1- LAVITOLA ATTERRA A FIUMICINO ED E’ SUBITO “ALLOGGIATO” ALL’HOTEL POGGIOREALE 2- LAVITOLA VUOL DIRE BERLUSCONI: SECONDO LA PROCURA DI BARI, IL BANANA AVREBBE INDOTTO IL PORTA-FIGHE TARANTINI A MENTIRE SULLE ESCORT, TENTANDO POI DI COMPRARNE IL SILENZIO, DANDOGLI 500MILA EURO PERCHÉ PATTEGGIASSE A BARI ED EVITASSE IL DEPOSITO DELLE INTERCETTAZIONI A SUO CARICO. MA NON LO AVREBBE PAGATO DI PERSONA, BENSÌ TRAMITE LA SUA SEGRETARIA MARINELLA BRAMBILLA O IL SUO MAGGIORDOMO ALFREDO PEZZOTTI CHE AVREBBERO POI CONSEGNATO IL DENARO A VALTER LAVITOLA PERCHÉ LO FACESSE PERVENIRE NELLE MANI DI TARANTINI. UN ORDINE DI CARCERAZIONE NEI CONFRONTI DEL SENATORE PDL SERGIO DE GREGORIO 3- TRA LE TANTE ACCUSE, ANCHE CORRUZIONE INTERNAZIONALE PER PRESUNTE TANGENTI A POLITICI PANAMENSI PER LA REALIZZAZIONE DI CARCERI E FINANZIAMENTI ALL'EDITORIA

1- VALTER LAVITOLA ATTERRA A FIUMICINO - NUOVA ACCUSA DI «CORRUZIONE INTERNAZIONALE»
Corriere.it

Valter Lavitola, l'ex direttore dell'Avanti latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011, è rientrato lunedì mattina in Italia e si è costituito. L'aereo Alitalia proveniente da Buenos Aires con a bordo Lavitola è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 6:41. Piumino blu smanicato, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, zainetto beige in spalla e con un piccolo trolley: così è apparso Valter Lavitola appena sbarcato dal Boeing 777 dell'Alitalia atterrato a Fiumicino.

Qui Lavitola è stato prelevato da un nutrito dispiegamento di uomini della Polizia di frontiera e condotto negli uffici della Polizia giudiziaria, dove è avvenuta la notifica degli atti. Tra le accuse, vi è anche la corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri. Altre accuse riguardano i finanziamenti all'editoria. Lavitola sarà portato nel carcere di Poggioreale.

FOLLA A FIUMICINO - Nel percorso dall' uscita dell' aereo fino agli uffici della polizia giudiziaria, nella sala transiti del Terminal 3, Valter Lavitola è rimasto sempre assai teso, con il volto tirato, impassibile, e qualche volta ha sbuffato, mostrando anche un pò di stanchezza per il lungo viaggio. Un muro di uomini della polizia di frontiera e della guardia di finanza ha fatto da «divisorio» tra Lavitola e i tanti passeggeri che si chiedevano, incuriositi, chi fosse arrivato. Poi l'incrocio con una schiera di fotoreporter e troupe, dinnanzi ai quali Lavitola è rimasto con lo stesso atteggiamento. A Fiumicino ci sono funzionari della Digos e della guardia di finanza di Napoli, oltre ai carabinieri di Bari.

LE ACCUSE - Su Lavitola pende una ordinanza di arresto della procura di Bari ed è indagato fra l'altro, dalla procura di Napoli per rivelazioni di segreto di ufficio e corruzione nell'ambito dell'indagine P4, per frode fiscale per contributi pubblici del valore di 23 milioni percepiti dal quotidiano l'Avanti, nonchè coinvolto in indagine per corruzione relativa a Finmeccanica.

A Roma poi è sotto indagine per estorsione con Silvio Berlusconi parte lesa. Quanto all'indagine di Bari, Lavitola è accusato di induzione a rendere alla autorità giudiziaria dichiarazioni mendaci per aver indotto Tarantini a dire che Berlusconi non sapeva che alle sue feste portava escort. E ora si apprende anche di questa nuova accusa di «corruzione internazionale»

2- LAVITOLA, TRE PROCURE INDAGANO SUL FACCENDIERE - SU DI LUI PENDE ORDINE DI ARRESTO DEL TRIBUNALE DI BARI
Ansa.it

Su Valter Lavitola, l'ex direttore dell'Avanti latitante in Sud America dal 14 ottobre 2011, pende un'ordinanza d'arresto del Tribunale di Bari, emessa nell'ambito dell'inchiesta in cui Lavitola è accusato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, con riferimento alle bugie raccontate dall'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini ai magistrati baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze estive dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell'estate 2008.

Berlusconi, questa l'ipotesi del procuratore aggiunto di Bari Pasquale Drago, avrebbe indotto Gianpaolo Tarantini a mentire sulle escort, tentando poi di comprarne il silenzio, dandogli 500mila euro perché patteggiasse a Bari ed evitasse il deposito delle intercettazioni a suo carico. Ma non lo avrebbe pagato di persona, bensì tramite la sua segretaria o il suo maggiordomo che avrebbero poi consegnato il denaro a Valter Lavitola perché lo facesse pervenire nelle mani di Tarantini.

E' questa, sostanzialmente, la ricostruzione che anche il Tribunale del Riesame di Bari fa della vicenda, nelle motivazioni dell'ordinanza emessa il 21 novembre scorso con cui i giudici rigettavano la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa di Valter Lavitola.

L'ex direttore dell'Avanti, quindi, sarebbe il concorrente dell'autore materiale del reato, che nella ricostruzione del Riesame, sarebbe Berlusconi. Il Riesame conferma e rafforza la tesi già sostenuta dal Tribunale del Riesame di Napoli, che il 27 settembre 2011 ha dichiarato la competenza territoriale della Procura di Bari. Il fascicolo era inizialmente nelle mani dei pm di Napoli che avevano indagato 5 persone, tra cui Lavitola, Tarantini e sua moglie, per il reato di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi.

Nei confronti dei tre sono state emesse ordinanze di custodia cautelare in carcere il primo settembre 2011 su disposizione della magistratura partenopea. Il gip di Napoli aveva poi dichiarato la competenza della magistratura romana e infine il Riesame quella di Bari. Con lo stesso provvedimento il Riesame di Napoli aveva disposto la scarcerazione per Tarantini e sua moglie, confermando invece la misura cautelare per Valter Lavitola, ed esprimendosi sulla qualificazione giuridica dei fatti: il reato da contestare non era estorsione ma induzione a mentire. Giunti a Bari gli atti, il 30 settembre, la Procura ha dovuto provvedere ad una richiesta di misura cautelare nei confronti di Lavitola entro il 16 ottobre, data in cui avrebbe perso efficacia il precedente ordine di cattura emesso dal Tribunale di Napoli.

La richiesta d'arresto è stata materialmente depositata il 13 ottobre, dopo un 'botta e risposta' tra il procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, titolare del fascicolo, e il gip, Sergio Di Paola (botta e risposta costituito da una richiesta di revoca di misura cautelare, da un rigetto della stessa e da una nuova richiesta d'arresto).

Proprio per questo il Riesame definisce "ondivago" l'atteggiamento della Procura di Bari sull'intera vicenda. Parallela a quella barese, esiste sugli stessi fatti un'altra indagine della Procura di Roma che ha portato avanti la prima ipotesi dei pm napoletani: l'estorsione ai danni di Berlusconi da parte di Lavitola e Tarantini.

LE INTERCETTAZIONI TARANTINI-BERLUSCONI
Ansa.it

ll vero timore di Silvio Berlusconi non erano le centinaia di persone, escort comprese, che entravano nelle sue residenze senza essere sottoposte ad alcun controllo; e tantomeno che qualcuno potesse scoprire che sull'aereo presidenziale volavano Gianpi Tarantini e le sue 'fanciulle'. La paura del capo del governo era - ed e' - il telefono: dagli atti della procura di Bari emerge una vera e propria ossessione del Cavaliere per le intercettazioni. Evidente gia' dal primo contatto con l'imprenditore barese, quello del 19 settembre 2008, quando sbaglia numero e invece di chiamare Giampaolo Traversi contatta Gianpi.

TI SENTONO I CARABINIERI, QUA SUCCEDE UN PATATRAC - In quell'occasione infatti, subito dopo i convenevoli, il premier spiega di aver avuto un ''disastro con il telefono'' precedente. ''Ho avuto un po' di guasti, ho dovuto cambiare telefono perche' come al solito me lo avevano messo sotto controllo...ogni tanto mi succede...ce ne siamo accorti e allora ho cambiato il numero''. Gianpi capisce al volo il messaggio, tanto che lo ricorda chiaramente a Patrizia D'Addario che lo chiama dopo aver passato la notte a palazzo Grazioli, il 5 novembre del 2008. ''Stai attenta quando parli con lui - le dice - pure con me, lui me l'ha ribadito, ha detto: 'Gianpaolo, stai attento che il telefono tuo...ancora ti sentono i Carabinieri, i marescialli...qua succede un patatrac!''. Un concetto che il presidente del Consiglio ribadisce sempre al fido Gianpi il 2 gennaio 2009, quando la macchina per l'organizzazione di una festa a villa Certosa si e' gia' messa in moto. ''Chiama a casa, e' piu' comodo, posso parlare da un telefono sicuro''.

BELEN E' STATA DA ME UNA NOTTE - Nonostante i timori, pero', Silvio Berlusconi continua a parlare al telefono sia con Gianpi che con le ragazze. E racconta le sue 'avventure'. Quella con Belen Rodriguez, per esempio: ''e' stata da me una notte ma non abbiamo fatto l'amore perche' ho scoperto che lei era la donna del mio calciatore''. Ma il premier non demorde, visto che chiede a Tarantini: ''sondala un po' su di me''. D'altronde l'interesse nei confronti dell'attuale fidanza di Fabrizio Corona emerge chiaramente il giorno dopo, quando parla al telefono direttamente con lei. ''Se un giorno tu avessi la voglia di passare una cena con me o di vedermi - le dice - io sono a tua disposizione. Sai comunque...che hai qualunque cosa...un amico, un estimatore...''. Sempre al telefono Berlusconi ammette di ''fare il filo'' a Manuela Arcuri.

ZARDO STA CON FEDE E MI INIBISCE - Ed e' un'intercettazione tra Gianpi e Raffaella Zardo del 16 dicembre 2009 a svelare invece i problemi del Cavaliere ad 'approcciare' l'ex meteorina del Tg4: ''Gianpaolo le dice - annota la Guardia di Finanza - che il presidente gli ha detto che e' molto figa ma il fatto che sta con Emilio Fede lo inibisce''. Dieci giorni dopo il giudizio sulla ragazza pero' cambia. ''Ma questa qui e' una t...non si lasciava...lui non l'ha mai nemmeno s..., nemmeno baciata... lo sfruttava per lavorare in televisione e basta era la favola di tutti''.

NON PORTARE TUA MOGLIE, E' UN ERRORE - Al telefono Silvio Berlusconi distribuisce anche consigli. E' il 21 dicembre e Giampaolo Tarantini si e' messo in testa di organizzare una festa per il presidente a Capodanno. I due parlano al telefono e Gianpi afferma che, se ci sara' qualcosa il 31 ''lui porterebbe anche la moglie Nicla''. Ma la risposta del capo del governo e' negativa. ''Berlusconi - scrive la Gdf - dice che non puo' portare la moglie in quanto sarebbe un errore perche' ci sono troppe donne''. Dunque e' meglio che stia a casa. Qualche giorno prima invece, l'11, Berlusconi discute via cornetta con Gianpi ''sulla genuinita' o meno delle tette di una ragazza, tale Karen, che a dire di Gianpaolo ha trascorso la notte con lui''.

SE MI PORTI DA LUI DIVENTO LA TUA SCHIAVA - Il feeling con Tarantini fa si' che l'imprenditore diventi in poco tempo il contenitore dove decine di donne infilano le loro richieste. Come fa il 2 maggio del 2009 Micaela Ottomano, l'allora segretaria particolare dell'attuale ministro Paolo Romani. ''Sei grande, sei proprio figo! - gli dice entusiasta - Se mi fai tr...il tuo amico (il presidente, ndr) ti prometto che mi adopero. Divento la tua schiava se mi porti li'''.

GLI INTERESSANO SOLO LE DONNE - Gianpi non ha pero' nessuna intenzione di allargare il suo rapporto con il presidente del Consiglio ad altre persone. Donne ma soprattutto uomini, che potrebbero scalzarlo. Lo dice chiaramente all'uomo che gli procura le donne a Milano, quando Peter Faraone protesta perche' non l'ha invitato alla festa del Milan, dove Tarantini aveva ''un tavolo per dieci persone vicino a quello del presidente''. ''A lui non interessano gli uomini - risponde - ma solo le donne''.

A CHI 5, A CHI 10 A CHI LA MACCHINA - Il concetto lo ribadisce anche a Patrizia D'Addario, quando la escort si lamenta che per la notte passata sul lettone di Putin ha ricevuto solo una ''tartarughina'' che ''non vale un c...'' mentre alle altre ragazze ''ha lasciato la busta''. ''Cinquemila euro?'' chiede Patrizia. E Gianpi risponde: ''a chi 5, a chi 10, a chi 3 a chi 15, a chi 20, a chi gli ha regalato la macchina''.

I BIGLIETTI PER LA SCALA - Ma Berlusconi e' generoso anche con Tarantini: i viaggi sull'aereo del presidente, il visto per andare in Cina, i contatti con Guarguaglini e Bertolaso. E i biglietti per la prima alla Scala, che Gianpi ottiene direttamente dal capo del cerimoniale di palazzo Chigi. Lui ricambia come puo': le ragazze per il Cavaliere, l'olio dalla sua Puglia per ''i ragazzi della scorta''.

ORDINE DI CUSTODIA PER SENATORE DE GREGORIO
Ansa - Nella vicenda all'interno della quale sono scattate nuove accuse per Valter Lavitola è stato emesso anche un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti del senatore del Pdl Sergio De Gregorio. Il provvedimento è stato trasmesso al Senato per l'autorizzazione all'esecuzione.

 

Lavitola appena sbarcato a FiumicinoLavitola al check in dellaeroporto di Buenos Aires LAVITOLA Lavitola al check in dellaeroporto di Buenos Aires Silvio BerlusconiLavitola appena sbarcato a FiumicinoGIAMPAOLO TARANTINI GIAMPAOLO TARANTINI E MOGLIE ANGELA DEVENUTO PATRIZIA DADDARIO BELEN RODRIGUEZlrmrrci24 manuela arcuriEMILIO FEDE RAFFAELLA ZARDO AL BAGAGLINO PAOLO ROMANI Sergio de gregorio

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