IMPRENDITRICE DE CHE? PIUTTOSTO UNA ‘’PRENDITRICE’’ (DI POLTRONA RAI): LUISA TODINI HA EREDITATO DA PAPA’ UN’AZIENDA CHE HA RIFILATO DI CORSA A SALINI (E DELLA VENDITA DEVE RINGRAZIARE LETTA E BERLUSCA) - I LEGHISTI L’HANNO VOTATA IN CAMBIO DELLA CONFERMA DI MARANO - CHE CI FACEVA IERI ANTONIO PILATI (APPENA ELETTO CONSIGLIERE DEL CDA) DAVANTI ALLA SEDE ROMANA DI MEDIASET? AVEVA SBAGLIATO CANALE? - SMACCO TOTALE PER FINI…

1- L'IMPRENDITRICE CHE NON IMPRENDE
Da "il Fatto Quotidiano"

L'approdo di Luisa Todini al cda Rai conferma un fenomeno crescente: gli imprenditori che non imprendono, ma aspettano la poltrona. La quarantacinquenne signora perugina, ex eurodeputata berlusconiana, simboleggia da sempre il destino di certi imprenditori di avere un sacco di tempo libero, e di non sapere che farne.

Eccola così inesausta presenzialista nei salotti televisivi, e candidata, nell'ultimo triste periodo di astinenza, alla successione di Claudio Scajola al ministero dello Sviluppo, alla presidenza del Comitato per le Olimpiadi a Roma, a un posto di sottosegretario nel governo di Mario Monti. L'attesa è stata premiata. Altri due imprenditori in cerca di svaghi, come Matteo Colaninno e Massimo Calearo, per non aspettare si erano accontentati del seggio parlamentare offerto nel 2008 da Walter Veltroni, uno che di fronte all'industriale annoiato si commuove.


2- RAISET RINGRAZIA SCHIFANI VIALE MAZZINI È ROBA LORO
ESEGUITI GLI ORDINI DI B. NEL CDA DELLA TV DI STATO DENTRO PILATI, ISPIRATORE DELLA LEGGE GASPARRI
Fabrizio d'Esposito per "il Fatto Quotidiano"

Il nuovo assalto berlusconiano a Viale Mazzini, in nome di Raiset e dell'eterno conflitto d'interessi, è fotografato in un'immagine di ieri mattina. Ma non alla commissione di Vigilanza della Rai, che ha "fatto" i nuovi sette nomi del cda dopo il clamoroso pronunciamento di Re-nato Schifani, presidente del Senato. La scena raccontata da vari testimoni è un'altra, davanti alla sede romana di Mediaset.

Questa: Antonio Pilati, sorridente, insieme alla sua grande amica Gina Nieri, ambasciatrice del Biscione nella Capitale. Pilati è infatti uno dei nuovi consiglieri d'amministrazione della Rai, già ghost-writer della legge Gasparri, cucita a suo tempo sul modello Raiset. Pilati ma anche Antonio Verro, Luisa Todini e Guglielmo Rositani per la resistenza di B. nel-l'era sobria di Monti in una trincea cruciale in vista della campagna elettorale del 2013. Gli altri sono: Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, votati dal Pd e l'uscente casiniano Rodolfo De Laurentiis per l'Udc. Completano il quadro i vertici "tecnici" scelti dall'azionista di governo: il presidente Anna Maria Tarantola e Marco Pinto come consigliere indicato dal Tesoro.

Tutto si è giocato sulla mossa spregiudicata di Schifani dell'altro giorno. Il presidente del Senato, dopo la partita vinta sui nuovi Servizi contro la cordata Letta, si accredita sempre di più come il punto di riferimento forte del Cavaliere nelle manovre di spartizione e di controllo. E anche ieri la scelta di sostituire il commissario dissidente del Pdl, il senatore Paolo Amato, con il più ortodosso Pasquale Viespoli di Coesione nazionale ha tenuto banco nei capannelli del Parlamento. Viespoli è un ex an finiano oggi di nuovo vicino al centrodestra. Il gruppo di Coesione nazionale, a Palazzo Madama, corrisponde agli ex Responsabili di Montecitorio.

Ieri, in Vigilanza, si è allineato alle direttive berlusconiane ed è uscita la nuova quaterna del Capo: Pilati , Verro, Todini e Rositani. Il nome che stava facendo saltare tutto è quello dell'imprenditrice Todini, già eurodeputata. Il presunto complotto di Amato, negato da lui stesso ieri al Senato, rispondendo alle burocratiche precisazioni di Schifani, ha due versioni. La prima descrive Amato come braccio armato di Beppe Pisanu, terzolpolista in sonno del Pdl, per portare in consiglio Flavia Piccoli Nardelli, figlia di Flaminio democristiano buonanima, per conto di Fli e Idv.

La seconda è legata alla spietata guerra nell'anarchico Pdl. In pratica, il direttorio di B. all'opera per la spartizione (Romani, Gasparri, Cicchitto, Verdini, Alfano, La Russa e finanche Alemanno) avrebbe sbattuto la porta in faccia a Deborah Bergamini, deputata del Pdl e sponsor del suo fidanzato Giampaolo Rossi, oggi a Rainet, al posto della Todini. Viene riferita anche una sfuriata dell'ex ministro Romani con la parlamentare, ma la stessa Bergamini ieri ha smentito minacciando querele.

Alla fine, la Todini ce l'ha fatta. Grazie soprattutto alla sua rete di rapporti e amicizie trasversali, da Renata Polverini, governatrice del Lazio, all'industriale montezemoliano Diego Della Valle. La sua elezione sancisce un patto tra i berlusconiani e la nuova Lega di Bobo Maroni. Un ruolo decisivo l'avrebbe giocato la sannita Isabella Votino, portavoce maroniana (ma stipendiata anche dal Milan) e grande amica della Todini. I leghiti per votarla hanno chiesto una sola condizione: la conferma di Antonio Marano, fedelissimo di Maroni, a vicedirettore generale. Così a sacrificarsi per far posto al centrista lettiano Giancarlo Leone, sempre come vicedg, dovrebbe essere l'ex previtiano Gianfranco Comanducci.

IL resto delle nomine, invece, dovrebbe avvenire non prima di settembre. Anche perché i neoconsiglieri dovranno prima affrontare la questione dei tagli annunciati ieri dall'azionista: circa tre milioni di euro. La scure montiana si abbatterà su benefit e auto blu, al punto che al settimo piano di Viale Mazzini circola già una battuta: "Finirà che i consiglieri verranno solo una volta al mese, per il cda".

In ogni caso, sul tavolo autunnale il primo dossier da esaminare sarà la ricollocazione dell'ex dg Lorenza Lei (quota Letta-Bisignani-Vaticano) sloggiata per il tecnico Gubitosi (sempre amico, però, di Bisignani). Per la Lei, l'alternativa è tra due caselle: Raiuno al posto di Mazza oppure la fiction, visto che Del Noce è vicino alla pensione. Insomma, la neomaggioranza berlusconiana è già al lavoro per continuare a blindare Viale Mazzini nel segno di Raiset.

Sempre che il caso Amato non riservi qualche sorpresa giudiziaria. L'ha scritto ieri l'ex ministro del centrosinistra Gentiloni su Twitter: "Sostituzione Amato illegittima. Do you remember caso Meocci? Ricordo i soloni che mi spiegavano che era regolare e ricordo come poi finì". Per Bersani, la vicenda Schifani-Amato è stata "invereconda". Ma per B. è sempre il risultato che conta.

 

LUISA TODINI Luisa Todini DELLA VALLEANTONIO PILATI ANTONIO PILATI Benedetta TobagiGHERARDO COLOMBO ANNA MARIA TARANTOLA Deborah Bergamini resize

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO