di maio salvini

M5s E LEGA: IL POTERE SI ATTOVAGLIA AL RISTORANTE - GRILLINI E LEGHISTI D' ACCORDO SOLO SULLA SCELTA DEI LOCALI - I CINQUE STELLE ABBANDONANO LA MENSA “ANTI CASTA” DELLA CAMERA, SALVINI PREDILIGE PIZZA E BIRRA GHIACCIATA – ECCO TUTTI I LUOGHI DOVE SI RITROVANO I PARLAMENTARI DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

salvini

Patricia Tagliaferri per “il Giornale”

 

Cambiano le legislature, la geografia dei partiti al governo, il linguaggio della politica, ma le vecchie abitudini, quelle che da sempre legano cibo e potere trasformando la tavola nel luogo ideale per decidere alleanze o strategie di governo, rimangono sempre le stesse.

 

Cambiano i posti, però, dove amano sfamarsi deputati e senatori. Non c' è più un vero e proprio ritrovo, come nella Seconda Repubblica poteva essere il ristorante «I due Ladroni», in piazza Nicosia.

 

I gialloverdi non hanno un posto fisso dove incontrarsi per uno spuntino veloce, un pranzo tra una votazione e un' altra o una cena al termine dei lavori in aula. Ma almeno sulla cucina vanno d' accordo. Litigano su tutto, sulla manovra, sulle pensioni, sul decreto sicurezza, ma a tavola si ritrovano spesso negli stessi posti. Locali alla mano, a prezzi accessibili, nel centro storico, vicino ai luoghi della politica.

 

la mappa del potere a tavola 1

La cucina romanesca ha conquistato tutti, grillini e leghisti, che però hanno ceduto anche al richiamo della cucina giapponese, un must tra i più giovani, come del resto sono molti parlamentari. Gettonatissimo, infatti, il sushi di «Daruma», in piazza Parlamento, comodo, veloce e trendy. Così come l' aperitivo alle buvette di Montecitorio, ma anche fuori dal Parlamento.

 

di maio

Nell' aggiornamento della mappa dei ristoranti targati M5s-Lega disegnata dall' AdnKronos un posto d' onore ce l' ha l'«Arancio d' oro», a pochi passi da Piazza di Spagna, dove martedì scorso si sono ritrovati il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio per discutere delle mosse da fare per evitare la procedura di infrazione Ue tra un piatto di filetto con i broccoletti ripassati e una grigliata di calamari. Si erano già visti a tavola i tre leader, a fine ottobre, quando all' ordine del giorno c' erano le nomine Rai, ma in quell' occasione si erano dati appuntamento da «Sabatino», in zona Pantheon.

 

Se all' inizio i grillini preferivano mangiare alla mensa della Camera stando alla larga dal ristorante di Montecitorio, considerato privilegio della casta, adesso che al potere ci hanno fatto l' abitudine capita di incontrarli anche nei locali frequentati dai big politici di una volta. Tra i luoghi ad alta densità di gialloverdi c' è il «Pastation», in piazza Campo Marzio, gestito tra gli altri dal figlio del leader di Ala, Denis Verdini. I Cinque Stelle lo frequentano a pranzo, i leghisti la sera.

 

salvini

Concluso il capitolo della pizzeria «Gusto», in piazza Augusto Imperatore, recentemente chiusa per lasciare il posto al resort di Bulgari, i seguaci del Carroccio amano mangiare le linguine al pesto genovese di «Maxela», in via delle Coppelle, i piatti sofisticati di «Casa Coppelle», nell' omonima piazza, dove i piatti della cucina tradizionale romana incontrano l' haute cuisine francese, o la grigia di «Laganà», in via dell' Orso.

 

Ma quando può Salvini preferisce fermarsi dove capita per mangiare un trancio di pizza Margherita accompagnato da una birra ghiacciata o organizzare cene con i parlamentari nell' appartamento in cui abita, quello riservato al ministro dell' Interno in piazza Grazioli. Serate preferibilmente a base di pizza a birra. Luigi Di Maio, invece, ama mangiare fuori.

 

Uno dei suoi posti del cuore è «Maccheroni», cucina romana doc, tra piazza Navona e piazza del Pantheon, dove pranza spesso con i suoi stretti collaboratori. In piazza delle Coppelle ci arriva a piedi, una breve passeggiata da Montecitorio, ad uso e consumo dei cronisti che lo inseguono con le telecamere, mentre aggiorna i cittadini sulle trattative in corso con la Lega.

 

MATTEO SALVINI TAGLIA IL FORMAGGIO

A tavola gli piace stare leggero: niente amatriciana o carbonara, meglio un secondo e contorno. Ultimamente il leader Cinque Stelle è stato avvistato anche da «Coso», un ristorantino in via in Lucina, vicino all' ingresso posteriore della sede nazionale di Forza Italia. Quando Alessandro Di Battista non era ancora partito per il suo viaggio in Sud America era un habitué di «Quelli della pizza», sempre in centro, mentre i colleghi grillini preferiscono posti leggermente più ricercati come il «Retrobottega» e l'«Osteria del Sostegno». Quando è a Roma, invece, Beppe Grillo si rinchiude nel roof garden dell' Hotel Forum, nel rione Monti, dove mangia lontano da sguardi indiscreti, prima di riunire i suoi per i vertici M5s.

 

Tra i vecchi Pd c' è invece chi è rimasto legato ai luoghi della Prima Repubblica, come l' ex ministro Piero Fassino, affezionato cliente di «Fortunato» al Pantheon. Altri dem, amanti del pesce, preferiscono invece il «San Lorenzo», in via dei Chiavari, mentre l' ex premier Matteo Renzi esce poco ma è stato visto da «Roscioli», ristorante gourmet in via dei Giubbonari.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”