lepore prodi conti

“LEPORE SERVO DELLE COOP SENZA SPINA DORSALE”; “CONTI PERMALOSA E RENZI-DIPENDENTE” – ALLE PRIMARIE DI BOLOGNA SCORRONO VELENI TRA IL CANDIDATO DEL PD E LA SINDACA LANCIATA NELLA MISCHIA DA MATTEUCCIO- ORA SI LITIGA ANCHE SU PRODI CHE LE HA CHIAMATE PRIMARIE AL SANGUE. ISABELLA CONTI: “PAROLE VIOLENTE, SONO RIMASTA FERITA”. E LUI: “HA VOLUTO CREARE UN INCIDENTE”

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

isabella conti

Quando scorre il sangue nessuno è al sicuro, neppure i monumenti. Con toni più consoni a Dario Argento, forse confidando su una memoria storica che non esiste più, nei giorni scorsi Romano Prodi ha commentato l' andamento della campagna per le primarie della sua città facendo ricorso all' immagine dell' emoglobina e alla necessità che si raggrumi in tempo onde guarire le ferite.

 

 Era anche una autocitazione, risalente al 2005, quando il professore propose al centrosinistra di organizzare una consultazione popolare per decidere chi sarebbe stato il candidato alla presidenza del Consiglio. Vinse lui, prendendo quasi tre milioni e mezzo di preferenze.

 

ENRICO LETTA ROMANO PRODI

Se proprio va di lusso, domenica alle urne elettroniche per decidere chi correrà da sindaco di Bologna voteranno in cinquantamila, e ai vertici del Partito democratico già si griderebbe al miracolo. Ma in quanto a truculenza, Isabella Conti e Matteo Lepore non si sono fatti mancare nulla. L' ex presidente del Consiglio non immaginava che a una frase tutto sommato innocua, in linea per contenuti con il suo ecumenismo, la candidata attuale prima cittadina di San Lazzaro di Savena, ex democratica passata a Italia viva che corre da indipendente, avrebbe reagito in modo così duro.

 

matteo lepore

«Sono parole violente che non mi aspettavo, perché io faccio parte del centrosinistra e contro di me c' è un accanimento troppo forte». A quel punto, Prodi ha perso la pazienza, replicando a Conti, che pure è molto vicina alla sua famiglia, senza sangue ma con la proverbiale bontà che grondava da tutti gli artigli. «Sono sorpreso e dispiaciuto che si sia voluto, e sottolineo, voluto, creare un incidente da una mia frase così scontata che si trova in tutti i manuali di scienza della politica. Se qualcuno si è offeso, deve spiegare perché».

 

isabella conti gianni morandi

La gara del centrosinistra di Bologna è un pasticcio, qualunque sia domenica prossima il risultato. Marco Valbruzzi, politologo dell' istituto Cattaneo e uno dei massimi studiosi dell' argomento, confessa di non aver mai visto una cosa del genere in quindici anni di sudate carte. «Sono primarie fuori da ogni logica, anomale e anarchiche. Un evento confuso che produrrà confusione». Lepore e Conti, ex compagni di liceo, hanno per la città proposte e contenuti in fondo simili, coesione sociale e inclusione. Idee declinate con più preparazione da lui, con più sorrisi da lei. A dividerli sono due visioni opposte di intendere il centrosinistra. L' ex assessore della giunta bolognese segue la linea nazionale dal Pd, alleanza a sinistra e con i 5 Stelle, con tanto di endorsement da parte di Enrico Letta, Nicola Zingaretti e Giuseppe Conte. La sindaca di San Lazzaro, comune della prima cintura, è stata lanciata nella mischia da Matteo Renzi. E nonostante i tentativi di smarcamento, ne ricalca la linea, con un progetto civico senza paletti di partito che piace anche a destra. A sua insaputa, è diventata la bandiera di Base riformista, la corrente «renziana» del Pd.

ENRICO LETTA ROMANO PRODI 1

 

Sono due progetti inconciliabili e separati ovunque, che nel laboratorio politico di Bologna dovrebbero invece essere alleati dopo le primarie, con forte rischio di esplosione degli alambicchi. La campagna elettorale è divenuta ben presto lo specchio delle premesse iniziali, raggiungendo livelli di veleno inediti a qualunque latitudine nostrana. «Servo delle Coop senza spina dorsale». «Permalosa e Renzi-dipendente». Lui a evocare la calata in massa della destra per sostenere Conti.

 

Lei ad accreditarsi come eroina antisistema accerchiata dai nomi pesanti del centro sinistra, con insulti che volano in pubblico, anche al mercato, con i membri dei rispettivi staff a immortalare la scena.

matteo renzi isabella conti

 

Intorno a loro, un' aria da resa dei conti, con un pezzo del Pd che appoggia la sindaca contro il proprio candidato, e un altro con nostalgie staliniste che denuncia gli «infedeli» ai probiviri nazionali.

 

Negli incontri pubblici è quasi peggio, perché prevale invece la finzione dei bravi ragazzi che si beccano, ma mica poi tanto, con reciproci sorrisi di latta. Anche ieri, durante confronto organizzato dal Resto del Carlino nel quartiere Navile, nessuno ha nominato il convitato di pietra Prodi.

 

Eppure, era proprio lui la novità. Conti ha rotto un tabù che almeno nel centrosinistra bolognese sembrava difficile da infrangere. La scalpellata al totem di via Gerusalemme, indirizzo civico del Professore, potrebbe essere un azzardo. Oppure un messaggio a quell' area moderata sempre più consapevole del fatto che alla luce del non casuale immobilismo del centrodestra, decidere il vincitore delle primarie significa scegliere il prossimo sindaco. Isabella Conti non ha fatto un passo indietro neppure dopo la replica del professore. «Anche i migliori sbagliano», ha detto una volta finito il dibattito.

isabella conti sindaco di san lazzaro

 

Nonostante lei anche ieri si sia detta a disposizione del rivale in caso sconfitta, sono in pochi a credere che dopo le primarie i cerotti non serviranno più.

isabella conti romano prodi dimartedi 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…