L’ITALIA CI STA SUI MARÒ - L’EUROPA CHE HA OSANNATO E RIVERITO MONTI, SE NON C’È DI MEZZO LO SPREAD MA DUE MILITARI SE NE LAVA LE MANI E CI SCARICA STIZZITA: “VI SIETE MOSSI IN RITARDO E ORA LE PORTE SONO SBARRATE” - L’ENTOURAGE DI LADY ASHTON, IL MANICHINO CHE FINGE DI COORDINARE LA POLITICA ESTERA EUROPEA, FA CAPIRE CHE IL CASO DEI MARÒ È UN CETRIOLO CHE L’ITALIA DEVE GESTIRE CON L’INDIA E OGNI RESPONSABILITÀ SPETTA AL GOVERNO DEL LODEN: “NON SIAMO NOI A DOVER GUIDARE L’AZIONE”…

Marco Zatterin per "la Stampa"

Alla fine l'Europa ha messo in campo un portoghese, si chiama João Cravinho, è dal 2011 ambasciatore Ue a New Delhi, dopo essere stato sottosegretario allo Sviluppo nel governo del socialista Socrates. Lo definiscono «un tipo esperto», ma ieri non è servito. Ottenuta la formale richiesta di assistenza italiana, il Servizio per l'azione esterna della Baronessa Ashton lo ha incaricato di «avviare i contatti col governo indiano» e lui l'ha fatto a stretto giro. Inutile.

Gli hanno risposto in tutta ufficialità che i tribunali locali sono indipendenti, che l'Unione non ha ragione di immischiarsi nella vicenda e che i due militari «non godono di alcuna immunità perché erano a bordo di una nave civile». Porta chiusa. Un pessimo esito per una missione nata piuttosto male.

L'Europa è stata lenta. «L'Italia pure», assicurano stizzite fonti diplomatiche a Bruxelles. Il primo contatto si è avuto venerdì scorso, a margine del vertice dei capi di stato e di governo dell'Ue, con un breve incontro tra Mario Monti e Lady Ashton, l'alto rappresentante per la politica estera. Il premier le ha illustrato il problema e le sue preoccupazioni. Non ha auspicato un intervento immediato, bensì la disponibilità a muoversi qualora necessario. Era un preallarme, spiega un alto funzionario, del resto l'Italia aveva inviato il sottosegretario De Mistura e sperava che bastasse a ricomporre il confronto.

L'esercito di feluche della Signora Ashton è rimasto fermo. L'unica ragione per cui avrebbe potuto intervenire era in relazione alla missione Atalanta, l'operazione anti pirateria dell'Ue. Il problema è che questa si svolge in acque somale e gettare un occhio nell'oceano Indiano sembrava un tiro troppo lungo. Hanno atteso. «Sono le regole - spiegano alla Commissione -. Non possiamo intrometterci senza mandato».

La linea ufficiale dei portavoce della Ashton ha però fatto irritare la politica italiana. Hanno ripetutamente parlato di questione «consolare fra due stati», aggiungendo che l'Ue «seguiva da vicino» gli sviluppi ed era «in stretto contatto con le autorità italiane». Tuttavia «è chiaramente Roma a guidare, lo sta facendo e non ci ha chiesto di intervenire».

Negano di aver parlato di caso bilaterale, ma questo è il messaggio che è passato. Risulta che ancora martedì pomeriggio il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, non avesse chiara la portata della disputa. Se ne è accorto man mano che la pressione è montata, dopo un breve colloquio col suo vice italiano, Antonio Tajani.

Ha fatto rumore la protesta degli eurodeputati italiani, fra cui il capogruppo Pdl Mario Mauro e la vicepresidente Roberta Angelilli, d'intesa con il Pd. Martedì il rappresentante permanente presso l'Ue, Ferdinando Nelli Feroci, è finalmente intervenuto al comitato politico (Cops) per chiedere ai partner e alla Ashton un'azione sull'India. «Un approccio morbido, fuori dall'ordine del giorno», ha spiegato un testimone.

Costruito sull'esigenza di dare un contributo alla missione antipirateria europea. È allora che il Servizio estero si è messo in modo e ha chiamato Cravinho. «Ha fatto ciò che poteva, è atterrato da poco a Delhi», hanno ammesso a Bruxelles. Del resto gli indiani hanno detto anche al ministro degli esteri Terzi. Al portoghese hanno spiegato anche che domani la Corte che deve pronunciarsi sui marò non vuol prendere una decisione. Brutta storia.

 

Catherine AshtonMASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA Van Rompuy e Catherine Ashton MARIO MONTI GIULIO TERZI DI SANTAGATA STAFFAN DE MISTURA E MOGLIE GENEVIENNE

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