“IL SUCCESSO DELLA SINISTRA IN FRANCIA È UNA VITTORIA DI PIRRO” - MARC LAZAR: “MÉLENCHON NON VUOLE ALLEARSI. SI E’ PARLATO DI UN GOVERNO DI LARGHE INTESE MA PER ATTUARE QUALE PROGRAMMA, CONSIDERANDO CHE LA SINISTRA PRETENDE DI ABOLIRE LA RIFORMA DELLE PENSIONI E LA LEGGE SULL’IMMIGRAZIONE? - LA FRANCIA SI RITROVA A RISCHIO INGOVERNABILITÀ, NEL MOMENTO IN CUI BISOGNA ADOTTARE UNA LEGGE FINANZIARIA, IL DEBITO PUBBLICO È ENORME, LA CONGIUNTURA ECONOMICA È NEGATIVA E CI SONO GRANDI SFIDE COME LA GUERRA IN UCRAINA. QUESTO METTE LA SINISTRA AL DI FUORI DELLA ‘FRANCE INSOUMISE’ DI FRONTE ALLE SUE RESPONSABILITÀ: RESTERA’ IN COALIZIONE CON MÉLENCHON O CERCHERÀ DI RIPENSARE IL PROPRIO PROGRAMMA?”
Estratto dell’articolo di Marc Lazar per “la Repubblica”
[…] La coalizione di sinistra del Nuovo fronte popolare, composta principalmente da quattro partiti, la France insoumise, il Partito socialista, i Verdi e il Partito comunista, è arrivata in testa, davanti ai centristi e al Rassemblement national, cosa che nessun istituto di sondaggi aveva previsto. Ha ottenuto 184 deputati, 33 in più rispetto a due anni fa. Al suo interno sono cambiati i rapporti di forza.
La France insoumise, cioè la sinistra radicale, non esercita più lo stesso predominio di due anni fa: con 78 deputati, rappresenta soltanto il 42% del totale della coalizione, mentre prima era il 50%; i socialisti sono passati da 31 deputati a 69, i Verdi hanno avuto un certo progresso (28 eletti invece di 23) e i comunisti sono calati (9 contro i 12 di prima). È evidente, dunque, che Jean-Luc Mélenchon, qualunque cosa dica, qualunque cosa faccia, non è più il líder máximo: non solo i suoi alleati lo criticano apertamente, ma molti dei suoi ex compagni di strada hanno rotto con lui; in ogni caso, non sarà lui il primo ministro.
D’altronde, non bisogna farsi ingannare da questo successo relativo del Nuovo fronte popolare: una parte del suo elettorato l’ha scelto perché sostiene il suo programma, ma molti elettori di sinistra lo hanno votato nonostante quel programma e nonostante le forti reticenze che gli ispira Jean-Luc Mélenchon; da ultimo, la coalizione ha beneficiato dell’apporto di elettori centristi, e perfino di centrodestra, che volevano semplicemente sbarrare la strada al Rassemblement national. La sinistra rimane minoritaria in Francia. Alle elezioni europee il totale dei suoi candidati ha ottenuto 31,4% dei voti, un risultato tra i più bassi della sua storia.
Che cosa può fare il Nuovo fronte popolare? Dichiara di voler governare partendo dal suo programma e di voler proporre un primo ministro. Verrebbe da pensare che voglia riprodurre l’alleanza della gauche plurielle del 1997, quando il Partito socialista, guidato da Lionel Jospin, aveva un ruolo largamente dominante, mentre ora non solo la composizione interna della coalizione è diversa, ma non dispone nemmeno di una maggioranza. […]
è in grado e ha la volontà di trovare degli alleati? Jean-Luc Mélenchon ha scartato chiaramente questa possibilità, così come il segretario del Partito socialista, Olivier Faure. Certo, qualche voce si è levata per ventilare l’ipotesi di un Governo con personalità della sinistra, della destra e del centro […]
Ma quale governo potrebbe essere costituito, e soprattutto per attuare quale programma, considerando che la sinistra pretende di abolire la riforma delle pensioni e la legge sull’immigrazione adottate dalla precedente legislatura, cosa che le altre forze politiche non possono accettare?
D’altronde, il Partito socialista non si prenderà il rischio di rompere l’accordo del Nuovo fronte popolare […] In queste condizioni, resterebbe l’ipotesi di un Governo tecnico minoritario, «all’italiana», che magari alcuni gruppi parlamentari della sinistra, del blocco centrista e dei Repubblicani sosterrebbero sulle singole leggi, senza partecipare all’esecutivo.
Come che sia, la Francia si ritrova per il momento con un rischio del tutto inedito di ingovernabilità, nel momento in cui bisogna adottare una legge finanziaria, il debito pubblico è enorme, la congiuntura economica è negativa e ci sono grandi sfide da affrontare a livello europeo e internazionale, come la guerra in Ucraina. Tutto questo mette la sinistra al di fuori della France insoumise di fronte alle sue responsabilità.
Continuerà a restare in coalizione con Jean-Luc Mélenchon e i suoi, accettando numerosi compromessi, in particolare sulle tematiche economiche e sociali, col rischio di non poter poi tornare al potere? O cercherà […] di ripensare il proprio programma e di trovare un leader in grado di incarnare realmente una sinistra riformista? […] Insomma: la vittoria relativa della sinistra è una vittoria di Pirro, piena di ambiguità.
de magistris melenchonjean luc melenchon voto per le elezioni legislative jean luc melenchon dopo il voto per le elezioni legislative