antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

L’ITALIA, IL PAESE DEL "SE MAGNA" – FRANCESCO MERLO: “SEGNA E SPIEGA IL PASSAGGIO DAI FASTI DEL BERLUSCONISMO, CHE AVEVA COME MITI L’IMPRENDITORE E IL MANAGER, ALLE MODESTIE DEL MELONISMO, CHE HA COME MITI IL RISTORATORE E LO CHEF” – “LA PIZZA È IL NOSTRO ORGOGLIO, IL SE MAGNA E ‘L’ATTOVAGLIARSI’, NEOLOGISMO POLITICO-ALIMENTARE IMPOSTO DA DAGOSPIA, DIVENTANO L’ORIZZONTE DELLA COMUNICAZIONE. IL BAUSCIA BERLUSCONIANO È USCITO DOLCEMENTE COME UNA NUVOLA DAL PAESAGGIO E HA CEDUTO IL POSTO D’ONORE ALL’INFLUENCER: CIBO E VESTITI, DOLCETTI E BELLETTI…”

Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “La Repubblica”

 

GIORGIA MELONI MANGIA GRANCHIO BLU - FOTO DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA

Segnalato già dal solito Longanesi come carattere italiano, il “se magna” è oggi l’economia che segna e spiega, molto più delle pigre analisi sull’eterno ritorno del fascismo, il passaggio dai fasti del berlusconismo, che aveva come miti l’imprenditore e il manager, alle modestie del melonismo, che ha come miti il ristoratore e lo chef.

 

In dieci anni, ha scritto ilSole 24 Ore, hanno chiuso 140 mila imprese, la metà solo in Piemonte e nelle Marche, al punto che la zona di Biella […] sembra il sud del sud. E nelle Marche si è estremamente ridotto il prestigioso distretto industriale di Macerata, Fermo e Ascoli.

 

I luoghi più diversi del Nord e del Centro subiscono la deindustrializzazione e, in apparente controtendenza, crescono le imprese al Sud, che non sono, però, fabbriche di satelliti. Sono ristoranti, agriturismi, b&b. Il mercato alimentare è d’importazione, ma le vendite all’estero dei prodotti “identitari”, a cominciare dalla pasta, valgono il 63,5% del nostro export.

 

matteo salvini marine le pen mangiano a pontida

La tavola, già luogo fisico di ogni mediazione, che sempre finiva – ricordate? – “a tarallucci e vino”, ha cambiato davvero l’identità e forse pure l’antropologia italiane, proprio come profetizzava Prezzolini, che trovava più cultura nazionale nella pasta che in Dante, e fu l’ispiratore dei mille aforismi sugli spaghetti come speranza dell’avvenire.

 

ecco, l’avvenire è arrivato e la riconversione dell’industriale in oste ha funzionato […]. friggono nell’olio d’oliva i deliri del sovranismo alimentare che mentre sventola la bandiera-cotoletta rifornisce di carne e parmigiano i settecento mcdonald’s d’italia, con il condimento in stampatello di lollo, il ministro-cognato: «la nostra alimentazione è la migliore del pianeta».

 

silvio berlusconi marta fascina si mangiano una crepes

La pizza è il nostro orgoglio, il se magna e “l’attovagliarsi”, che è il neologismo politico-alimentare imposto da Dagospia, diventano l’orizzonte della comunicazione. Il bauscia berlusconiano […] è uscito dolcemente come una nuvola dal paesaggio e ha ceduto il posto d’onore all’influencer: cibo e vestiti, dolcetti e belletti. Chiara Ferragni, che era la regina d’Italia, ha perso lo scettro e il trono trafficando con il pandoro e con le uova di Pasqua.

 

Rossetto e cioccolato cantava già Ornella Vanoni […] Il nostro sapere è il sapore. Siamo fieri “macaroni”, come ci chiamavano con un risolino gli americani, siamo i cuochi immaginati da Brecht. «Si fa così/ per cominciare il gioco / e ci si mastica poco a poco. / Si fa così / è tutto apparecchiato / per il cuore e per il palato».

GIORGIA MELONI MANGIA I PEPERONI UMBERTO BOSSI MANGIA LA PAJATAmatteo salvini mangia un paninomatteo salvini mangia ciliegie mentre zaia parla dei bambini morti

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