MÜLLER SI, MÜLLER NO - NESSUNO ACCORDO, RONDI NON MOLLA, SI DECIDERÀ IL 24 GENNAIO: CONVOCATO PER CONSIGLIO STRAORDINARIO CHE RISCHIA DI FAR SALTARE LA FONDAZIONE CINEMA PER ROMA - NON ERA MAI SUCCESSO CHE SI ARRIVASSE A UN VOTO PER DECIDERE - ORMAI È SCONTRO POLITICO COME IN PARLAMENTO: DESTRA (ALEDANNO E POLVERINI) VERSUS SINISTRA (BETTINI E VELTRONI) - E LA POLVERINI HA IN TASCA I SOLDINI…

Gloria Satta per Il Messaggero

Un consiglio straordinario di Musica per Roma. E' stato convocato per il 24 gennaio e avrà come oggetto il Festival del Cinema, al centro della bufera politica. Müller si, Müller no. E poi le eventuali dimissioni di Rondi, il buco nel bilancio, il futuro. Ne parlerà la Fondazione che gestisce l'Auditorium, dal 2006 sede del Festival. Ci saranno il presidente Aurelio Regina, l'ad Carlo Fuortes e i quattordici consiglieri.

Dalla riunione dovrà scaturire la posizione sulla nomina di Müller a direttore artistico. Il voto di Fuortes, nel cda di Cinema per Roma, si annuncia decisivo: l'ex direttore della Mostra di Venezia può contare infatti su due voti favorevoli (Comune e Regione) e altrettanti no (Provincia e Camera di Commercio) con la prevedibile astensione di Rondi che avrebbe voluto confermare Piera Detassis.

Fuortes si aspetta l'indicazione da Musica per Roma. Buona parte del cda propende per l'astensione. Da socio tecnico, che presta la sede senza investire denari nel Festival, la Fondazione sarebbe orientata a lasciare a Cinema per Roma la decisione sul direttore artistico. Evitando così di mettersi dentro lo scontro politico. Anche se Regina si è già espresso («Müller sarebbe un valore aggiunto») l'ultima decisione verrà il 24 dai consiglieri.

E se Müller venisse bocciato? Potrebbe tornare in gioco Detassis, universalmente apprezzata per il suo lavoro. Domani si riuniranno i soci fondatori. «Non sia danneggiata la grande realtà del Festival», ammonisce il presidente di Federculture Roberto Grossi. E i politici continuano a esternare.

«Il pdl mettere a rischio la credibilità del Festival», dice Leonori del Pd, mentre Rodano (Idv) afferma che «il ricatto di Alemanno-Polverini rischia di ammazzare la kermesse». Lunedi scorso il sindaco e il governatore del Lazio avevano incontrato Rondi per sondare la sua disponibilità a dimettersi. Ma per lasciare la poltrona in anticipo, il presidente probabilmente aspetta di venire messo in minoranza dal cda.

 

MULLERGIAN LUIGI RONDI rondi detassis GIANNI ALEMANNO E RENATA POLVERINI CARLO FUORTES

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