unione europea euro -

L'UNIONE EUROPEA È UN NANO FINANZIARIO - CASSESE: ''HA 450 MILIONI DI ABITANTI MA IL SUO BILANCIO È COME QUELLO DELLA DANIMARCA, CHE NE HA 5. PER QUESTO È IMPORTANTE CHE ABBIA RISORSE PROPRIE, OGGI EMETTENDO TITOLI DI DEBITO, DOMANI CON IMPOSTE PROPRIE. COSÌ L'UNIONE PUÒ ENTRARE NELLA FASE DELLA SUA PIENA MATURITÀ E SVOLGERE UNA AUTENTICA POLITICA REDISTRIBUTIVA - IN ITALIA INVECE IL PIANO DI RIFORME È POCA COSA. VI SONO PROMESSE, PROCLAMI, NON PROGETTI. QUANDO VI SARANNO PROGETTI, MANCHERANNO GLI UOMINI GIUSTI''

 

Sabino Cassese per il “Corriere della Sera

 

Nel difficile negoziato di ieri al Consiglio europeo di Bruxelles non erano in ballo soltanto l'importo dei fondi da assegnare al Recovery Fund, la loro ripartizione tra sussidi a fondo perduto e prestiti da restituire, l'ammontare degli sconti di cui i Paesi «frugali» godono nei loro contributi al finanziamento comunitario, ma anche tre principi essenziali, che possono condizionare il presente e il futuro dell'Unione europea.

 

UNIONE EUROPEA CORONAVIRUS

Questi principi sono: il rispetto dello Stato di diritto, il riconoscimento di un «potere della borsa» all'Unione e le procedure per il controllo sui fondi distribuiti agli Stati. Sul lungo periodo, anzi, questi tre principi sono più importanti dell'ammontare degli interventi finanziari. Come accade spesso in politica, dietro gli interventi congiunturali, che servono nel breve periodo, vi sono quelli strutturali, che sono permanenti, e spesso i primi servono ai secondi. Il principio che l'Unione si fonda sui valori dello Stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani è fissato da tempo nei trattati europei.

 

sabino cassese foto di bacco

Nuovo è il tentativo di collegare la distribuzione di risorse al rispetto di tale principio, in modo da dare ad esso artigli. Il leader ungherese ha dichiarato di avere avuto mandato dal suo parlamento di opporsi a ogni accordo che lo obblighi all'ossequio nei confronti dei principi liberali dello Stato di diritto. Ma nella storia dei principali Paesi europei il liberalismo si è affermato prima della democrazia e questa si è costruita sulle libertà e non se ne può separare (dove starebbe la democrazia senza la libertà di parola, quella di associazione, il pluralismo?).

 

Stabilire un legame tra finanziamenti europei e rispetto delle regole dei regimi liberali è un modo per dare a questi ultimi una base solida. L'Unione europea ha una propria moneta, condiziona i bilanci nazionali, è un gigante regolatorio, è, però un nano finanziario. Il suo bilancio è circa un sesto di quello italiano e - dicono i documenti europei - costa al cittadino medio europeo meno di un caffè al giorno. Il suo ordine di grandezza è lo stesso del bilancio della Danimarca, anche se l'Unione ha quasi 450 milioni di cittadini e la Danimarca 5 milioni. Per questo è importante - come ha scritto Mario Monti il 19 luglio scorso su queste colonne - che l'Unione europea abbia risorse proprie, oggi raccolte mediante emissione di titoli di debito, domani con imposte proprie.

 

Così l'Unione può entrare nella fase della sua piena maturità e svolgere una autentica politica redistributiva. Il terzo principio che fa fare un passo avanti all'Unione riguarda il potere di distribuire e di controllare l'uso delle risorse che vengono assegnate agli Stati. Una volta dotata del «potere della borsa», l'Unione deve operare attraverso gli Stati ai quali vengono trasferiti i fondi europei, assicurandosi, alla pari di ogni finanziatore (come lo Stato italiano quando assegna fondi alle regioni) che le finalità per le quali i fondi sono assegnati vengano rispettate.

LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

 

Se, però, questo potere viene conservato al Consiglio, e non assegnato alla Commissione europea, sorgono due problemi. Il primo è che il Consiglio europeo (una Camera dei governi nazionali con funzioni legislative) assorbe competenze che sono proprie dell'organo esecutivo, la Commissione europea. Il secondo problema è che ognuno dei membri del Consiglio è dotato del potere di veto, indipendentemente dalle dimensioni del suo Paese (lo stesso inconveniente si presenta se ogni governo può chiedere che decida il Consiglio europeo, come una sorta di organo di appello). Per capire lo squilibrio che si produce, basta ricordare che i Paesi «frugali», che tanto filo da torcere hanno dato negli ultimi tempi, messi insieme, hanno una popolazione che raggiunge solo due terzi di quella italiana.

 

Se si continua così, si riproduce l'inconveniente che fu causa per quasi due secoli di tutti i mali della Dieta polacca tra '600 e '700, il «liberum veto», cioè il principio di unanimità, che blocca ogni potere di decisione (ricordo ai rousseauiani italiani il saggio che Jean-Jacques dedicò al tema nel 1771). È ora bene che l'Italia si attrezzi per utilizzare i fondi. Il governo italiano ha alzato la voce. Ma deve riconoscere le sue debolezze. Il governo stesso e l'amministrazione sono impreparati.

 

UNIONE EUROPEA

Per quel che sappiamo dai documenti ufficiali, il piano di riforme è poca cosa. Vi sono promesse, proclami, non progetti. Quando vi saranno progetti, bisognerà disporre degli uomini: dove sono i tecnici e i manager nell'amministrazione? Chi sta pensando ai necessari correttivi del disegno del Servizio sanitario nazionale? Molto si parla della accelerazione delle procedure, ma il decreto semplificazione ha fatto solo un passettino, mentre bisognerebbe correre i cento metri. Infine, abbiamo le tare storiche, accentuate di recente: scarsa produttività, livelli di istruzione bassi, durata media della vita lavorativa inferiore a quella dei Paesi «frugali». Due interi poteri statali, amministrazione e giustizia aspettano dal dopoguerra una autentica riforma.

giuseppe conte e angela merkel a meseberg by osho

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…