joe biden volodymyr zelensky vladimir putin

GLI USA NON HANNO ALCUNA INTENZIONE DI MORIRE PER KIEV – LUCIO CARACCIOLO: “I CONFINI FRA UCRAINA E FEDERAZIONE RUSSA NON VALGONO PER WASHINGTON LA TERZA GUERRA MONDIALE. E LA SCOMPARSA DELLA RUSSIA METTEREBBE IN QUESTIONE IL SENSO DELLA NATO” – E ZELENSKY? “IL SUO INCUBO PER IL DOPOGUERRA È L'INAFFIDABILITÀ DEL MASSIMO ATTORE EUROPEO, LA GERMANIA. POTENZA CONTINENTALE CON CUI L'UCRAINA AVRÀ A CHE FARE PER IL RESTO DEI SUOI GIORNI…”

Lucio Caracciolo per “La Stampa"

 

lucio caracciolo a otto e mezzo 2

Nessuno vince. Né al grado strategico, che vede Russia e Stati Uniti duellare per procura contro e per l'Ucraina, né su scala continentale, dove si tratta solo di stabilire quanto più instabili, impoveriti e insicuri diventeremo noi tutti. Sarà interessante constatare quanto dell'impegno morale che abbiamo assunto verso il Paese aggredito resterà dopo il silenzio delle armi.

 

Quanto allo scontro strategico Usa-Russia, premessa d'obbligo. Come definitivamente dimostrato quasi settant' anni fa dal presidente Dwight "Ike" Eisenhower nell'esercitazione strategica segreta Solarium Exercise, peggio della sconfitta nella guerra contro Mosca c'è solo la vittoria. Perché gli americani rifiuterebbero di accollarsi il colosso atterrato. Cos' altro significherebbe assumersi la responsabilità della Russia se non gravame geopolitico, economico, identitario, che volgerebbe gli Stati Uniti in caserma del mondo? Ike" verbatim: «Che cosa ne faremmo della Russia, se vincessimo in una guerra globale?».

ZELENSKY BIDEN

 

Svolgimento: la «vittoria» totale produrrebbe «una grande area devastata e distrutta dall'Elba a Vladivostok e giù attraverso l'Asia del Sud-Est, senza governo, senza comunicazioni, solo uno spazio di fame e disastro. Io vi chiedo, che ne farebbe il mondo civile?». Domanda oggi meno astratta di ieri.

 

VLADIMIR PUTIN BY CARLI

Di qui le voci che nell'establishment a stelle e strisce avvertono dei rischi derivanti dalla tentazione di farla finita con la Russia. Nella sintesi di Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations: «Gli Stati Uniti e i loro partner devono definire e anzi limitare i loro obiettivi in Ucraina. Ciò significa smettere la chiacchiera sul cambio di regime a Mosca.

 

Dobbiamo occuparci della Russia che abbiamo, non di quella che preferiremmo».

Nella volgarizzazione del neotrumpiano J. D. Vance, autore della memorabile Hillbilly Elegy, oggi candidato al Senato: «Penso sia ridicolo fissarsi sul confine dell'Ucraina. Devo essere onesto con voi: non me ne importa proprio nulla di quel succede in Ucraina, in un senso o nell'altro».

jd vance

 

Per il Numero Uno impegnato in vitale competizione con la Cina, il conflitto ucraino viene dopo. La recente tournée asiatica di Biden, con quel "sì" lasciato cadere alla domanda se Taiwan sia sotto protezione militare americana, ha accelerato la dinamica della collisione. Sicché gli strateghi americani vedono nel prolungamento della guerra in Ucraina più problemi che vantaggi.

 

GUERRA IN UCRAINA - ARTIGLIERIA RUSSA

Li preoccupa la prospettiva di doversi impegnare nuovamente nella stabilizzazione dell'Europa che dopo la vittoria nella guerra fredda presumevano «fixed», compattamente inquadrata nel sistema americano. Nei laboratori d'intelligence si cominciano a temere le conseguenze impreviste quanto prevedibili degli allargamenti a gogò, nella nobile gara fra braccio militare (Nato) e geoeconomico (Ue) dell'informale impero europeo dell'America a chi pianta prima la sua bandiera nelle terre adiacenti al Cremlino.

 

JOE BIDEN TORNA IN AMERICA DOPO IL VIAGGIO IN ASIA

Più ampio il fronte, più impegnativo proteggerlo, più facile l'infiltrazione nemica, sia russa o cinese. E meno credibile il favoloso ombrello cantato nell'interpretazione demotica dell'articolo 5 del Trattato di Washington, che non garantisce un bel nulla. Nel prossimo vertice Nato di Madrid Biden vorrà assegnare a britannici, polacchi e baltici la vigilanza avanzata sul fronte russo, senza impegnare troppi mezzi e truppe a ridosso della cortina d'acciaio - versione aggiornata della classica linea rossa Stettino-Trieste, solo molto più a Est e a Nord. Così Washington si espone al rischio che la provetta sezione antirussa del suo impero europeo lo costringa allo scontro diretto con Mosca.

 

GUERRA IN UCRAINA - ARTIGLIERIA RUSSA

I confini fra Ucraina e Federazione Russa non valgono per Washington la terza guerra mondiale. E la scomparsa della Russia metterebbe in questione il senso della Nato, inventata per contenerne la minaccia. Allo stesso tempo, lasciar troppo spazio ai russi e tradire gli ucraini sarebbe macchia incancellabile sul marchio America. Ognuno ha le sue alternative del diavolo. Quanto al teatro bellico.

 

xi jinping joe biden

Il risorgimento ucraino scrive le sue pagine di gloria. Zelensky superstar in Occidente. La Storia riconoscerà ai suoi combattenti di aver violato il dogma d'invincibilità del soldato russo. Di aver esposto al mondo la facciata di cartapesta della presunta superpotenza, maschera di abissali fragilità, come nei leggendari villaggi Potëmkin.

 

Ma la liberazione del Donbas, se mai possibile, è lontanissima. Forti concentramenti di truppe ucraine sono accerchiati dai russi. In Ucraina orientale e meridionale lo scontro è aperto. Spetterà poi a Zelensky e a Putin vestirlo di gloria in simmetria indifferente ai fatti. Comunque finisca.

lucio caracciolo a otto e mezzo 1

 

Non deve perciò stupire che della vittoria a Kiev si dipingano versioni cangianti, aggiornate in base a speranze o disillusioni prodotte dalle battaglie in corso e dal variabile supporto esterno. Si insiste sulla questione territoriale: rivogliamo i confini del 1991, quelli tracciati come amministrativi in età sovietica, volti in internazionali grazie al crollo dell'Urss. Ipotesi possibile solo in caso di collasso della Federazione Russa.

 

andrzej duda volodymyr zelensky 2

Altrimenti occorrerà tracciare una linea provvisoria che corra da qualche parte nell'Ucraina Sud-orientale, baluardo dei filorussi. Essenziale per Kiev è l'integrazione di fatto nell'impero americano. Travestita da neutralità protetta, attraverso nuove inventive strutture capaci di rispondere nelle ventiquattr' ore a eventuali incursioni russe. Dalla Nato Zelensky è deluso. Ne lamenta dilazioni burocratiche e baruffe intestine, sintomo di incompatibilità culturali e geopolitiche.

 

Tutte le armi dei sostenitori atlantici sono arrivate a Kiev via intese bilaterali, particolarmente battagliate con i soci più importanti, tedeschi in testa. Non fosse per americani e britannici, i russi avrebbero conquistato almeno mezza Ucraina. Per questo qualcuno a Mosca imputa a Putin non di aver attaccato, ma di averlo fatto troppo tardi.

olaf scholz volodymir zelensky

 

Con il lungo armistizio, condizione per l'avvio della ricostruzione di un territorio devastato, l'Ucraina dovrà affrontare le questioni irrisolte che si trascina dall'indipendenza: dalla corruzione allo strapotere degli oligarchi, che hanno succhiato il sangue della patria per trent' anni ma non rinunceranno a rientrare in partita, fors' anche a chiudere i conti in sospeso con Zelensky (il suo non troppo ex rivale Petro Poroshenko lo promette pubblicamente).

 

SEVERODONETSK GUERRA RUSSIA UCRAINA

La maggiore preoccupazione strategica per Kiev riguarda però la faglia che nella Nato separa la Nuova dalla Vecchia Europa. Gli amici sicuri da quelli apparenti. Sulla cui intelligenza col nemico Zelensky ha pochi dubbi. Il suo incubo per il dopoguerra è l'inaffidabilità del massimo attore europeo, la Germania. Potenza continentale con cui l'Ucraina avrà a che fare per il resto dei suoi giorni.

mappa di guerra GUERRA RUSSIA UCRAINA

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…