FORZA ITALICUM - IL NUOVO PATTO DEL NAZARENO PREVEDE CHE LA LEGGE ELETTORALE VENGA VOTATA SUBITO MA ENTRERÀ IN VIGORE IL PRIMO SETTEMBRE 2016 – UN VOTO ANTICIPATO SAREBBE DISASTROSO PER RENZI E SOPRATTUTTO BERLUSCONI

Francesco Bei e Goffredo De Marchis per “la Repubblica

 

renzi verdinirenzi verdini

Un uomo con il bavero alzato esce dalla sede di Forza Italia, martedì sera, percorre 150 metri a piedi e s’infila non visto nel portone secondario di palazzo Chigi. È Denis Verdini, la sua ultima missione in qualità di “sherpa” di Berlusconi prima di lasciare ogni incarico. Ad attenderlo al primo piano il braccio destro del premier, Luca Lotti. Renzi, impegnato al Quirinale per il saluto di Napolitano alle cariche dello Stato, si unirà alla coppia poco dopo.

 

È in questa riunione, due giorni fa, che viene messo nero su bianco l’accordo finale sull’Italicum. Quello che porterà Forza Italia a votare la legge elettorale, con buona pace di Renato Brunetta e dei fittiani, prima dell’elezione del nuovo capo dello Stato. L’intesa c’è. Su questa Renzi ha costruito il calendario di gennaio: Italicum 2.0 e riforma costituzionale entro il 20 gennaio, poi urne aperte per il successore di Napolitano.

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

Senza subire ricatti.

Il nuovo capitolo del Patto del Nazareno si basa su una concessione importante del premier, che è venuto incontro alla richiesta principale di Berlusconi. Non si tratta di contenuti, ormai quelli sono stati stabiliti, ma dei tempi di entrata in vigore della nuova

normativa. Dopo una trattativa serrata — con Renzi che non voleva andare oltre giugno 2016 e Verdini che insisteva per il 31 dicembre dello stesso anno — alla fine la stretta di mano è avvenuta sul 1 settembre 2016.

 

Nella nuova legge sarà scritto che l’Italicum entrerà in vigore (per la Camera) in quella data. È questa la clausola che mette al riparo l’ex Cavaliere dal rischio urne anticipate. Di fatto si potrà andare a votare nella primavera del 2017, non prima. Perché se Renzi volesse far saltare il banco, sarebbe il Consultellum — cioè il proporzionale puro — la legge che varrebbe per le due Camere.

 

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI DENIS VERDINI LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI DENIS VERDINI

La strada ormai sembra spianata. E addio al Mattarellum come possibile clausola di salvaguardia. Si capisce ora che i renziani lo avevano presentato in Commissione solo come spauracchio per convincere Berlusconi a non alzare troppo il prezzo. Anche la minoranza dem può dirsi soddisfatta dell’accordo per aver allontanato le urne di due anni. Lo ammette Maurizio Migliavacca: «Se questa è l’intesa va bene. Questo è un Senato che, unico caso al mondo, ha deciso di suicidarsi: figuriamoci se faremo ostruzionismo».

 

Certo, dentro Forza Italia restano sacche importanti di resistenza. Maurizio Gasparri, in un corridoio di palazzo Madama, resta scettico: «Verdini ha fatto bene a fissare quel termine così lontano per l’entrata in vigore dell’Italicum. Il problema è che poi sarà quella la legge con cui andremo a votare. E tra due anni avremo di nuovo il problema che Salvini non vorrà fare una lista unica con noi».

 

DENIS VERDINI SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI SILVIO BERLUSCONI

Ancora più contrario Augusto Minzolini: «Dubito che Renzi sia diventato improvvisamente misericordioso. Ha capito benissimo che, prima di arrivare a eleggere il successore di Napolitano, deve allontanare dai grandi elettori la paura delle elezioni. Altrimenti il primo candidato, persino Prodi, che garantisce di non portarci a elezioni qua dentro lo votano tutti. Su 1008 votanti ottiene 1009 voti!». Insomma, la “concessione” di Renzi a Berlusconi sarebbe in realtà una mossa obbligata per potersi dedicare, essendosi coperto le retrovie, all’altra partita importante, quella del Quirinale.

 

LOTTI E VERDINILOTTI E VERDINI

Ma il nuovo Nazareno 2.0 ormai è la realtà con cui fare i conti. Il patto tiene e abbraccia anche Angelino Alfano, messo al corrente dal premier degli ultimi sviluppi. Tutti d’accordo? Non proprio. Roberto Calderoli, che ha inondato l’Italicum di 16mila emendamenti, non si fida affatto. Vorrebbe che la legge parlasse esplicitamente del Consultellum come lo strumento da utilizzare in caso di scioglimento anticipa- to. «Se accettano questa clausola io ritiro domani tutti gli emendamenti », promette il leghista. Boschi e Renzi tuttavia sono fermi nel non andare oltre. Il Consultellum non sarà menzionato nell’Italicum. Nel governo sono convinti che non ce ne sia bisogno.

 

«La sentenza della Corte costituzionale che ha “inventato” la nuova legge proporzionale è di per sé «auto-applicativa». Non c’è bisogno di alcuna leggina per specificarla, basterebbe un decreto del ministro dell’Interno per gli adattamenti tecnici. Ormai comunque è fatta.

NAPOLITANO 
RENZI  
NAPOLITANO RENZI

 

Domani la conferenza dei capigruppo dovrebbe stabilire, come ha chiesto Renzi, che l’Italicum approdi in aula entro il 7-8 gennaio. Anche senza aver esaminato le tonnellate di emendamenti ostruzionistici di Calderoli. «È una forzatura», protesta il leghista. Ma da esperto di regolamenti parlamentari è costretto ad ammettere che «con la tecnica del “canguro” possono saltare migliaia di modifiche e approvarlo entro il 20 gennaio».

 

A quel punto Renzi avrà fatto bingo. Quanto alla minoranza dem, che con Miguel Gotor ancora chiede di aumentare la quota di deputati scelti con le preferenze, dovrà rassegnarsi ai cento capilista bloccati. «Io sarei anche d’accordo - ha detto ieri il premier all’assemblea dei senatori dem - ma non possiamo accettare modifiche non concordate con Forza Italia».

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…