L'INGORDIGIA DI POLTRONE DEL GOVERNO DELL'''ANTIPOLITICA'' - LEGA E M5S VOGLIONO METTERE UNO DI FRATELLI D'ITALIA AL VERTICE DEL COPASIR, COME SE LA MELONI FOSSE DAVVERO ALL'OPPOSIZIONE. AL PD NON RESTA CHE FARE OSTRUZIONISMO NON PRESENTANDO I NOMI - ALLA VIGILANZA RAI, TRA ROMANI E GASPARRI, POTREBBE SPUNTARLA L'EX GIORNALISTA MEDIASET ALBERTO BARACHINI, FRESCO DI ELEZIONE
1. COMMISSIONI DI GARANZIA, IL PD BOICOTTA L' INTESA - I DEM INSISTONO SUL COPASIR E BLOCCANO ANCHE LE QUATTRO NOMINE RAI E LE GIUNTE PER LE ELEZIONI
Pasquale Napolitano per il Giornale
Il Pd non molla l' intelligence. L' accordo sulle commissioni di garanzia non c' è: ieri i democratici hanno deciso di non comunicare i nomi dei componenti nelle bicamerali, Copasir e Vigilanza Rai, e nelle Giunte delle elezioni e delle immunità: la trattativa si è arenata. Lo stallo rischia di prolungarsi fino alla settimana prossima. Le presidenze delle quattro commissioni spettano, per prassi parlamentare, alle opposizioni. Ma il nodo vero riguarda il Copasir, l' organo di controllo sui servizi segreti: un ruolo chiave nell' assetto istituzionale, la cui presidenza è toccata in passato a leader come Massimo D' Alema e Francesco Rutelli.
Matteo Renzi, nel suo primo intervento da senatore, ha opzionato la poltrona, anticipando il primo atto: l' audizione del ministro della Difesa Elisabetta Trenta sul caso del presunto conflitto di interessi. Ma anche Forza Italia e Fratelli d' Italia, che non hanno votato la fiducia (Fdi si è astenuto) al governo gialloverde guidato dal premier Giuseppe Conte, rientrano a pieno titolo nei gruppi di opposizione.
Il partito di Silvio Berlusconi punterebbe con Maurizio Gasparri alla Vigilanza Rai ma l' impasse sul Copasir riaprirebbe l' intera partita. Giorgia Meloni si considera al pari di Pd e Forza Italia partito di opposizione e non vorrebbe rinunciare al Copasir: un esponente di Fdi (Edmondo Cirielli) alla guida della bicamerale sui Servizi avrebbe il via libera di Lega e M5s. Ma il Pd non cede e rilancia con due opzioni: Lorenzo Guerini o Marco Minniti.
Meloni, Salvini e Di Maio avrebbero i numeri per eleggere il presidente della commissione sull' intelligence. Una soluzione che servirebbe alla Lega per recuperare un posto nell' ufficio di presidenza della Camera dei deputati; il partito di Giorgia Meloni, oltre al questore Cirielli, occupa con Fabio Rampelli la vicepresidenza. La Vigilanza Rai dovrebbe andare a Fi, ma se non si trova l' accordo sul Copasir lo schema si ribalta con un esponente azzurro al Comitato parlamentare sui Servizi e uno del Pd alla Vigilanza. A Fratelli di Italia toccherebbe una Giunta.
Ma l' accordo sulle commissioni di garanzia è anche il presupposto per giungere all' intesa sull' elezione dei 4 componenti del Cda della Rai. Lo stallo ha creato già un primo vulnus: la mancata costituzione della Giunta delle elezioni, chiamata a decidere su incompatibilità e ricorsi, obbliga il Parlamento ad operare con tre componenti in meno. Oltre alla surroga dei due dimissionari Massimiliano Fedriga, il deputato leghista eletto presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, e di Claudia Maria Terzi, nominata assessore regionale in Lombardia, c' è da sciogliere il nodo del senatore mancante: in Sicilia il M5s ha raccolto più seggi rispetto al numero candidati.
Ad oggi i senatori eletti sono 314.
Chi andrà a ricoprire lo scranno vuoto? Lo deciderà la Giunta.
Quando sarà operativa.
2. L’EX GIORNALISTA MEDIASET IN POLE
Annalisa Cuzzocrea e Carmelo Lopapa per la Repubblica
Alla presidenza del Copasir dovrebbe andare l' ex capogruppo pd alla Camera Lorenzo Guerini.
Alla Vigilanza Rai un forzista. E tra i due litiganti ( Maurizio Gasparri e Paolo Romani) potrebbe spuntarla - per volere di Silvio Berlusconi in persona - il neosenatore ed ex dipendente Mediaset Alberto Barachini.
L' intesa tra maggioranza e opposizione sulle presidenze delle due commissioni bicamerali e delle giunte che solitamente vanno alla minoranza non c' è ancora. Ieri è andato in scena l' ennesimo rinvio, ma un accordo di massima c' è già. E prevede uno schema per cui, data al Pd la commissione sui servizi e a Forza Italia la Vigilanza, la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera andrebbe a Fratelli d' Italia, quella del Senato a Forza Italia e la giunta per le elezioni della Camera di nuovo al Pd (con Liberi e uguali che preme per avere qualcosa).
Dalla partita - bloccata da un po' per ambizioni e veti incrociati in ordine sparso - dipendono anche le prossime nomine del consiglio di amministrazione Rai. E a seguire, la scelta di chi guiderà la televisione di Stato nell' era del governo giallo-verde.
Una procedura che, visti i ritardi, non partirà prima della settimana prossima. Anche se lo stallo si sbloccasse oggi, come vorrebbero nel governo, a ridosso delle capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama. A trattare sono soprattutto Graziano Delrio per il Pd e Maria Stella Gelmini per Forza Italia. Ma la partita è seguita da vicino anche da Berlusconi, interessato alle sorti della Vigilanza. La Lega ha premuto per invertire i fattori e togliere il Copasir al Pd, ma l' asse tra i dem e i forzisti ha tenuto. Tanto che entrambi ieri hanno rinunciato a dare i loro nominativi per prendere altro tempo ed evitare trappole.
La candidatura naturale per la Vigilanza Rai sembrava essere quella dell' ex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, ma a mettersi di traverso, oltre al rivale interno Paolo Romani, sarebbe in queste ore proprio il Cavaliere. Che continua a lavorare per il rinnovamento del partito e dopo i nuovi ruoli affidati ad Antonio Tajani ( vicepresidente) e Adriano Galliani (capo dei dipartimenti) starebbe pensando a nuovi cambiamenti. « Non voglio più vedere le stesse facce in tv, è ora di far emergere volti nuovi » , ha ripetuto ai suoi in queste ore.
Così emerge il nome del senatore quarantacinquenne Barachini.
Che in campagna elettorale ha curato le apparizioni televisive e i social del Cavaliere. E che a ottobre 2017 si è dimesso dal suo ruolo di giornalista a Tgcom 24 per dedicarsi completamente alla politica. Se " sopravviverà" al fuoco amico partito in queste ore, potrebbe ritrovarsi alla guida della Vigilanza Rai. Pur avendo abbandonato la principale concorrente della tv pubblica appena otto mesi fa.