HANNO ROTTO GLI SCATOLONI A TRUMP - L’EX PRESIDENTE AMERICANO “RESTITUISCE” 15 CONTENITORI PIENI DI DOCUMENTI RISERVATI, CHE AVEVA PORTATO CON SÉ DOPO IL TRASLOCO DALLA CASA BIANCA ALLA SUA VILLA A MAR-A-LAGO, IN FLORIDA. DENTRO C’È DI TUTTO, ANCHE LE “LETTERE D’AMORE” DI KIM JONG-UN - LA DOMANDA CHE SI FANNO I NEMICI DELL’EX PRESIDENTE È: C’È TUTTO O HA FATTO SPARIRE QUALCHE ATTO TOP SECRET SU QUALCHE PASSAGGIO CONTROVERSO DELLA SUA AMMINISTRAZIONE?
Giuseppe Sarcina per il "Corriere della Sera"
Le «lettere d'amore» di Kim Jong-un. Una mappa, alterata, con il tracciato dell'uragano Dorian. Ma anche appunti, messaggi, corrispondenza ufficiale smistata nei giorni più tumultuosi della presidenza, quelli prima e dopo l'assalto a Capitol Hill, il 6 gennaio 2021.
Dopo aver lasciato la Casa Bianca, il 20 gennaio 2021, Donald Trump si era portato 15 scatoloni di materiale «classificato» nella residenza di Mar-a-Lago.
Non avrebbe dovuto farlo. La legge impone ai presidenti di consegnare tutti gli atti ufficiali, persino i regali ricevuti durante il mandato, agli Archivi Nazionali di Washington. Per quasi un anno, invece, i documenti sono rimasti a disposizione dell'ex presidente e dei suoi consiglieri.
I vertici degli Archivi, guidati da Davide Ferriero, hanno sollecitato più volte Trump, richiamando le norme del «Presidential Records Act». Dal resort della Florida, la nuova residenza ufficiale trumpiana, nessuna risposta.
A un certo punto gli archivisti hanno perso la pazienza: o ci consegnate tutte le carte, oppure scriviamo al Congresso e al Dipartimento di Giustizia, denunciando la mancanza di collaborazione. A fine gennaio 2022, un camion si è presentato a Mar-a-Lago.
Ha caricato gli scatoloni e li ha portati agli Archivi. Ferriero e i suoi legali, però, stanno ora considerando se non chiedere, comunque, l'intervento del Dipartimento di Giustizia. In quel coacervo sicuramente ci sono tante cose innocue.
Per esempio le comunicazioni di servizio, le indicazioni formali per gli eventi pubblici. Oppure testimonianze storiche, come la lettera che Barack Obama lasciò sul «resolute desk» nello Studio Ovale, il giorno prima di lasciare la Casa Bianca.
Ma ora, soprattutto, andrebbe verificato se i trumpiani non abbiano nel frattempo fatto sparire informazioni importanti sulle decine di controversie che hanno segnato la presidenza di «The Donald».
A cominciare dalle questioni al centro delle due procedure di impeachment: i rapporti con il leader ucraino Volodymyr Zelensky; l'assalto a Capitol Hill,compreso lo scontro furibondo con il vice presidente Mike Pence sulla ratifica delle elezioni.
La vicenda degli scatoloni, però, nota il Washington Post , conferma quanto fosse caotica la Casa Bianca nell'epoca trumpiana. Il presidente era del tutto allergico alle procedure.
Dopo le riunioni strappava i fogli in quattro parti e le gettava nel cestino, oppure sul pavimento. I suoi assistenti erano costretti a recuperare i frammenti, rimetterli insieme con il nastro adesivo e consegnarli alla Cancelleria della Casa Bianca.
Trump aveva anche l'abitudine di portarsi i dossier a Mar-a-Lago, maneggiandoli con disinvoltura. La giornalista del New York Times Maggie Haberman, racconta nel suo libro in uscita che gli inservienti del resort ogni tanto trovavano delle pagine classificate che galleggiavano nei servizi usati dal presidente. In altri casi, invece, Trump trasformava gli atti protocollati in cimeli privati. Ecco allora che i messaggi del dittatore nordcoreano diventavano «lettere d'amore» da custodire come se fossero affari personali e non di Stato.
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