DI-PARTITO DEMOCRATICO - L’ULTIMA BATTAGLIA DEL PD ANTI-RENZIANO, PRIMA DELLA SCISSIONE, E’ SULLA RIFORMA DEL SENATO: I ‘SINISTRATI’ VOGLIONO CONSERVARE LO STATUS QUO, MINACCIANO UN “VIETNAM” E SPERANO NELL’APPOGGIO DI PIETRO GRASSO

Vannini Chiti Vannini Chiti

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

La minoranza Pd si sente ormai incamminata sul sentiero di Ho Chi Min, e cerca lo scontro finale con Matteo Renzi. Il terreno di battaglia è la riforma del Senato: o il premier fa quel che diciamo noi, è il messaggio, o in autunno l'aula di Palazzo Madama diventerà «un Vietnam», come ha già detto chiaro il senatore Vannino Chiti.

 

Miguel Gotor Miguel Gotor

La fronda anti-renziana del Senato ha confezionato un pacchetto di emendamenti, che verranno depositati in settimana. Chiaro l'obiettivo: smontare tutti i capisaldi del ddl governativo, reintrodurre l'elettività piena dei senatori, allargare i poteri della seconda Camera.

 

In una parola, rimanere allo status quo: bicameralismo, senatori eletti a tempo pieno e con relativo lauto stipendio. «Se Renzi non accetta agiremo di conseguenza» tuona il bersaniano Miguel Gotor. «E andremo fino in fondo» rincara Federico Fornaro. Fino a votare contro il governo, per mandarlo in minoranza.

matteo orfinimatteo orfini

 

La minaccia stavolta però ha passato il segno, e il Pd renziano scatena la controffensiva. «Che alcuni senatori del mio partito minaccino il Vietnam parlamentare contro il nostro governo a me pare incredibile. Ma forse sono strano io», attacca via Twitter il presidente Pd Matteo Orfini. Gli replica acido Gotor: «Sei strano tu se commenti i titoli dei giornali e pensi di farci politica. Confronto nel merito, please».

 

La domenica agostana del Pd si fa torrida. Mentre Renzi, in visita di Stato in Giappone, assicura che sulle riforme «andremo fino in fondo e faremo il referendum, in cui saranno i cittadini a dire sì o no», a Roma i suoi se le danno di santa ragione.

migliavacca migliavacca

 

Chiti firma insieme a Maurizio Migliavacca (uomo-macchina di Bersani al Senato) una nota furente contro i «pretoriani dell'obbedire senza discutere» che «inventano trappole e agguati». E lamenta: «Nel Pd c'è spazio per chi ha posizioni diverse su riforma della Costituzione, scuola, lavoro, welfare o è un delitto di lesa maestà?».

 

renzi grasso mattarellarenzi grasso mattarella

Contrattacca il renziano Marcucci: «Vogliono bloccare le riforme e ricominciare da zero. Un progetto assai ambizioso: il ritorno al passato». In serata anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi avverte: «Nel Pd si decide con una maggioranza molto ampia, il 90% del gruppo. Chi ha un'idea diversa faccia un passo indietro».

 

Nel suo tentativo di «dare un colpo» (come invitava a fare D'Alema) a Renzi bloccando le sue riforme, la minoranza Pd conta sull'appoggio del presidente del Senato Pietro Grasso. Il quale ha già fatto capire di voler riaprire i giochi sull'articolo 2 della riforma che prevede la non elettività dei senatori, aiutato dall'alta burocrazia del Senato. In caso di crisi, c'è chi maligna immaginando un governo istituzionale presieduto dallo stesso Grasso per azzerare l'Italicum e tornare al proporzionale.

 

finocchiaro finocchiaro

Governo e Pd stanno però lavorando alle contromosse: spetta infatti ad Anna Finocchiaro, presidente della Commissione che ha sul tavolo la riforma costituzionale, dare il primo parere sugli emendamenti. E la Finocchiaro sarebbe orientata a dichiarare inammissibili quelli all'articolo 2, che non è più modificabile.

 

Per Grasso, che potrebbe appigliarsi a un cavillo per riaprire il vaso di Pandora, diventerebbe assai difficile aprire uno scontro istituzionale con lei. E anche per questo la Boschi in serata fa appello a Forza Italia: «Mi auguro di tornare a votare insieme al Senato con il consenso di una parte dell'opposizione, ma non perché - precisa - siamo spaventati dai numeri».

 

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…