DIPLOMAZIA A TUTTO GAS – AL VERTICE EUROPA-ASIA DI MILANO IL “GENERALE INVERNO” È IL MIGLIOR ALLEATO DI PUTIN – MEZZA EUROPA (ITALIA COMPRESA) HA PAURA DI RESTARE SENZA GAS E TIFA PER UN ACCORDO TRA RUSSIA E UCRAINA
Andrea Bonanni per “la Repubblica”
putin e il gasdotto south stream
Sarà un Putin verosimilmente sorridente e formalmente conciliante quello che arriverà oggi a Milano per il vertice Asem, che riunisce sotto la presidenza italiana dell’Ue 53 capi di stato e di governo dell’Europa e dell’Asia. Il presidente russo può infatti contare su un potente alleato: il generale inverno che preme alle porte e che rende sia l’Europa sia l’Ucraina estremamente dipendenti dal gas di Mosca. Se Gazprom non riapre in direzione di Kiev i rubinetti chiusi a giugno, l’Ucraina gela. E se l’Ucraina gela, l’Europa rischia di vedersi a sua volta taglieggiate dagli ucraini le forniture che transitano attraverso il loro territorio, come successe nel 2006 e nel 2009.
Per una volta il vertice Asem, che si tiene ogni due anni alternativamente in Europa e in Asia, non sarà solo un forum della globalizzazione senza risultati concreti, ma farà da cornice all’accelerazione del processo diplomatico che punta a riportare entro canali governabili la crisi russoucraina.
Le poste in gioco sono numerose e diverse. Per Putin c’è la necessità di uscire dall’angolo in cui l’hanno messo l’invasione della Crimea e il sostegno ai separatisti ucraini. La crisi ha aumentato la sua popolarità in patria, ma le sanzioni economiche decise da Ue e Usa cominciano a far sentire i loro effetti. E la tensione internazionale in terra russa prende la forma di una fuga di capitali e di investimenti che si rivela ancora più dolorosa delle sanzioni vere e proprie.
Putin arriva a Milano con tre obiettivi.
Il primo è di approfittare di un consesso in cui gli Stati Uniti sono assenti per cercare di indebolire l’asse transatlantico sulla crisi ucraina. E in questo è aiutato dalle potenze asiatiche che, a partire dalla Cina, stanno approfittando della crisi per ritagliarsi nuovi spazi politici ed economici con Mosca.
Il secondo è di trovare, grazie alla mediazione degli europei, una soluzione di maggior respiro nei rapporti con l’Ucraina ottenendo margini di autonomia per le regioni secessioniste in cambio della rinuncia a sostenerle dal punto di vista militare. Ma anche di strappare a Kiev, magari grazie a un accordo sul gas, il riconoscimento dell’annessione di fatto della Crimea e la creazione di un corridoio che garantisca i rifornimenti per la penisola.
Il terzo obiettivo è di ristabilire un canale di dialogo con gli europei che possa portare, in prospettiva, a un allentamento delle sanzioni e al ristabilimento di quella “partnership” che Mosca considera strategicamente vitale. Per gli europei il vertice di Milano è altrettanto importante. Le sanzioni contro la Russia stanno penalizzando l’economia dei Paesi esportatori. Inoltre lo spettro di una nuova “guerra del gas” tra Mosca e Kiev, in cui l’Europa si troverebbe ancora una volta in ostaggio, spaventa i governi dei Ventotto, e soprattutto quelli dell’Est che sono i più bellicosi ma anche i più dipendenti dalle forniture energetiche russe.
Se a Milano si delineasse l’avvio di un processo di distensione, questo restituirebbe all’Europa l’iniziativa politica nella gestione della crisi ucraina. Inoltre un accordo che prevenisse una nuova guerra del gas permetterebbe all’Ue di guardare con maggiore tranquillità all’inverno che si avvicina e potrebbe preludere ad un alleggerimento delle sanzioni, che è l’obiettivo di una larga fetta dell’industria europea.
Per raggiungere questi risultati, la diplomazia sta mettendo in cantiere una febbrile serie di incontri a margine del vertice. Oggi la cancelliera Merkel e il presidente Napolitano saranno i primi a incontrare Putin in due colloqui bilaterali che potranno dare il tono della due giorni milanese. Poi sono previsti incontri del presidente russo con Renzi, con Hollande e con il premier giapponese. È ancora in forse, ma resta probabile, la possibilità di un colloquio a quattr’occhi tra Putin e il leader ucraino Poroshenko, che sarebbe la chiave di volta del vertice. I due si sono sentiti al telefono e hanno usato termini distensivi.
C’è infine la possibilità di un mini-summit con Putin, Poroshenko, Renzi, Merkel, Hollande e Cameron. Se ci si arrivasse, potrebbe veramente segnare una svolta nell’ultima guerra che insanguina il continente europeo.