
MELONI E' OSTAGGIO DI SALVINI. E I SOLDI EUROPEI NON LI PRENDE – L’ITALIA È IL PAESE CHE AVREBBE I MAGGIORI BENEFICI DAI PRESTITI DEL FONDO “SAFE” PER LE SPESE MILITARI, MA NON HA INTENZIONE DI RICORRERE ALLA LINEA DI CREDITO NÉ ALLA POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE I FONDI DI COESIONE PER LA DIFESA – IL GOVERNO SCONTA LA LINEA “PACIFISTA” DI SALVINI: MA COSÌ RIMANIAMO AL PALO CON GLI INVESTIMENTI. OGNI 10 MILIARDI DI PRESTITO, LO STATO RISPARMIEREBBE 45 MILIONI DI INTERESSI – SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO-STIGMA SUI MERCATI: GLI ALTRI PAESI VORREBBERO CHE L'ITALIA FOSSE DELLA PARTITA SIN DA SUBITO...
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
giorgia meloni al 173esimo anniversario della polizia di stato foto lapresse 2
Si sta avvicinando il momento in cui i nodi del piano ReArm Europe verranno al pettine. La presidenza polacca dell'Unione europea punta a chiudere entro maggio l'accordo per il via libera al fondo Safe, che metterà a disposizione 150 miliardi di prestiti agevolati ai Paesi per le spese militari.
Ma prima ancora, idealmente entro la fine di aprile, Varsavia vuole concordare una data per l'attivazione congiunta della clausola di salvaguardia che consentirà di scorporare dal Patto di Stabilità le spese per la Difesa.
Ma l'Italia – vale a dire il Paese che potrebbe avere i maggiori benefici dai prestiti di Safe, guidata dal governo che aveva chiesto con più insistenza lo scorporo delle spese militari – non sembra per il momento interessata né a uno strumento né all'altro. E nemmeno alla possibilità di utilizzare i fondi di Coesione nel settore della Difesa. Come ha detto molto chiaramente il ministro Giancarlo Giorgetti al termine dell'Ecofin di Varsavia, Roma vuole prima attendere l'esisto del vertice Nato di giugno.
GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN
Nei prossimi giorni il ministro delle Finanze polacco, Andrzej Domanski, contatterà i colleghi dei Paesi potenzialmente interessati all'attivazione della clausola. Che, secondo il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis, sono «un'ampia maggioranza».
[…] Sono […] una quindicina i Paesi che dovrebbero seguire le indicazioni della Commissione. Tra questi ci sarà la Germania e con ogni probabilità anche Francia, Spagna e Portogallo, anche se questi tre Paesi per ora tentennano perché vorrebbero che tutti i governi coinvolti decidessero allo stesso tempo.
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Teoricamente, […] ogni Paese è libero di attivare la clausola in qualsiasi momento e dunque l'Italia potrebbe non entrare nel gruppo in un primo momento e unirsi successivamente. Ma lo spettro dell'effetto-stigma sui mercati è ben presente, per questo gli altri sottolineano l'esigenza di muoversi compatti e vorrebbero che l'Italia fosse della partita sin da subito.
[…] Secondo le stime dell'esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, l'attivazione della clausola potrebbe portare a un aumento delle spese militari pari a 650 miliardi di euro, il che rende questo pilatro del ReArm certamente il più consistente. Ma se i Paesi iniziassero a tirarsi indietro, chiaramente l'obiettivo non sarebbe raggiunto.
L INCONTRO MELONI-TRUMP VISTO DA MANNELLI
Ci sono poi i 150 miliardi del fondo Safe, il cui regolamento è attualmente in discussione in Consiglio con l'obiettivo di approvarlo entro maggio. Lo strumento è stato disegnato per fornire prestiti a tassi agevolati con una durata di 45 anni da utilizzare per le spese militari, seguendo una serie di regole: gli acquisti vano effettuati attraverso appalti congiunti, i fornitori devono trovarsi sul mercato europeo (su questo punto le discussioni sono ancora in corso) e il piano di spesa deve essere approvato dalla Commissione.
Da un punto di vista finanziario, l'Italia sarebbe il Paese che più beneficerebbe di questi prestiti: secondo le simulazioni del think tank Bruegel, il tasso d'interesse dei bond Ue a dieci anni è nettamente inferiore a quello italiano, con una differenza di 45 punti base.
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Anche per la Spagna e la Francia questi prestiti sarebbero più convenienti rispetto all'emissione di titoli sui mercati, con rendimenti più bassi rispettivamente di 11 e 18 punti, ma l'Italia avrebbe un guadagno maggiore. Ipotizzando un prestito di 10 miliardi, il risparmio annuale sarebbe di 45 milioni di euro. Se invece l'Italia decidesse di prendere tutti i 150 miliardi – ipotesi puramente scolastica, ma tecnicamente non impossibile, visto che non esistono limiti alla quota di ciascun Paese – il risparmio annuale sarebbe di 675 milioni.