L’ITALIA POTEVA MANCARE? E’ RICCARDO FOGLI A CANTARE IL RITORNO DELLA CRIMEA TRA LE BRACCIA DI MAMMA RUSSIA – ACCLAMA “NON VEDO CARRI ARMATI, È UNA FESTA”, AGITA CARTELLI “NO ALLA NATO!” E “VIA I FASCISTI DA KIEV!”

di Francesco Battistini per Corriere.it

«Spasibo! Grazie, Russia! Grazie, Crimea!». Non è una storia di tutti i giorni, un'annessione. E nella grande festa sul palco di Sebastopoli, a pochi metri dalle navi della Flotta del Mar Nero, discretamente guardato dai ventiduemila soldati russi che due settimane fa hanno invaso la penisola, sale a cantare anche una voce italiana: Riccardo Fogli.

«Questa è una grande festa di popolo!», dice l'ex Pooh alle sette di sera, quando entra nella piazza Nahimov, una distesa di bandiere bianco-rosso-blu e di ritratti di Putin. La serata è storica, il trionfo del Cremlino assoluto: Fogli è preceduto dall'inno dell'Armata Rossa. L'assistono quattro musicisti, è stato messo in cartellone assieme ad altri invitati per l'occasione: dai Boney M a qualche popstar moscovita. Viene acclamato da migliaia di russi, da cori che festeggiano la vittoria del referendum e il 95,5 per cento di sì all'indipendenza. «Viva Riccardo, viva la Crimea russa!».

«C'È UN BELLISSIMO SAPORE DI FESTA, DI SERENITÀ»
L'italiano è molto popolare nell'Est europeo, otto festival di Sanremo non si scordano: «Sono un po' come Toto Cutugno, mi considerano l'ambasciatore della nostra canzone romantica». Ha mezz'ora di canzoni: «Malinconia», «Per Lucia», «Compagnia», e poi i sempreverdi «Piccola Ketty» e «Storie di tutti i giorni»... La piazza l'accompagna a memoria, in italiano. Acclama «la Crimea è Russia!», agita cartelli «No alla Nato!» e «Via i fascisti da Kiev!».

Fogli s'emoziona: «Grazie per avermi invitato - grida -, io sono qui a rappresentare la pace, auguro la pace a tutti!». Nessun timore d'essere strumentalizzato, in una giornata elettorale che mezzo mondo giudica in realtà una farsa? «C'è un bellissimo sapore di festa. Di serenità. Tanta gente che salta. Io non vedo cannoni e carri armati, solo una grande folla felice...».

Perché gli oppositori si sono nascosti, forse... E i soldati russi si sono ritirati dalle strade... «Non mi fate entrare in discorsi che non conosco. Sono un ospite, sono qui in punta di piedi. Mi hanno chiamato a festeggiare, unico italiano fra tanti artisti internazionali. Il sapore politico di questa cosa, io non lo sento. Vedo solo bandiere russe e ucraine insieme. Mi sembra di stare a piazza San Giovanni il Primo maggio, o in un concerto di piazza del Duomo...».

«SONO UNO PEACE AND LOVE, CANTO L'AMORE DEGLI ANNI SETTANTA»
L'ex Pooh è dal 4 marzo in tournée per la Russia: «Sono da sempre un grande amico di questo Paese. Venerdì, mi hanno contattato da Mosca chiedendomi di venire a cantare per l'indipendenza della Crimea. Ho risposto subito di sì. Sabato ho fatto un concerto a Saratov, domenica mattina alle quattro e mezza mi hanno messo a disposizione un charter privato. Ed eccomi qui. Appena atterrato in Crimea, ho cantato. Ora riparto subito per Mosca, 1.500 chilometri. Mi aspettano altre serate, tutto il mese...».

Dice Fogli che prima di salire sul palco gli hanno messo in mano un foglietto, c'era qualcosa in russo da ripetere: «Io non sono portato per le lingue. Mi presentava un Claudio Cecchetto locale, non so neanche bene che cosa ho detto: amici miei, qualcosa del genere... Perché io sono uno peace and love, canto l'amore degli anni Settanta. Non entro nei dettagli... E so solo che per me è stato un grande onore, venire qui».

 

 

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