UN SUPER PORCELLUM PER LE LARGHE INTESE - L’INUTILE PARLAMENTO È INCAPACE DI FARLO ED ENRICHETTO PENSA A UN DECRETO PER CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE A SUO FAVORE

Goffredo De Marchis per "la Repubblica"

Il triangolo immaginato da Enrico Letta per sbloccare la legge elettorale prevede il coinvolgimento di tutti gli organi costituzionalmente rilevanti. In questo modo, un eventuale decreto contro il Porcellum sarebbe blindato e giustificato. Le Camere votano un ordine del giorno di indirizzo al governo chiedendogli di intervenire sulla base delle (pochissime) linee prevalenti registrate nel dibattito al Senato.

L'esecutivo affina l'indicazione del Parlamento e vara un decreto votato dal consiglio dei ministri, cioè dai tre partiti delle larghe intese. Il presidente della Repubblica annota questa volontà convergente ed emana il decreto che pure deve rispondere ai criteri di necessità e urgenza. Del resto il premier considera «il Porcellum il male assoluto. Se il Parlamento lo chiede si può intervenire per decreto. Ma la richiesta deve venire da lì».

L'iniziativa potrebbe trasformarsi in un blitz. Cioè realizzarsi nei prossimi 15 giorni. Prima del giudizio della Corte Costituzionale che il 3 dicembre deciderà se ammettere o meno il ricorso sulla legge elettorale. È chiaramente un azzardo. Infatti il primo obiettivo delle parole del premier pronunciate a Malta, è una pressione sul Parlamento perché faccia qualcosa anticipando quella data.

Ma al Senato quello che si può fare è già chiaro. Niente. Oggi la commissione Affari costituzionali certificherà la totale paralisi. Ogni partito si voterà il suo ordine del giorno nell'assoluta confusione delle proposte. Non c'è accordo, non c'è un testo unico.
A questo punto, dando credito all'opinione di Letta (e di un gruppo di costituzionalisti a cominciare da Michele Ainis) la strada del decreto, vista l'impasse, non è preclusa.

Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello nega invece che si possa intervenire con un provvedimento d'urgenza. Il premier è intervenuto ieri anche per smentire il suo collega di governo. Qui però finisce la teoria e comincia la pratica. In parole povere, quale legge elettorale verrebbe disegnata nel decreto? C'è un solo schema possibile, seguendo le "linee prevalenti" emerse a Palazzo Madama. Rimangono le liste bloccate, ossia i nominati, ma in un elenco molto corto magari con il vincolo di genere che garantisce la presenza femminile.

Così la riconoscibilità del candidato e il suo collegamento al territorio è molto più evidente. L'altro punto di (minima) convergenza è la soglia di accesso al premio di maggioranza del 55 per cento di seggi per la Camera. Non basterà ottenere un voto in più. La coalizione dovrà superare almeno il 40 per cento di voti per fare il salto verso i 340 seggi, ovvero verso una robusta maggioranza assoluta. È il cosiddetto modello "ispanico". Ma con quella soglia, e un sistema, grazie a Grillo, ormai tripolare, può in realtà diventare un SuperPorcellum. Nessuno raggiunge quella soglia, la legge diventa proporzionale e l'effetto immediato è la continuazione delle larghe intese.

Un decreto così scritto è destinato a trovare un'opposizione trasversale nei partiti. Matteo Renzi, quasi scontato segretario del Pd dall'8 dicembre, è un nemico del proporzionale e delle larghe intese, non accetterà un sistema che perpetui la Grande coalizione. Nel Pdl, il fronte dei falchi tifa per la lunga vita al Porcellum attuale. C'è anche il problema del Consiglio nazionale e della decadenza di Berlusconi nella seconda metà del mese. Ma la
moral suasion del premier poggia su due pilastri. «Sono convinto che la Consulta ammetterà il ricorso contro la legge Calderoli», ripete da settimane il premier.

Questo significa che o trasformerà comunque il Porcellum in un proporzionale puro (terrore del Pd) o cancellerà l'intera norma vigente ripristinando il Mattarellum (terrore dei berlusconiani). Questa seconda e clamorosa ipotesi è sempre più accreditata nel circolo ristretto degli esperti. Il secondo pilastro è l'assillo di Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato si è impegnato: mai più elezioni con il Porcellum. E anche se la sua difesa delle larghe intese non è venuta meno, il presidente non può non disporre di uno strumento per esercitare il potere di scioglimento delle Camere. Ossia una nuova legge elettorale.

 

LETTA E ALFANO FESTEGGIANO IN SENATO alfano e letta duo extra ENRICO LETTA E ALFANO NEL GIORNO DELLA FIDUCIA AL GOVERNO FOTO LAPRESSE Ignazio La Russa Gaetano Quagliariello Gaetano Quagliariello Michele Ainis GIORGIO NAPOLITANO CON CHECCO ZALONE ROBERTO CALDEROLI jpeg

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”