LA STRETTA “GREEN” DELL'EUROPA CI FARA' IL CULO A STRISCE – LA COMMISSIONE UE VUOLE RIVEDERE IN SENSO MOLTO PIÙ STRINGENTE I LIMITI DI POLVERI SOTTILI CONSENTITE NELL'ARIA DA QUI AL 2030. IL PROBLEMA È CHE, CON I NUOVI STANDARD, AMPIE ZONE DELL'ITALIA SAREBBERO “FUORILEGGE” (VEDI LA PIANURA PADANA E LA STESSA ROMA) – PICHETTO FRATIN CHIEDE A BRUXELES “FLESSIBILITA’” – IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA, ATTILIO FONTANA, DENUNCIA: “CON I NUOVI LIMITI DOVREBBE CHIUDERE IL 75% DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE”
Estratto dell'articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”
Qualcuno, come il capodelegazione di Fratelli d'Italia a Bruxelles Carlo Fidanza, già la bolla come «l'ennesima eurofollia green» imposta dall'Europa. E anche se il governo italiano per il momento mantiene toni più concilianti, a Roma l'allarme è scattato forte e chiaro.
A innescarlo, è stata la proposta della Commissione Ue di rivedere in senso molto più stringente i limiti di polveri sottili inquinanti consentite nell'aria di qui al 2030. Limiti che, se applicati alla lettera, costringerebbero una Regione come la Lombardia a «chiudere il 75 per cento delle attività produttive», ha denunciato il governatore Attilio Fontana.
[…] anche il governo è convinto che si debba correggere la rotta. Impegnandosi sì a rispettare l'obiettivo di ridurre del 55% le emissioni entro i prossimi 7 anni, ma chiedendo a Bruxelles di tener conto delle «specificità» del territorio italiano. Richiesta che verrà portata anche al prossimo consiglio europeo dei ministri dell'Ambiente in calendario per il 20 giugno.
Nessuna deroga, è la linea di Roma. Ma una necessaria dose di «flessibilità» nel giudizio. Perché «non si può non considerare che alcune aree presentano morfologie uniche a livello europeo», il ragionamento di Gilberto Pichetto.
Un esempio? Il bacino della Pianura Padana. Che stretto com'è tra Alpi e Appennini, deve fare i conti con ristagni delle polveri sottili molto più persistenti rispetto ad altre zone.
[…]Il presidente lombardo Fontana […] nei giorni scorsi è volato a Bruxelles per illustrare, dati alla mano dell'Arpa (l'agenzia regionale per la protezione ambientale), tutte le criticità del testo per il sistema produttivo italiano. Per rientrare nei nuovi limiti che imporrebbero di dimezzare la concentrazione di pm10 per metro cubo e ridurre da 25 a 10 microgrammi quella di pm2,5 , bisognerebbe «chiudere il 75 per cento delle attività produttive» del bacino padano.
Ma anche fermare «i tre quarti dei veicoli che oggi circolano» e bloccare «il 75 per cento degli allevamenti e delle attività agricole del territorio», col «60% degli impianti di riscaldamento che risulterebbe fuori norma«». Con Fontana a Bruxelles c'erano anche il governatore piemontese, Alberto Cirio, e rappresentanti di Veneto ed Emilia Romagna.
Ma il problema non riguarda solo il Nord. Né a lanciare l'allarme sono soltanto i presidenti di Regione del centrodestra. Anzi: a invocare modifiche è anche la giunta regionale toscana, guidata dal dem Eugenio Giani. Così come numerose città, a cominciare da Roma. Che se la direttiva Ue resterà così com'è, secondo l'ultimo rapporto di Legambiente sarebbe costretta a trovare il modo di tagliare del 39% la concentrazione di polveri sottili nell'aria entro il 2030 (a fronte di una diminuzione media che finora si è attestata al 2% annuo).
gilberto pichetto fratin in difficolta con l auricolare
Un paradosso, se si considera che il problema non riguarda tanto la quantità di emissioni nocive prodotte. […] Perché il problema è dettato appunto anche dalla morfologia del territorio. Al punto che, secondo l'Arpa lombarda, anche durante il Covid, quando moltissime aziende si sono fermate e il traffico si è praticamente azzerato, la concentrazione di pm10 nel bacino padano non si è ridotta in maniera sensibile.
[…] la linea italiana prevede di fare tutto il possibile per adeguarsi agli obiettivi per il 2030. A cominciare dallo sblocco di nuovi impianti per le rinnovabili, con l'obiettivo di raggiungere la potenza di fuoco di 85 gigawatt entro il 2030 prodotti da fonti non inquinanti. […]
. Tanto più che nel cdm di ieri è stato ratificato il protocollo di Goteborg, un accordo internazionale che limita ulteriormente la quantità di inquinanti (come pm2,5 e diossido di azoto) che è possibile immettere nell'atmosfera. Ma ogni Paese, è il ragionamento, dev'essere libero di raggiungere gli obiettivi 2030 in base alle proprie peculiarità. […]