DA SINDACO ANTI-NDRANGHETA A MINISTRO DEGLI SPRECHI: L’IMPALPABILE LANZETTA L’UNICA IMPRONTA CHE HA LASCIATO È SULLE CASSE PUBBLICHE: PER GLI STIPENDI DELLO STAFF E DEI SUOI CONSULENTI COMPENSI FINO ALLA SOGLIA DEI 200 MILA €!

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

Un anno praticamente impalpabile, almeno dal punto di vista dell’immagine e delle misure prese dal suo ministero. Difficile, anche all’interno dello stesso governo, trovare qualcuno in grado di mettere a fuoco le tracce lasciate da Maria Carmela Lanzetta (Pd), ex ministro per gli affari regionali dimessosi due giorni fa dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi.

MARIA CARMELLA LANZETTA FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE MARIA CARMELLA LANZETTA FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

 

Se però la brevissima parabola della Lanzetta non ha lasciato impronte epocali dal punto di vista del governo, di sicuro ne ha lasciate sulle casse pubbliche. Sì, perché pur nella brevità dell’anno trascorso, l’ex ministro non si è fatta mancare il tradizionale stuolo di collaboratori e uomini di staff, con stipendi dall’entità non proprio trascurabile.

 

I DATI

Per carità, nessuno vuole mettere in discussione la storia della Lanzetta, già sindaco anti-‘ndrangheta di Monasterace. Sta di fatto che due giorni fa si è dimessa dal governo per entrare nella giunta regionale della Calabria, salvo poi fare marcia indietro in polemica con la presenza di un assessore sfiorato da una vicenda di voto di scambio. Al di là di tutto questo, però, vien quasi da chiedersi il motivo per cui Renzi abbia voluto confermare un ministero che di fatto in questi ultimi 365 giorni non è quasi mai esistito.

 

MARIA CARMELA LANZETTAMARIA CARMELA LANZETTA

Di sicuro, dicevamo, pesano sul groppone delle casse pubbliche alcune spese, in particolare quelle per gli stipendi del corposo staff che fino a due giorni fa ha assistito la Lanzetta. A parte il compenso dell’ex ministro, fissato in 124 mila euro, spicca lo stipendio del suo capo di gabinetto Luigi Fiorentino, forte di 198 mila euro (anche se 92 mila di trattamento economico fondamentale sono erogati dalla sua amministrazione di provenienza, ovvero l’Antitrust). Tra i collaboratori c’è anche un vicecapo di gabinetto, Roberta Angelini, i cui dati stipendiali tutt’ora non sono riportati nelle relative schede.

 

A capo dell’ufficio legislativo figura poi Emanuela Garroni, prefetto, accreditata di un compenso complessivo di 172 mila  euro (anche in questo caso 123 mila erogati dall’amministrazione di partenza, ossia il Viminale). Ancora dal ministero dell’Interno proviene Francesco Zito, capo della segreteria tecnica dell’ex ministro. Per lui uno stipendio di 90 mila euro, di cui 63 mila versati dal Viminale.

 

Al gruppo si aggiunge Chiara Muzzi, capo ufficio stampa, che tra trattamento economico fondamentale (45.900 euro ) e indennità di diretta collaborazione (34.830), vanta un totale di più di 80 mila euro. Poi c’è il gruppetto degli immancabili consiglieri, in questo caso tutti in materie  giuridiche. Si parte con Andrea Patroni Griffi, che svolge l’attività a titolo gratuito. Poi c’è Giovanni Savini, con un compenso di 95 mila euro, di cui 55.700 versato dal ministero dello Sviluppo. Infine sul sito del dicastero degli affari regionali tra i consiglieri giuridici dell’ex ministro è riportata anche Chiara Meoli, il cui nome però non compare nella griglia (aggiornata all’ottobre del 2014) dove sono riportati i dati sugli emolumenti.

Laura Boldrini con il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi insieme allex sindaco di Monasterace Maria carmela Lanzetta ed lex sindaco si Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole Laura Boldrini con il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi insieme allex sindaco di Monasterace Maria carmela Lanzetta ed lex sindaco si Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole

 

 

 

GLI ALTRI

Infine c’è pure il sottosegretario Gianclaudio Bressa (Pd), che è deputato e quindi percepisce solo la corrispondente indennità. Accanto a lui però ci sono altri tre consiglieri giuridici: Raffaele Bifulco (16 mila euro), Marco Olivetti (10 mila euro) e Giuseppe Carulli (a titolo gratuito). A conti fatti, quindi, il ministero più impalpabile degli ultimi anni è andato avanti addirittura con 6 consiglieri giuridici. Difficile capire a cosa siano serviti. E per concludere c’è anche una nota di colore che riguarda Twitter, uno dei veicoli di comunicazione preferiti da Renzi.

 

Il profilo del ministero degli affari regionali è apparso a settembre dal 2014. Certo non memorabili i 37 tweet che fino a ieri era presenti nello storico. Al punto che tra i più rilevanti, per modo di dire, ne spiccano uno che annunciava la firma di un protocollo sulle buone pratiche tra il ministero e la Regione Umbria e uno che dava conto di un incontro con il ministro per il decentramento francese. Davvero poca roba per l’ex ministro di un governo che avvezzo a “cinguettare” molto di più.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....