LA FINE DEL GOVERNATORE LOMBARDO IN SICILIA - “ARRAFFAELE” SEMBRA GHEDDAFI: RINTANATO NEL SUO PALAZZO D’ORO E CIRCONDATO DAI SUOI LEGIONARI TENTA LA MOSSA DELLA DISPERAZIONE E PARLA DI GOLPE - L’UOMO DELLE 110 NOMINE IN 80 GIORNI: “IO NON LICENZIO, PIUTTOSTO VADANO A MORIRE AMMAZZATI. COSA CAZZO CREDONO MONTI E COMPAGNI” - I TEMPI DEL “PATTO DELL’ORATA” CON IL MAGO DALEMIX SEMBRANO LONTANI ANNI LUCE, MA SONO PASSATI SOLO TRE ANNI…..

Enrico Fierro per il "Fatto quotidiano"

"Potrei dimettermi anche domani". Forse. Se ne va. No, resta. Raffaele Lombardo è un enigma vivente. Sarà per i litri di tisane che gli propina una fedele collaboratrice, sarà per i pezzettini di carta che con maniacale precisione e meraviglia dei presenti sminuzza e poi fa scivolare nella bocca, ma non c'è un gesto, una piega del viso, che faccia prevedere le intenzioni politiche del governatore-viceré.

Per capire cosa farà bisogna chiederlo a un gallo. Animale fierissimo, enorme nella stazza, che però parla inglese (è della pregiata razza Orpington). Stando a quanto scrive il settimanale siciliano "S", assieme ad altre galline dal sangue blu sarebbe stato trasferito in fretta e furia dal palazzo presidenziale alla tenuta catanese del governatore. Un corteo di auto blu.

"Arraffaele" lo chiamano i siciliani quando leggono della quantità di nomine, consulenze, assessori dell'interminabile 8 settembre di Palazzo d'Orleans. Un vortice: 110 nomine in 80 giorni. L'ultima di qualche settimana fa, il fedelissimo Antonio Andò viene scelto come consulente per "il monitoraggio delle iniziative e dei processi organizzativi e procedurali correlati ai rapporti istituzionali con gli organi della Regione e dello Stato".

Non si capisce quali dovranno essere le funzioni, soprattutto in una Regione che ha un numero di dipendenti spropositato. Diciottomila, che sommati a quelli delle società controllate e ai contratti a termine, fanno la bellezza di 28796 stipendi. Compresi 23 giornalisti assunti all'epoca dal predecessore Totò Cuffaro (stipendio mensile di 3.800 euro e qualifica di redattore capo) e confermati da "Arraffaele". Il Presidente che al suo diretto servizio ha qualcosa come 1.395 dipendenti della Regione.

La Sicilia è sull'orlo del fallimento, con Monti e Napolitano che meditano misure drastiche. Non escluso il commissariamento. "Ma sarebbe un golpe", manda a dire il governatore-viceré sperando di suscitare nei siciliani alla canna del gas sciagurati ardori indipendentisti e sentimenti anti-italiani. "Io sono un antico autonomista. E lo sono non per apologetiche rievocazioni di un antico Parlamento siciliano ... Né lo sono in ammirata contemplazione del Parlamento del 1812, dominato da elementi demagogici, i quali dilazionavano la votazione del bilancio, non curandosi di lasciare senza paghe gli impiegati e la truppa".

Parole pronunciate da Enrico La Loggia, uno dei padri fondatori del Parlamento siciliano il 19 dicembre 1945, che ricordano molto da vicino la situazione di oggi. La Sicilia è a un passo dal default, Palermo come Atene. La festa è finita, la Ue taglia 600 milioni di euro giudicando ridicolo e offensivo l'utilizzo dei fondi stanziati per l'Isola, ma Lombardo non molla. Se Ivan Lo Bello gli chiede di sfoltire i ranghi della burocrazia e del "nominificio" regionale, va su tutte le furie.

"Io non licenzio, piuttosto vadano a morire ammazzati. Cosa cazzo credono Monti e compagni". Ma su una cosa ha ragione "Arraffaele", la voragine di 5,3 miliardi di euro nella quale la regione sta sprofondando non l'ha scavata solo lui. Prendete gli anni di Totò Cuffaro e quei 7.209 precari assunti nella malanotte del 22 luglio 2005. Confindustria fece i diavoli a quattro, ma "Vasa-vasa" non mollò. Quella era la sua base elettorale che lo festeggiò nel regno di Raffadali in una festa con settemila cannoli. "Da quando ci sono io ne ho sistemati 28mila", ricordò tra gli applausi. Si spiega anche così, e con un disegno di legge che offriva ai dipendenti regionali la possibilità di andare in pensione a 50 anni con soli 25 di anzianità, il miracoloso lievitare della spesa regionale. Più 125,7% nel meraviglioso decennio Cuffaro-Lombardo.

Al resto, alla spoliazione delle casse regionali per favorire amici e clientele, ha provveduto "Arraffaele". Le ultime nomine sono legna buona per alimentare tutti i forni dell'antipolitica. Eugenio Trafficante, nominato in una società informatica della Regione, ma impossibilitato ad esercitare la funzione perché in galera per stalking. Tony Rizzotto, ex deputato Mpa, scelto per il vertice di "Sicilia lavoro", che risulta incompatibile e al suo posto fa nominare la fidanzata.

E poi la girandola di assessori: quattro dimissioni e quattro cambi in soli cinque mesi. Uno scenario da "Salò e le ultime giornate di Sodoma", possibile solo grazie alla totale assenza di ogni forma di opposizione. Pdl e Udc sono alla finestra, in attesa di raccogliere le spoglie del sistema di potere di Lombardo. Il Pd è semplicemente alle corde. Nel 2009 Massimo D'Alema scese a Palermo e fu colpito dall'autonomismo di Lombardo.

Davanti ad una meravigliosa orata i due firmarono un patto che dura ancora oggi. Alle ultime comunali (Pd praticamente sparito da Palermo) il conto è stato salatissimo. Alle prossime elezioni regionali andrà anche peggio. Beppe Lumia, Antonello Cracolici, Mirello Crisafulli, sono gli uomini che hanno governato con Lombardo e impedito fino all'ultimo la presentazione di una mozione di sfiducia al governatore. In nome di un autonomismo siculo falso e sprecone.

 

Raffaele Lombardo Raffaele Lombardo Mario Monti giura di fronte a Giorgio Napolitano Giorgio Napolitano e Mario Monti Totò Cuffaro novembreMASSIMO DALEMA giuseppe lumia

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...