRORE DI PITTIBIMBO - LA REAZIONE DELLA CONTRAEREA RENZIANA SUI SOCIAL NETWORK ALLA CASTRONERIA (“BOYSCOUT DI GELLI”) DI PIERO PELÙ L’HA FATTA INVECE DIVENTARE UN ARGOMENTO DI DISCUSSIONE POLITICA - PELÙ A CASA DI LICIO GELLI, IL VIDEO DEL 1995

1. PIERO PELÙ A CASA DI LICIO GELLI, IL VIDEO DEL 1995
http://video.corriere.it/piero-pelu-casa-licio-gelli-video-1995/95662f2c-d232-11e3-8ed3-fdcfbf1b09b2

Piero Pelù a casa di Licio Gelli. In rete un video del 1995 nel quale si vede l'allora cantante dei Litfiba che entra a Villa Wanda e incontra il Venerabile della Loggia P2.

2. L'AMPLIFICATORE DELLA RETE E QUELLE FRASI SENZA CONTENUTO
di Marco imarisio per Corriere della Sera

Piero Pelù non è mai stato un funambolo della parola. La parte migliore della sua produzione, sia in versione Litfiba che solista, è sempre stata quella musicale, unita a una indubbia presenza scenica. Anche per questo la reazione del ristretto cerchio renziano a quanto detto dall'autore di immortali versi quali «Toro loco/hai quel fuoco» durante il concertone del Primo maggio sembra piuttosto esagerata.

La definizione dell'attuale premier come «boyscout di Licio Gelli» va classificata alla voce «castroneria», così grossa che poteva essere tranquillamente lasciata cadere nel nulla. La reazione della contraerea renziana sui social network l'ha fatta invece diventare un argomento di discussione politica, e con tutto il rispetto ma gli italiani avrebbero grane maggiori delle quali occuparsi e sulle quali scannarsi.

La nuova comunicazione, vivaddio più moderna e spigliata delle precedenti, alla quale si è affidato il presidente del Consiglio è caduta nel vecchio vizio della lesa maestà, molto diffuso ai tempi di Berlusconi quando qualche artista, e all'epoca ce n'erano molti più di oggi, osava attaccare l'ex Cavaliere. Non c'è molta differenza tra i commenti astiosi delle onorevoli Moretti e Picierno, due esempi tra i tanti, e quelli d'antan del vituperato Maurizio Gasparri.

L'accostamento di Renzi con il fondatore della loggia P2 è offensivo ma non inedito. Quella di Pelù era quasi una citazione da una delle sue innumerevoli interviste «politiche», e il concetto viene ribadito anche nell'autobiografia appena uscita. Se lo inviti a un evento, non puoi sperare nella museruola o in una improvvisa resipiscenza. Anzi, con apprezzabile sforzo Pelù, dipietrista pentito convertito al Movimento Cinque Stelle, ha evitato di propinare al pubblico la strampalata teoria delle scie chimiche, della quale risulta seguace.

La faccenda potrebbe chiudersi qui, non fosse che Beppe Grillo ha adottato la castroneria del suo famoso sostenitore dandole veste di autorevole opinione, e smerciandola sul suo blog come una pezza d'appoggio alle sue tesi contro l'odiato «Renzie». D'accordo, in politica vale tutto, tanto più durante una campagna elettorale che al solito si annuncia parecchio virulenta, e un testimonial televisivo non fa mai male.

Ma anche Grillo, persino Grillo, quello che «gli italiani non ne possono più» dovrebbe sapere che i mal di testa del Paese sono altri, che la sua lotta dovrebbe avere orizzonti più vasti dell'invettiva da bar come la sparata da Toro loco. Sempre che il fondatore del M5S abbia interesse al confronto, anche duro, su temi veri e concreti. Altrimenti, per tutto il resto ci sarebbe pure Martufello.

 

 

BERLUSCONI BRUNETTA RENZI PIERO PELU IDENTIKIT RENZIPIERO PELU DURANTE UN CONCERTO

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