enrico letta giuseppe conte

LETTA TORNA ALLA CAMERA E IL SUO PRIMO PENSIERO È PER GIUSEPPE CONTE: “DOBBIAMO VEDERCI PRESTO PER FARE IL PUNTO SU COME ANDARE AVANTI E GETTARE PIÙ CONCRETE PER L’ALLEANZA” - IL PRIMO GIORNO DEL REDIVIVO SOTTI-LETTA A MONTECITORIO: SI FA METTERE ALLA COMMISSIONE ESTERI E ESORDISCE CON UN’INTERROGAZIONE PER CHIEDERE AL GOVERNO IL RADDOPPIO DELLA SIENA-POGGIBONSI - LA PARTITA DEL QUIRINALE E L’IPOTESI DEL VOTO ANTICIPATO (CHE NEGA)

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

enrico letta torna alla camera 2

Con Giuseppe Conte, una telefonata di breve analisi del voto e un appuntamento a vedersi presto. Non per parlare del risultato grillino, «non metto bocca sui problemi di altri partiti», dice Enrico Letta.

 

Ma per fare il punto su come andare avanti e magari gettare basi più concrete per l'alleanza: anche se tentare «una coalizione larga tra Pd, Calenda e Movimento 5 stelle dimostra che siamo per le sfide impossibili, questo è il nostro mantra. Mission impossible, come Tom Cruise», scherza Letta.

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

 

Un incontro col leader 5stelle è in agenda, ma senza affanni, perché la partita del Colle vede ancora le squadre negli spogliatoi e quella per il voto anticipato Letta l'ha stroncata subito.

 

Fa il suo ingresso alle 14 dal portone principale di piazza Montecitorio dopo sei anni di assenza, Enrico Letta, un reingresso «da deputato eletto nel collegio di Siena, onore ed emozione nel mio secondo primo giorno di scuola».

 

L'ultima immagine di forte impatto emotivo, prima delle dimissioni del 2015, fu quando andò ad abbracciare Bersani, tornato in aula dopo l'emorragia cerebrale per votare la fiducia al governo Renzi. Uscito da sconfitto, torna oggi da vincitore Letta, accolto da una standing ovation dei dem, a ranghi serrati in aula per difendere la ministra Lamorgese dagli attacchi della destra.

 

RENZI LETTA

Letta esce in cortile e a chi gli chiede cosa succeda oggi risponde con un gesto delle mani, come per dire «oggi ce le diamo con gli avversari». Giacca blu, cravatta rossa, siede tra la Serracchiani e Borghi, riceve gli omaggi anche degli ex renziani del pd. Lui sorride sotto la mascherina e si prepara alla battaglia la prossima settimana sulla mozione per sciogliere Forza nuova.

enrico letta torna alla camera 1

 

Si fa mettere alla Commissione Esteri, come tutti i leader, e come deputato esordisce con una proposta di legge per l'Istituto italiano di Biotecnologie con sede a Siena e con un'interrogazione per chiedere al Governo il raddoppio della linea Siena-Poggibonsi. Ieri mattina di fronte alla segreteria al completo, ha voluto sminare il terreno dall'idea (che pure farebbe gola a quelli fuori dal Parlamento) di andare subito al voto.

GIUSEPPE CONTE E ROBERTO GUALTIERI ALLA. MANIFESTAZIONE DELLA CGIL

 

Un tema che ha un effetto destabilizzante sul governo e sul Pd: agita i gruppi di eletti l'ipotesi di interrompere la legislatura con tutto ciò che ne conseguirebbe, con la prospettiva di taglio dei posti. «È evidente che il sostegno leale e serio al governo ha pagato in termini elettorali e il Pd si è confermato il pilastro su cui si regge, malgrado i numeri parlamentari siano bassi», ricorda Letta.

 

enrico letta torna alla camera 4

«E poi c'è il tema della responsabilità, perché il Paese ha bisogno di essere governato e non può precipitare nelle urne al buio, anche se interesse nostro sarebbe andare al voto con una destra indebolita e divisa». Stop quindi alle chiacchiere da parte del segretario. Che non può stoppare però le chiacchiere sul Quirinale che vanno facendo i suoi deputati nel cortile della Camera.

 

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

Anche se tra i dem è largamente maggioritaria la tifoseria del Mattarella Bis, capeggiata dal costituzionalista Stefano Ceccanti («dopo sei-sette votazioni si finirà lì, non siamo in grado di eleggere nessun altro...»), gli scenari fioccano: e tra questi pure quello di una Lega in uscita dal governo su «ordine» della Meloni e di una maggioranza giallorossa con Forza Italia che vada avanti fino al 2023.

 

Uno scenario forse gradito al Pd ma che potrebbe scontrarsi con la realtà di un Draghi spinto verso il Colle, con la corsa a trovare un premier di garanzia fino alle elezioni. Insomma quando entrerà nel vivo la partita del Colle, anche la quiete del Pd e dell'ex premier bipartisan Enrico Letta potrebbe essere turbata. Per ora il segretario resta con i piedi a terra: martedì ci sarà la Direzione, intanto in segreteria ha fissato la linea.

ENRICO LETTA

 

«Priorità sanità, istruzione, più soldi nelle buste paga con le tasse sul lavoro da abbattere». E un assillo: «Dobbiamo rendere più verde la nostra immagine». Questo l'input del leader, che ha fatto cambiare gli sfondi dei cartelloni Pd da azzurro in verde per rimarcare «un'identità anche simbolica». «Ha ragione Greta, i sussidi devono andare alla sostenibilità, serve una revisione, altrimenti è solo un bla-bla».

enrico letta torna alla cameraenrico letta dopo la vittoria ai ballottaggi 6enrico letta torna alla camera 3

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…