“L’OBIETTIVO DI CONTE È BATTERE IL PD” – LUIGI ZANDA STRONCA IL MEGALOMANE A 5 STELLE: “È PIÙ FORTE DI LUI. SOGNA DI TORNARE A FARE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, COSA IMPOSSIBILE DOPO IL SUO PRIMO GOVERNO CON LA LEGA. NON MI SENTIREI DI ESCLUDERE UN RITORNO DI FIAMMA CON SALVINI. DEL RESTO, NON HA MAI DETTO DI ESSERE DI SINISTRA” – “IL PD STA DIVENTANDO UN COMITATO ELETTORALE. UN PROCESSO CHE LA SCHLEIN NON HA FERMATO - L’ALLEANZA CON M5S PUÒ FUNZIONARE SOLO SE IL PD ARRIVA AL 25-26% - LE PERSONALITÀ ESTERNE? POSSONO ESSERE UN ARRICCHIMENTO, A PATTO CHE IL PARTITO SIA SOLIDO…”
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
Visto da fuori, «il Pd rischia di trasformarsi in un grande comitato elettorale, che si occupa per lo più di lista».
Luigi Zanda, tra i fondatori del partito, […] guarda con una certa preoccupazione il percorso del nuovo Pd […]
Con Schlein il Pd sta diventando un comitato elettorale?
«È un processo iniziato da molti anni, ben prima che lei diventasse segretaria. Ma Schlein non lo ha fermato, c'è un tema di selezione della classe dirigente, che non è stato interfacciato: non viene data la necessaria attenzione alla forma partito».
Secondo lei, per evitare il ripetersi di fenomeni come quelli registrati a Bari o Torino cosa bisogna fare?
«L'unico antidoto […] è darsi un pensiero alto e un'organizzazione seria. Ci sono centinaia di sezioni, circoli, comitati provinciali e regionali, solo attraverso un controllo diffuso si può garantire la correttezza dei comportamenti.
Poi si dovrebbe anche riprendere il tema del finanziamento pubblico ai partiti, magari imitando il sistema usato al Parlamento europeo: entità dei fondi congrua e rigide indicazioni sul loro utilizzo, controlli accurati e sanzioni».
Torniamo al trasformismo e ai cacicchi sul territorio: la segretaria si era impegnata a «estirparli», ma un anno dopo non è cambiata molto…
«Io trovo intollerabili le condanne generiche, sono espressione di una cattiva politica. Non mi convince l'idea che le correnti siano sinonimi di clientelismo, perché c'è il bene e c'è il male. E non posso accettare che perfino Giuseppe Conte si metta a parlare di cacicchi, continuando la sua determinata opera di destrutturazione del Pd».
Se questo è il suo obiettivo, può essere un alleato affidabile?
«Guardi, l'obiettivo di Conte è battere il Pd, è più forte di lui. Questo perché sogna di tornare a fare il presidente del Consiglio, cosa impossibile dopo il suo primo governo con la Lega […]. E non mi sentirei nemmeno di escludere un ritorno di fiamma con Salvini».
Però ha detto che ormai il suo campo è quello progressista, non ci crede?
«Ha notato che da parte sua c'è una esibita volontà di non dire mai di essere di sinistra?
Questo dovrebbe far riflettere. In passato si è definito orgogliosamente populista: in lui nulla è definitivo».
Resta il fatto che per Schlein l'alleanza con i 5 stelle è una strada obbligata, no?
«La sua strategia può funzionare solo se il Pd è forte, se arriva al 25-26%, per capirci, tenendo così il Movimento a una certa distanza. A quel punto, può assumere il rischio politico di essere unitario. In ogni caso, le alleanze vanno fatte con la schiena dritta, a cominciare dalle realtà locali: le primarie si possono fare oppure no, ma non perché piacciano o meno a Conte».
TARZANELLY - MEME BY SHILIPOTI
Dentro al Pd c'è agitazione anche per la composizione delle liste per le Europee. Come sta gestendo la partita la segretaria?
«Mi pare che ci sia confusione e mi preoccupa il disorientamento […]. Sulle liste dico solo una cosa: candidare personalità esterne […] può essere un arricchimento, a patto che il partito sia solido e con le idee chiare. Un partito fragile […] deve usare molta prudenza […]».
luigi zanda foto di baccoSCHLEINING - MEME BY SHILIPOTI CONTE SCHLEIN