gianluigi paragone davide casaleggio beppe grillo luigi di maio alessandro di battista

POLVERE DI STELLE – DOPO LA CACCIATA DI PARAGONE, LA PROSSIMA SETTIMANA CI SARÀ UNA BELLA PULIZIA INTERNA AL MOVIMENTO, COME MANCAVA DA TEMPO. L’ASSOCIAZIONE ROUSSEAU È AL VERDE E CHI NON SARÀ IN REGOLA CON I RIMBORSI VERRÀ ACCOMPAGNATO ALL’USCITA – E DOPO LE REGIONALI LA BOTTA FINALE: NON SARANNO ESPULSIONI, MA DUE ADDII MOLTO DOLOROSI… – VIDEO

M5s, Gianluigi Paragone: ''Faroo' ricorso contro l'espulsione, se mi gira anche alla giustizia ordinaria''

DAGONEWS

GIANLUIGI PARAGONE E ALESSANDRO DI BATTISTA

Paragone, ce n’est qu’un debut! La settimana prossima si attende una bella pulizia interna al M5S, come mancava da qualche tempo. L’Associazione Rousseau è al verde e chi non sarà in regola con i pagamenti verrà espulso. Poi, dopo le regionali, ci sarà la botta finale, ma lì non ci saranno espulsioni ma due addii molto dolorosi…

davide casaleggio luigi di maio

 

PUGNO DURO NEI 5 STELLE ANCHE SUI RIMBORSI. SANZIONI FINO ALLA SOSPENSIONE

Pietro Salvatori per www.huffingtonpost.it

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2

 

Pugno duro. Con provvedimenti che arriveranno fino alla sospensione dal Movimento 5 stelle. Poco prima di Natale sulle mail di deputati e senatori è arrivato un alert che suonava più o meno così: “Mettersi in regola con le restituzioni entro il 31 dicembre se non si vuole incorrere in sanzioni”. Un’ultima chiama. Perché sui soldi, sui costi della politica e sul “francescanesimo” come cifra qualificante il Movimento ha costruito un buon pezzo della propria credibilità. E la grande tensione che covava da mesi ed è poi esplosa dopo l’addio di Lorenzo Fioramonti ha convinto i vertici a deporre la carota e sfoderare il bastone.

 

grillo di maio casaleggioLORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTE

“Ne va della nostra credibilità”, il ragionamento fatto da Luigi Di Maio. Così la macchina dei controlli è partita, e le sanzioni sono allo studio. Sul come e cosa si sta ancora ragionando, ma una fonte vicina al leader ne definisce un perimetro che segnala la durezza della linea scelta: “Si potrà arrivare fino alla sospensione dal partito”. Perché Di Maio vuole mettere a tacere una volta per tutte i mugugni sull’obolo da versare a Rousseau, ma soprattutto non vuol più tollerare che la coerenza pretesa da tutti gli altri gli si ritorca contro proprio su uno dei cavalli di battaglia storici.

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

di battista di maio

Il capo politico nei giorni scorsi ha smentito seccamente che solo il 12% degli eletti sia in regola. Ma sa che il problema è profondo, e non si limita alla decina di casi di “rimborsopoli” che in piena campagna elettorale fecero tremare per diversi giorni l’intero universo pentastellato. I malumori sul versante rimborsi si rincorrono, tra chi chiede una maggior trasparenza, chi contesta le modalità di rendicontazione, chi adduce motivazioni politiche e chi spiega di aver accantonato i risparmi in attesa che la situazione si chiarisca. Ma per Di Maio e i vertici la vicenda è cristallina: le regole per la restituzione erano chiare già dalla campagna elettorale e non sono mai cambiate. E le sanzioni potrebbero iniziare a piovere sui morosi già dalla metà di gennaio.

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIOALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIOdi battista paragone

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