salvini abruzzo

LA LEGA ESCE DALLA PADANIA. E ORA? - BELPIETRO: “LA NOSTRA SENSAZIONE È CHE GLI ABITANTI DI REGIONI CON MINORI POTENZIALITÀ, COME PER ESEMPIO L'ABRUZZO, NON SIANO AFFATTO PREOCCUPATI DAL FATTO CHE IL RICCO NORD VOGLIA LASCIARE IN BOLLETTA IL SUD. MA ANZI AMBISCANO A ESSERE GOVERNATI COME I LEGHISTI AMMINISTRANO LOMBARDIA E VENETO - SALVINI HA LA POSSIBILITÀ DI GIOCARSI ANCHE LE CARTE PER OTTENERE FINALMENTE QUELL'AUTONOMIA REGIONALE DI CUI DA ANNI SI DISCUTE”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

il selfie di matteo salvini dall abruzzo nella neve

La Lega è il primo partito dell' Abruzzo e, anche se nessuna elezione lo ha ancora certificato (ma presto potrebbe farlo quella per il Parlamento europeo), molto probabilmente lo è anche dell' Italia. Il partito di Salvini, alle regionali di domenica, ha infatti preso quasi il 28 per cento, la qual cosa è piuttosto sorprendente, non solo se si pensa che a L'Aquila e dintorni, appena dieci mesi fa, portò a casa meno del 14 per cento, ma che alle precedenti elezioni per il rinnovo del consiglio abruzzese neppure si presentò.

 

L'exploit di quello che un tempo era il Carroccio è interessante per diversi motivi, che ora cercheremo di spiegare. Il primo è che, nonostante il capitano leghista abbia tutta la stampa addosso e sia nel mirino della magistratura, le sue quotazioni salgono. Aumentare i voti non è cosa che capiti con frequenza, soprattutto quando si sta al governo e si fa parte di un gabinetto di crisi. L'economia rallenta, l'Europa ci bacchetta eppure il consenso del vicepremier e della sua squadra cresce.

 

SALVINI IN ABRUZZO

Il fatto, ai nostri occhi, è uno strano fenomeno e probabilmente non dipende solo dalla credibilità di Salvini e soci, ma anche dalla scarsa affidabilità di chi sta all' opposizione, in particolare del Pd. Già, perché se c' è un aspetto che colpisce, a prescindere dalla crescita leghista, è la decrescita del partito che fino a un anno fa era al governo. Il Pd, oltre al governo, ha amministrato la Regione e molte delle principali città dell' Abruzzo.

 

Tuttavia, domenica la sua corsa si è fermata all' 11%, cioè meno di ciò che aveva raggranellato il 4 marzo. Un po' poco, soprattutto considerando che rispetto alle elezioni di dieci mesi fa il Movimento 5 stelle ha dimezzato i propri voti. La conclusione è ovvia: nemmeno con i grillini in discesa il Pd riesce a prendere il volo; piuttosto, gli elettori scelgono ciò che in apparenza è più lontano dalla sinistra, ossia Salvini.

 

Ma questa è solo una delle considerazioni che discendono dal voto in Abruzzo.

salvini zaia 4

Una seconda è che per la prima volta la Lega conquista una regione sotto il Po. Per anni si era pensato che il movimento fosse comunque costretto nella cosiddetta Padania, ossia nelle regioni del Nord. Sì, da ultimo qualche città era stata conquistata anche nelle terre di stretta osservanza piddina, ma diciamo che si trattava di singoli episodi. Questa volta, invece, il partito di Salvini ha messo le mani sull' Abruzzo, ovvero per la prima volta entra con un ruolo di primo piano in una regione centromeridionale.

 

Tutto ciò ovviamente non può essere un caso, ma semmai il segnale di una svolta. Quelli che un tempo erano territori che guardavano a sinistra, oggi si rivolgono al centrodestra. È come se, all' improvviso, Salvini e i suoi fossero stati sdoganati. Entrati nella stanza dei bottoni a livello nazionale, oggi i leghisti non sono più considerati i difensori dei soli interessi del Settentrione, ma una forza politica in grado di interpretare anche la voglia di riscatto delle regioni del Centro Sud.

 

zaia salvini maroni

E qui arriviamo alla terza osservazione, quella più interessante. Come tutti sanno, sulla base della trattativa intavolata con il governo Gentiloni, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna reclamano maggiore autonomia su una serie di questioni legate all' amministrazione della cosa pubblica. Alla richiesta delle tre regioni se ne sono unite altre, ma la preoccupazione espressa da chi invece vede con timore maggiore autonomia è che il ricco Nord voglia lasciare in bolletta il Sud.

 

Intellettuali e politici hanno lanciato una campagna per impedire l' operazione, sostenendo che si tratterebbe di una secessione da parte delle regioni che stanno meglio dal resto d' Italia che sta peggio. Peccato che il voto di domenica testimoni che gli abitanti di regioni con minori potenzialità, come per esempio l' Abruzzo, non siano affatto preoccupati, ma anzi ambiscano a essere governati come i leghisti amministrano Lombardia e Veneto.

salvini e zaia

 

Insomma, la nostra sensazione è che con la vittoria della Lega in una regione centro-meridionale, Salvini non abbia spianata davanti a sé la strada per la conquista del Sud, ma abbia la possibilità di giocarsi anche le carte per ottenere finalmente quell' autonomia regionale di cui da anni si discute e che consentirebbe la piena applicazione delle norme costituzionali. Ce la farà il capo leghista? L' unico scoglio, a nostro parere, consiste nella tenuta dell' economia, che non riguarda Nord e Sud, ma tutto il Paese. Tradotto: se il Pil si muove, si tira dietro anche il resto. Autonomia compresa.

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