GAUCHE ALLO SPIEDO! L’ONDATA MACRON SPAZZA VIA I SOCIALISTI: SCONFITTI EX MINISTRI E LEADER DEL PS, BALLOTTAGGIO A RISCHIO PER L’EX PREMIER VALLS - "EN MARCHE", IL MOVIMENTO DEL PRESIDENTE, AVRA' LA MAGGIORANZA ASSOLUTA - CROLLA IL FRONT NATIONAL DI MARINE LE PEN, TREMANO ANCHE I GOLLISTI
Leonardo Martinelli per “la Stampa”
Dopo la vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali, si diceva che i partiti tradizionali (e soprattutto i Repubblicani, la destra neogollista) avrebbero preso la loro rivincita alle legislative.
Poi, man mano che la campagna andava avanti, diventava sempre più evidente che, grazie anche al sistema elettorale maggioritario a due turni, la République en Marche!, il movimento di Macron, nato poco più di un anno fa, avrebbe fatto man bassa dei seggi in Parlamento, espellendo tutta una serie di volti noti e baroni della politica tradizionale. Ed è quello che sta avvenendo.
È vero, ci sarà ancora il ballottaggio domenica prossima. Ma, iniziando dalla sinistra, la più acciaccata (il Partito socialista è più che a rischio di esplosione), ci sono una serie di big più o meno bocciati dalle urne.
A Marsiglia, tradizionale feudo della gauche, Patrick Mennucci, uno dei dirigenti «storici» del Ps, è eliminato già al primo turno. Passa Jean-Luc Mélenchon, il leader della France insoumise, ma per lui sarà dura essere eletto domenica prossima contro Corinne Versini, dirigente di una società dell' elettronica, fino a pochi giorni fa sconosciuta, e oggi candidata macroniana. Già eliminati al primo turno Mathias Fekl, uno dei «giovani» del Ps, vicino a François Hollande, e il «vecchio» Jean Glavany, che fu ai tempi uno dei fedelissimi di François Mitterrand.
Bocciata al primo turno, nella sua circoscrizione in Lorena, anche Aurélie Filippetti, ex ministra della Cultura.
Secondo gli ultimi dati, perfino Jean-Christophe Cambadélis, 65 anni, segretario generale del Ps, la caricatura del barone socialista, è stato eliminato nella sua circoscrizione in una zona popolare di Parigi, dove si è piazzato al primo posto Mounir Mahjoubi, 33 anni, già startupper di successo, oggi ministro dell' Economia digitale e uno dei personaggi simbolo del macronismo.
Stesso destino per l' ex sfidante di Macron, Benoit Hamon, candidato socialista alle ultime presidenziali, che si è presentato a Trappes, subito a Sud di Parigi. Molto a rischio dovrebbe essere anche il ballottaggio, domenica prossima, per l' ex premier Manuel Valls, a Evry, periferia della capitale, nonostante Macron abbia rinunciato a presentare lì un suo candidato.
D' altra parte, anche nelle file di En Marche! c' era qualche volto noto. Ma lì l' effetto Macron ha azzerato i dubbi degli elettori. L' ex barone socialista, Richard Ferrand, oggi uno dei consiglieri più ascoltati del presidente, nominato ministro della Coesione territoriale, è stato coinvolto nei giorni scorsi in uno scandalo finanziario imbarazzante nella sua Bretagna.
emmanuel macron e brigitte a taormina
Eppure va al ballottaggio con un agevole 34% al primo turno.
Ancora meglio fa l' attuale ministro dell' Economia Bruno Le Maire, proveniente dalle file dei Repubblicani, che ieri ha preso addirittura il 45%.
Per quanto riguarda il Front National, Florian Philippot, l' influentissimo numero due di Marine Le Pen, si piazza primo nel suo collegio nella Lorena, ma solo con il 24%, tallonato dal candidato di En Marche!, un oscuro dentista, già al 22% : per il vicepresidente dell' Fn sarà durissima. Molto incerto anche il risultato nel Gard, nel Sud, per Gilbert Collard, avvocato, giù deputato frontista di questa circoscrizione: En Marche! gli ha presentato contro l' ex torera Marie Sara, una star localmente, che ha forti possibilità di vincere domenica.
Infine, si temeva perfino per Marine Le Pen. È candidata nel Nord, a Hénin-Beaumont, feudo del suo partito. Ma ieri ha sfiorato il 50%: per lei una vittoria la ballottaggio dovrebbe essere agevole.