LOMBARDO FA SCORTARE DALLA POLIZIA LE GALLINE DEL SUO GIARDINO - I CENTRISTI NON VOGLIONO LE PRIMARIE - MAGISTRATI IN POLITICA? PENSIONE DORATA - MARIA CRISCUOLO IN ROSSO - CROCETTA VUOLE CANDIDARE L’ENNESIMO BORSELLINO (STAVOLTA LA FIGLIA) - PUPPATO ANTIABORTISTA? - “UN GIORNO DA PECORA” O DA PORTABORSE? - IN POLE PER IL TG1: CALABRESI, ORFEO, CONTU. TRA GLI INTERNI PREZIOSI, DI BELLA, MAGGIONI, GRECO…

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - CENTRISTI / PRIMARIE NO - MONTI COMUNQUE
Perché non fare le primarie anche nel polo liberale di Centro? La proposta di Piercamillo Falasca, tra i firmatari dell'appello "Fermare il Declino" di Oscar Giannino , sui social network sta facendo discutere l'area centrista. Dalla montezemoliana Italia Futura si è levata la voce di Romano Perissinotto: bella idea ma è prematuro parlarne, ha detto. Un "no" secco è arrivato da Indipendenti per l'Italia, l'associazione dei giornalisti Ernesto Auci e Paolo Mazzanti: non c'è bisogno di primarie, sostiene Mazzanti, il candidato premier per noi è uno solo: Mario Monti. M.A.

2 - MAGISTRATI EX PARLAMENTARI - TOGA E PARACADUTE
All'esame del Senato, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, giacciono due disegni di legge: il primo di Felice Casson, vicepresidente dei senatori Pd; il secondo di Francesco Nitto Palma, deputato del Pdl ed ex ministro della Giustizia. Se approvati, spedirebbero i magistrati eletti in Parlamento in un esilio dorato, o al Consiglio di Stato o presso l'Avvocatura dello Stato.

L'articolo 1 del disegno Casson recita infatti: «I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari eletti al Parlamento italiano o europeo non possono essere riammessi nei ruoli di provenienza», ovviamente alla scadenza del mandato. L'articolo 1 del disegno Nitto Palma è quasi identico, ma come destinazione prevede la sola Avvocatura dello Stato. Entrambi, però, con le loro norme transitorie, dicono che gli attuali magistrati eletti possono scegliere se andare all'Avvocatura dello Stato, al Consiglio di Stato o messi a riposo, cioè in pensione. Risultato? La magistratura rinuncerà all'opera di coloro che hanno scelto di rappresentare i cittadini. Ma quei magistrati che pensano solo alla carriera si ritroveranno con un futuro roseo, in organismi al centro dell'alta burocrazia. L. C.

3 - SICILIA / L'ULTIMA DI LOMBARDO - GALLINE CON LA SCORTA
Lo staff del dimissionario governatore siciliano Raffaele Lombardo ha già le valigie pronte. Le prime ad abbandonare la residenza sono state le ormai leggendarie galline padovane: una dozzina di esemplari, sinora ben custoditi nel giardino reale, hanno già preso da qualche settimana la via di Catania. Per le galline un trattamento extra lusso: sono state scortate sino a destinazione dalla polizia, con il van in uso agli uomini che tutelano il presidente siciliano. Anche il raro esemplare di gallo Orpington ha lasciato il palazzo sotto scorta verso la campagna catanese della famiglia Lombardo. M. G.

4 - PERÃ’ L'ONOREVOLE PREFERISCE LE TEDESCHE
A parte discutere in televisione sul futuro della Fiat, quando c'è da dare una mano al Lingotto che fanno i parlamentari italiani? Noleggiano macchine tedesche, ovvio. Basti pensare che la Camera dei deputati, nei primi sei mesi del 2012, ha speso ben 188.262 euro per fornire ai propri parlamentari, per esigenze legate al ruolo ricoperto, elegantissime auto noleggiate dalla società della casa tedesca Volkswagen Leasing. Vabbè, sarà un caso, si dirà.

E invece no, perché al secondo posto nella classifica delle società di noleggio utilizzate dalla Camera c'è la Alphabet Italia Spa, del gruppo Bmw, che incassa in sei mesi 64.697 euro. E la Fiat? È il fanalino di coda. La "sua" Noleggi Leasys Spa, in joint venture tra Lingotto ed Enel, guadagna grazie ai deputati solo 13.773 euro. V. D.

5 - POLITICI E FIAT / 1 - SERGIO HA SEMPRE RAGIONE
In Parlamento si muove un partito trasversale dei "marchionniani" che a ogni occasione tesse le lodi del numero uno del Lingotto. Le maggiori simpatie Marchionne le incontra nel centrodestra: a parte i liberal del Pdl, da Brunetta a Cazzola, ai confindustriali come Sacconi e ai filoamericani come Frattini e Martino, c'è anche un fedelissimo di Fini tra i fan più sfegatati dell'amministratore delegato della Fiat. Ma per motivi che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo e le scelte industriali.

È Roberto Menia, già sottosegretario del governo Berlusconi prima di transitare in Fli, uno che conosce bene la storia della famiglia di Marchionne e la sua tragedia "istriana": il nonno di Sergio, Giacomo Zuccon, fu sequestrato e gettato in una foiba dai partigiani titini, prima che i genitori si rifugiassero in Abruzzo. Sulle foibe Menia è da sempre il principale protagonista di tutte le battaglie della destra. E per lui Marchionne ha ragione sempre, a prescindere. V. D.

6 - MARIA CRISCUOLO - MADAME GRANDI EVENTI FINISCE IN ROSSO
È tornata agli onori delle cronache a fine estate quando, in occasione del proprio compleanno, ha invitato la casta romana a visitare un tempio sotterraneo delle Terme di Caracalla chiuso per restauri. La lettura dei bilanci delle sue società, tuttavia, fa venire il dubbio che l'organizzatrice di eventi Maria Criscuolo stia soprattutto cercando un rilancio dopo gli anni d'oro di Guido Bertolaso alla Protezione Civile.

Quando il suo gruppo faceva man bassa di appalti che passeranno alla storia, come i 17 mila euro spesi per la stampa di menù e inviti per un vertice Nato-Russia. Dopo un biennio di ricavi in calo, infatti, la piccola holding Gruppo Triumph ha chiuso il conto economico con una contenuta ma inusuale perdita ante imposte, a dispetto dei positivi effetti in bilancio di una massiccia rivalutazione delle partecipazioni. Luci e ombre dagli altri business. Un sospiro di sollievo arriva dai congressi medici dove il giro d'affari è un po' risalito, pur restando lontano dai record degli anni 2008-2009.

Un altro dato interessante spicca nel bilancio di una delle micro-società che compongono il gruppo, la Triumph Comunicazione & Congressi: a fronte di otto dipendenti a tempo indeterminato, nel 2011 ha fatto 119 assunzioni a progetto. Chissà se, al party sotterraneo, la festeggiata ha discusso di come sia difficile fare l'imprenditore in Italia con uno degli illustri invitati, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. T. M.

7 - CANDIDATURE - BORSELLINO A SORPRESA
Rosario Crocetta starebbe pensando ad un posto di assessore regionale in Sicilia per Lucia Borsellino. Il candidato del Pd e dell'Udc alla presidenza della Sicilia ha già manifestato la sua intenzione alla figlia del magistrato antimafia assassinato con la sua scorta da Cosa Nostra nella strage di Via D'Amelio del luglio 1992. L'interessata, che è un dirigente regionale, non conferma, ma la sua nomina sarebbe bene accolta da tanti in Sicilia.B.C.

8 - PUPPATO POCO ROSA
Laura Puppato antiabortista? È l'accusa delle femministe all'unica candidata donna nelle primarie Pd. Tutto parte da una legge votata alla Regione Veneto per consentire a tutte le associazioni di portare i loro contenuti «sulle questioni etiche e della vita» in ospedali e consultori. La legge, proposta dal Movimento per la vita, avrebbe potuto essere fermata. Ma la consigliera Puppato ha preferito riscriverne una versione light «per evitare un testo peggiore». In Rete molte donne Pd vogliono ora che chiarisca la sua linea. F. Si.

9 - RADIO2 - UN GIORNO DA PORTABORSE
Cosa si nasconde dietro lo stop alla ripresa di "Un giorno da pecora"? Il talk condotto da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro su Radio2, non è partito alla data prevista. Nessuna notizia dalla Rai, ma a dare una spiegazione è un post sul profilo facebook della trasmissione, in cui gli autori parlano di «contratti ancora in aria» e della «burocrazia elefantiaca e kafkiana» di viale Mazzini. Il responsabile del pasticcio, rivela un funzionario delle risorse umane, si nasconderebbe nell'ufficio del direttore generale e avrebbe bloccato le scelte di Sabelli, cercando di imporre in redazione persone di sua fiducia, tra le quali una ex portaborse degli ex ministri Urso e Brunetta. M. R.

10 - QUEL RADICALE DI TREMONTI
Giulio Tremonti ha perso il posto da ministro ma non il suo proverbiale sarcasmo. Al telefono con il direttore di "Radio Radicale" Paolo Martini che lo rassicurava sulla copertura mediatica dell'emittente all'assemblea milanese della sua Lista per il Lavoro e la Libertà, il professore ha detto ironico: «Bene, quasi quasi non mi pento di non avervi chiuso», alludendo al rinnovo dato lo scorso anno alla convenzione (in scadenza a fine novembre prossimo) tra la radio di Pannella e il governo per la trasmissione delle sedute parlamentari. M. U.

11 - NOMINE - TG1 DELLE MIE BRAME
Grandi movimenti per la successione ad Alberto Maccari alla guida del Tg1. L'azienda, dopo aver fatto sapere alla commissione parlamentare di Vigilanza che non prorogherà i contratti a chi va in pensione (escludendo così dalla corsa l'attuale direttore), sta valutando una nutrita rosa di nomi. Alcuni sono professionisti interni alla Rai (che premierebbero professionalità aziendali e costerebbero meno, aspetto non irrilevante in tempo di crisi), altri esterni.

Nei piani alti di Viale Mazzini si parla di Mario Calabresi (direttore de "La Stampa"), di Mario Orfeo (che ha già diretto il Tg2 ed ora è al "Messaggero") e di Luigi Contu, direttore dell'Ansa e già capo del Politico di "Repubblica". Tra gli interni, in pole position ci sarebbero invece Antonio Preziosi, direttore di Radio Uno e del Gr; Antonio Di Bella, direttore di Rai Tre; Monica Maggioni del Tg1 e il corrispondente da New York Gerardo Greco. A.R.

 

 

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