LA LIBIA E' COSA NOSTRA - IL PRIMO VIAGGIO DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI MARIO DRAGHI E' IN LIBIA: L'OBIETTIVO E' RIPRISTINARE LA CENTRALITA' ITALIANA IN UN TERRITORIO CHE ABBIAMO ABBANDONATO NEGLI ULTIMI ANNI A TURCHI E RUSSI, NONOSTANTE GLI INTERESSI STRATEGICI (PETROLIO, MIGRANTI) - POI CI SARA' L'INCONTRO CON IL PAPA IN VATICANO ENTRO LA SECONDA METÀ DI APRILE. NEL 2020 DRAGHI È STATO NOMINATO DA BERGOGLIO NELL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI, UN ORGANISMO CHE DEFINISCE LA DOTTRINA DELLA CHIESA IN AMBITO ECONOMICO: LA COMUNE FORMAZIONE GESUITA HA AIUTATO…
Ilario Lombardo per "la Stampa"
Nel mondo della diplomazia, ricco di memoria e generoso di confronti, ricordano come anche il primo viaggio ufficiale di Matteo Renzi non fu nel cuore dell' Europa, ma in Nord Africa, in Tunisia. Ed è molto significativo, continuano a ripetere alla Farnesina, che Mario Draghi abbia scelto la sponda sud del Mediterraneo per il suo debutto in presenza sulla scena internazionale. In Libia il presidente del Consiglio inaugura l'agenda di politica estera che in queste settimane monopolizzate dall' emergenza vaccini è stata tenuta un po' in disparte. I prossimi appuntamenti disegnano una mappa delle sue priorità.
Dopo la Libia ci sarà a breve il Vaticano, un colloquio ufficiale con papa Francesco da tenersi entro la seconda metà di aprile che non potrà non tener conto delle ricadute sociali delle intense trattative sul piano per i fondi economici europei, da consegnare per la fine del mese.
Nella capitale libica Draghi è atteso questa mattina col ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che nel Paese è già stato due volte da quando, a metà marzo, si è insediato il governo di transizione di Abdul Hamid Dbeibeh. Sostenuto dall' Onu, incoraggiato dall' Italia, che ha subito sulla propria pelle questi anni di guerra e di indifferenza americana sul terreno, il nuovo esecutivo di unità nazionale ha l'obiettivo di portare la Libia, a fine dicembre, alle prime elezioni dopo il conflitto fratricida tra Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar.
LA CENTRALITÀ ITALIANA
A Draghi capita l' occasione di ricalibrare una centralità italiana nel perimetro di interessi convergenti per la ricostruzione. Il viaggio si risolverà in un pugno di ore, dopo il bilaterale e le probabili dichiarazioni congiunte.
Sul tavolo appare certa la firma di un accordo di cooperazione sanitaria. Ma a fare da cornice al colloquio ci saranno altri temi fondamentali per i rapporti tra Italia e Libia. Dbeibah è un businessman, ai tempi di Gheddafi vicino alla famiglia del dittatore, un uomo pratico che però non nasconde ambizioni politiche. Sa bene che la diplomazia si costruisce soprattutto con gli affari.
al serraj haftar giuseppe conte
Draghi arriverà in Libia con una serie di investimenti promettenti anche per le grandi società partecipate dallo Stato, consapevole che la stabilità politica ne è la premessa necessaria. Energia, innanzitutto. L' obiettivo dell' Italia è allontanare le mire della Turchia che, in un matrimonio di interesse con al-Sarraj, in cambio di armi e di milizie aveva strappato accordi sullo sfruttamento dei giacimenti di gas, in aperta concorrenza con l' Eni.
Ma la Libia è anche affamata di elettricità e per evitare i continui blackout collettivi sarà centrale l'apporto dell' Enel, e l' implementazione delle energie rinnovabili. La partnership tra Italia e Libia sarà simboleggiata dalla riattivazione dei collegamenti Roma-Tripoli (con relativa ricostruzione dell' aeroporto di Mitiga) e dal completamento dei 1700 Km dell'Autostrada della pace, promessa da Berlusconi a Gheddafi nel 2008.
Ovviamente nessun confronto tra i due Paesi può prescindere dalla questione dei migranti. Draghi intende proseguire sulla strada dei predecessori e richiamare l'Europa alle proprie responsabilità. I libici chiedono un paio di condizioni: spingono per sbloccare i miliardi congelati dall'Onu del fondo sovrano e chiedono un impegno nel Fezzan, la regione desertica del Sud che rappresenta la porta d'ingresso dei migranti. Da quanto risulta, è previsto un coinvolgimento della Selex, società italiana della difesa (gruppo Leonardo), per il monitoraggio del confine sub-sahariano con Niger e Ciad.
In queste ore però, lo staff del presidente Draghi è al lavoro anche su un altro incontro. Dalla segreteria di Stato in Vaticano trapela che i protocolli si sono attivati per organizzare un colloquio ufficiale con papa Francesco entro la seconda metà di aprile. Nel 2020 Draghi è stato nominato da Bergoglio nell' Accademia delle Scienze sociali, un organismo consultivo che definisce una dottrina della Chiesa in ambito economico.
PAPA FRANCESCO CON MARIO DRAGHI
La comune formazione gesuita ha aiutato, ma la sintonia tra i due, confermano fonti del Vaticano, si è rafforzata grazie anche a una visione comune della lotta alla povertà e delle politiche sociali. Draghi e Bergoglio parleranno di questo, di Europa, dell' irripetibile occasione dei fondi comunitari e dei vaccini. Per entrambi nessuno sviluppo è possibile senza l' immunizzazione di massa. E il papa ribadirà quanto detto a Pasqua: è imprescindibile condividere le dosi con i Paesi più poveri.