xi jinping emmanuel macron

MACRON L’HA FATTO CAPIRE CHIARAMENTE: GLI EUROPEI NON SONO DISPOSTI A MORIRE PER TAIWAN. MA GLI AMERICANI? I GENERALI USA INIZIANO A DUBITARE FORTEMENTE CHE UN’EVENTUALE GUERRA POSSA ESSERE VINTA, E PENSANO CHE NON ANDREBBE PROPRIO COMBATTUTA – LA VISITA DEL PRESIDENTE FRANCESE È STATA INTERPRETATA DA XI COME UNA SORTA DI VIA LIBERA DELL’UE: IL TOYBOY DELL’ELISEO NON HA LANCIATO ALCUN AVVERTIMENTO ALLA CINA (SANZIONI O SIMILI). ANCHE PERCHÉ L’UE NON PUÒ RINUNCIARE AI RAPPORTI ECONOMICI CON PECHINO…

XI JINPING VLADIMIR PUTIN MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

1. CREMLINO, 'INACCETTABILI LE PROVOCAZIONI ALLA CINA SU TAIWAN'

(ANSA) - La Russia condanna risolutamente qualsiasi provocazione da parte di Paesi terzi nei confronti di Taiwan: lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta la Tass. "La nostra posizione è nota: condanniamo fermamente qualsiasi azione provocatoria da parte di Paesi terzi che possa innescare la destabilizzazione della situazione intorno a Taiwan. Riteniamo inaccettabile la provocazione della Cina", ha dichiarato Peskov ai giornalisti.

 

2. TAIWAN, IL NAZIONALISMO DI XI E I SUOI TRE SCENARI: INVASIONE, BLOCCO TOTALE O UN REGIME FANTOCCIO

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

[…] Biden ha condannato l’ultima prova di forza di Xi contro Taiwan, ma con toni misurati. Washington ha preso atto implicitamente della relativa de-escalation rispetto all’estate scorsa quando il «castigo» per la visita della Pelosi fu più duro.

XI JINPING EMMANUEL MACRON

 

D’altro lato la moderazione americana è frutto di un crescente pessimismo. I generali Usa […] dubitano che una guerra in difesa di Taiwan possa essere vinta. Di conseguenza alcuni pensano che non andrebbe mai combattuta.

 

In questo contesto si è inserita la visita di Emmanuel Macron. Il presidente francese parlando di Taiwan ha detto: «Sarebbe un grande rischio se l’Europa si facesse coinvolgere in una crisi che non è nostra».

 

La sua idea di «autonomia strategica» dell’Europa dagli Usa si è spinta fino a una dissociazione sul caso Taiwan. Non è chiaro, perché Macron non lo ha precisato, se secondo lui l’Europa dovrebbe prendere la distanze dall’America in una fase di escalation di tensioni, o anche durante e dopo un’invasione cinese.

xi jinping joe biden al g20 di bali 3

 

Non risulta che Macron abbia lanciato a Xi avvertimenti del tipo: se invadi Taiwan adotteremo sanzioni e i nostri rapporti economici saranno compromessi. L’intervista è uscita in due versioni diverse, seguite da precisazioni dell’Eliseo.

 

Ha suscitato un pandemonio negli Usa (soprattutto i repubblicani si chiedono perché l’«autonomia strategica» del Vecchio continente non valga nel difendere l’Ucraina) ma anche nell’Ue dove non tutti pensano che Taiwan vada abbandonata al suo destino, anche per il ruolo strategico nelle tecnologie. Un risultato: Xi Jinping sul dossier Taiwan osserva la disunione occidentale, ed è un altro punto in suo favore

 

3. "LA CINA CONTINUERÀ A STENDERE IL TAPPETO ROSSO ALLA FRANCIA E AD ALTRI PAESI EUROPEI CHE PERCEPISCE COME UTILI OCCIDENTALI"

Articolo di “Le Monde” – dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione”

emmanuel macron xi jinping ursula von der leyen

 

La sinologa Alice Ekman spiega, in un articolo per Le Monde, che Xi Jinping e Vladimir Putin stanno cercando di costruire insieme un ordine mondiale post-occidentale. La visita di Macron in Cina ha evidenziato le principali differenze nel posizionamento dell'Europa come potenziale terzo polo tra Pechino e Washington.

 

Dal ritorno di Emmanuel Macron dalla Cina, le tensioni transatlantiche e intraeuropee sono diventate evidenti a tutti, in primo luogo alla Cina. Le differenze di posizionamento e di interpretazione sono evidenti soprattutto su Taiwan, dopo le dichiarazioni del presidente francese sul volo di ritorno, in particolare sulla trappola per l'Europa di essere "invischiata in una perturbazione mondiale e in crisi che non sono nostre". Ma ci sono state anche grandi differenze sul posizionamento dell'Europa come potenziale "terzo polo" rispetto agli Stati Uniti e alla Cina e su come l'Europa dovrebbe trattare con la Cina sulla guerra in Ucraina.

 

MACRON - XI JINPING - URSULA VON DER LEYEN

Pur sapendo che sarebbe stato difficile fare progressi su questo tema durante la sua visita, il 6 aprile il presidente francese ha dichiarato a Pechino di sapere di poter "contare su [Xi Jinping] per far rinsavire la Russia". Ciò implicherebbe che anche il presidente cinese ritiene che la Russia abbia perso la testa. Finora non ci sono indicazioni in tal senso. Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, le autorità cinesi non hanno mai condannato le azioni russe e non si sono discostate da questa linea durante la visita.

 

EMMANUEL MACRON XI JINPING URSULA VON DER LEYEN

Tre settimane prima, la visita di Xi Jinping in Russia aveva sottolineato la convergenza di vedute geostrategiche tra Pechino e Mosca. Entrambi i Paesi hanno condannato l'esistenza dell'Aukus (l'accordo di cooperazione militare tra Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti), le strategie "indo-pacifiche" e la NATO - di cui hanno espresso preoccupazione per la crescente presenza in Asia. Da allora, la Cina ha continuato a sostenere la tesi russa secondo cui gli Stati Uniti, la NATO e l'Occidente in generale avrebbero "gettato benzina sul fuoco" in Ucraina.

 

Un nemico comune

 

Il desiderio comune di creare insieme un nuovo ordine mondiale è una delle forze trainanti del riavvicinamento sino-russo, che si è accelerato dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Ma questo nuovo ordine mondiale sarebbe molto diverso dal mondo "multipolare" che la diplomazia francese ha in mente e a cui fa riferimento la dichiarazione congiunta rilasciata al termine della visita del presidente Macron in Cina.

 

Sarebbe un mondo in cui Cina e Russia, sostenute da una coalizione di Paesi, occuperebbero un posto centrale e in cui l'Occidente sarebbe emarginato. Sarebbe un mondo in cui i "Paesi affini" come la Cina sarebbero la maggioranza. L'espressione "Paesi affini", tradizionalmente usata dalle democrazie occidentali per ricordare il loro attaccamento a valori comuni e alle regole del diritto internazionale, è ora utilizzata dalla diplomazia cinese per designare un altro gruppo di Paesi che condividono con la Cina caratteristiche e interessi politici comuni.

 

xi jinping accoglie emmanuel macron a pechino

Seguendo questa logica, il comunicato congiunto firmato da Vladimir Putin e Xi Jinping a Mosca alla fine di marzo afferma che i due Paesi sono impegnati a rafforzare la loro cooperazione politica per prevenire le "rivoluzioni colorate". I due presidenti si sostengono a vicenda nell'opposizione a qualsiasi cambio di regime, in primis il proprio. Non è un caso che Xi Jinping abbia affermato pubblicamente la sua fiducia nella rielezione di Vladimir Putin nel 2024, né che Putin si sia nuovamente congratulato con Xi Jinping per il prolungamento del suo mandato.

 

EMMANUEL MACRON E XI JINPING A PECHINO

Esistono reali convergenze politiche tra Cina e Russia, visioni compatibili del futuro del mondo e l'identificazione di un nemico comune, l'Occidente, che starebbe fomentando "rivoluzioni colorate", secondo le percezioni ufficiali di Pechino e Mosca. Queste convergenze si sono rafforzate negli ultimi anni, poiché la Cina non ha fatto mistero della sua volontà di promuovere un modello politico e di "modernizzazione" nel mondo, "diverso da quello dell'Occidente", come ha ribadito il ministro degli Esteri cinese Qin Gang in una conferenza stampa all'inizio di marzo.

 

PILOTA CINESE SUI CIELI DI TAIWAN

Una partnership "a lungo termine"

 

Ovviamente, per ragioni sia pragmatiche che ideologiche, la Cina percepisce la Russia come una priorità molto più alta e un partner naturale rispetto alla Francia, che non è assolutamente considerata un "Paese affine" dal Partito Comunista Cinese. La diplomazia cinese continuerà a stendere abilmente il tappeto rosso alla Francia e ad altri Paesi europei che può percepire come utili occidentali, nel breve periodo, proprio per accentuare le divergenze intra-occidentali.

 

ESERCITAZIONI MILITARI CINESI A TAIWAN

Ma è con la Russia che sta investendo in una partnership "a lungo termine", come ha ribadito Xi Jinping durante la sua visita a Mosca. Oltre a rafforzare la cooperazione economica, energetica, monetaria e tecnologica, nei prossimi anni la Cina e la Russia intendono anche rafforzare il loro "coordinamento" diplomatico, sia a livello bilaterale che multilaterale (nell'ambito delle Nazioni Unite, dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, dei BRICS, del G20, tra gli altri). Allo stesso tempo, la diplomazia cinese intende accelerare il ritmo delle sue iniziative nei confronti dei cosiddetti Paesi emergenti e in via di sviluppo in senso lato, ponendosi come promotore degli interessi di questo gruppo - come sta facendo in questi giorni durante la visita del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva in Cina.

 

emmanuel macron e xi jinping a pechino

In questo contesto, vedere il mondo in termini di triangolo strategico USA-Cina-Europa sarebbe riduttivo, nel senso che non tiene pienamente conto del desiderio della Cina di costruire un nuovo ordine mondiale post-occidentale con la Russia e i Paesi in via di sviluppo, che in ultima analisi mette gli Stati Uniti e l'UE nella stessa borsa. La difesa degli interessi nazionali in senso stretto è legittima ma insufficiente se non tiene conto delle profonde divergenze di interessi politici e delle rivalità ideologiche che oggi polarizzano il mondo.

esercitazioni caccia cinesi

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