debito pubblico giorgia meloni giancarlo giorgetti

L’ITALIA HA LE CASSE VUOTE! LO SCORSO MARZO ABBIAMO TOCCATO IL LIVELLO PIÙ BASSO DA DICEMBRE 2017: SETTE MILIARDI - LE AGENZIE DI RATING SI MOSTRANO ATTENDISTE (IERI FITCH, IL 31 MAGGIO TOCCHERÀ A MOODY’S) - IL MOMENTO DELLA VERITÀ SARÀ FRA IL 18 OTTOBRE E IL 22 NOVEMBRE, QUANDO IL GOVERNO DOVRÀ USCIRE ALLO SCOPERTO SULLE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA CON LA COMMISSIONE EUROPEA. FINO AD ALLORA IL MINISTRO GIORGETTI DOVRÀ CHIEDERE SOSTEGNO PER RIFINANZIARE L’ENORME MOLE DEL DEBITO ITALIANO: 2.870 MILIARDI DI EURO…

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera, Fabrizio Goria per www.lastampa.it

 

DEBITO PUBBLICO ITALIANO

Ci sono le promesse di bonus in busta paga, gli aiuti al mondo agricolo, gli sgravi a chi assume, e la dura realtà dei numeri. In campagna elettorale i freddi comunicati del Tesoro italiano sull’andamento della liquidità passano più inosservati del solito. L’ultimo «conto disponibilità» presso la Banca d’Italia - di fatto le riserve per le emergenze di spesa - dice che a aprile lo Stato aveva a disposizione 13,842 miliardi di euro. Un anno fa in quello stesso conto c’erano 26,267 miliardi. Due anni fa, due mesi dopo l’invasione russa in Ucraina, erano più del triplo: 83,445 miliardi.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Lo scorso marzo abbiamo toccato il livello più basso da dicembre 2017: 7,022 miliardi. Tralasciamo le ragioni tecniche di queste fortissime oscillazioni, che non hanno a che vedere con la solidità dell’emittente Italia. Ma questi numeri rendono plasticamente un fatto difficilmente contestabile: i conti pubblici sono in affanno, e il governo, presto o tardi, dovrà spiegare agli italiani dove intende reperire le risorse per la prossima legge di Bilancio, e come rimettere il debito in una traiettoria discendente dopo il disastroso conto degli incentivi edilizi.

 

GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI

Per il momento le agenzie di rating si mostrano attendiste, disposte a concedere tempo e fiducia[…] Ieri è stata la volta di Fitch, il 31 maggio toccherà a Moody’s. L’opinione prevalente fra gli analisti è che fino all’autunno non ci saranno scossoni. Il momento della verità sarà fra il 18 ottobre e il 22 novembre, quando il governo dovrà uscire allo scoperto sulle scelte di politica economica con la Commissione europea. Fino ad allora il ministro Giancarlo Giorgetti dovrà continuare a chiedere sostegno a coloro che tutti i giorni comprano e vendono l’enorme mole del debito italiano: 2.870 miliardi di euro.

 

ITALIA - GLI INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO PUBBLICO

La prossima settimana il Tesoro lancerà la quarta edizione di Btp Valore, l’emissione dedicata ai risparmiatori italiani. È la cosiddetta strategia della “giapponesizzazione” del debito: più è sottoscritto dentro i confini nazionali, più è bassa la probabilità di una crisi di fiducia. Nel 2023 i residenti italiani - famiglie e imprese - hanno aumentato il portafoglio di titoli pubblici da 741 a 790 miliardi di euro. Per il prossimo collocamento il governo punta a raccogliere circa dieci miliardi, ma secondo gli analisti di Citi potrebbero essere almeno quindici.

 

C’è un però, l’altra faccia della medaglia di quella che dovrebbe essere una buona notizia. Il calo dei tassi di interesse - il primo taglio della Banca centrale europea sarà a giugno - ridurrà il costo del debito, ma lo potrebbe rendere meno appetibile. […] E poiché nel frattempo il debito riprenderà a salire, per restare appetibili i rendimenti dei Btp a dieci anni «dovranno mantenersi sopra il 3,5 per cento». Il tasso del prossimo collocamento del “Valore” dovrebbe attestarsi al 3,35 per cento per i primi tre anni, al 3,9 nei successivi tre.

giorgia meloni giancarlo giorgetti

 

Citi vede per il futuro problemi con i grandi investitori per «la complessità del mercato dei titoli italiani» e «la concentrazione delle emissioni verso i risparmiatori più piccoli». […]

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