davigo mattarella ermini di matteo palamara

AVVISO AI NAVIGANTI: LA MAGISTRATURA HA CAMBIATO MUSICA - DAVIGO SILURATO DAL QUIRINALE, PALAMARA CHE FREME PER VUOTARE IL SACCO, LA DEBOLEZZA DELLE PROCURE DI ROMA E MILANO, CON I PM DI FRANCESCO GRECO CHE AVEVANO CHIESTO PER DUE VOLTE L'ASSOLUZIONE DI VIOLA E PROFUMO E SI SONO BECCATI 6 ANNI DI CONDANNA - I TEMPI SONO MATURI PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE? - SOLO MATTARELLA TIENE TUTTI INSIEME, IN VISTA DELLA RIFORMA DEL CSM - LA ''VENDETTA'' DI DI MATTEO SUl "GRILLINO" DAVIGO, CHE L'HA MOLLATO NEL CASO BONAFEDE

DAGONEWS

 

PIERCAMILLO DAVIGO

I tumulti nella magistratura continuano, tra colpi di scena e futuri incerti. L'uscita rumorosa di Piercamillo Davigo, pensionato ma che voleva continuare a far parte del Csm per altri due anni, avrà strascichi: l'ex pm presenterà ricorso al Tar e darà battaglia.

 

Anche se nelle urne delle elezioni nell'Anm gli effetti del suo declino si sono già sentiti: il suo movimento ha perso un quarto dei voti rispetto all'ultima tornata.

 

nino di matteo

Soprattutto, si è sentito l'''effetto Mattarella''. Il presidente della Repubblica, nonché del Consiglio Superiore della Magistratura, ha votato (per modo di dire) attraverso il suo vice David Ermini. Quando questi si è schierato per il ''no'' a Davigo, lo hanno seguito voti di peso come Curzio e Salvi.

 

alfonso bonafede

Davigo era considerato un rompiscatole (eufemismo) da tutti ma ha anche fatto dei passi falsi. Come ad esempio non schierarsi con il simbolo dell'antimafia Nino Di Matteo nella diatriba con il ministro di Giustizia Alfonso Bonafede. Quella posizione, in linea con il duplex Travaglio-Conte, gli è costata cara nell'urna: Di Matteo ''con difficoltà umana'' ha votato per la sua estromissione. Eppure Di Matteo era stato eletto un anno fa grazie ai voti della corrente davighiana.

 

beppe grillo francesco greco

Ma troppa acqua è passata sotto i ponti. Il caso Palamara, il caso boss scarcerati… Adesso le parole d'ordine a Palazzo dei Marescialli sono: etica e compattezza. Etica perché la categoria non poteva farsi beccare per l'ennesima volta a tutelare i propri interessi (anzi, quelli di Davigo a non mollare la poltrona) in barba a quello che succede alle persone comuni, che quando vanno in pensione si beccano al massimo un orologio, anzi un i-watch per contarsi i battiti. Con Davigo fuori si spengono anche certe faide interne che avrebbero strappato ancora di più i rapporti già troppo sfilacciati.

 

david ermini sergio mattarella al csm

Compattezza intorno al ''capo'': Mattarella non interviene direttamente nelle faccende delle toghe ma fa in modo felpato che la sua posizione sia chiara a tutti. Là fuori c'è ancora una mina inesplosa che si chiama Luca Palamara, che non si aspettava quell'espulsione nell'ignominia dal Csm ed è sempre più tentato di vuotare il sacco delle intercettazioni, dei ricordi e delle agendine.

 

luca palamara

In questo momento i magistrati appaiono un po' persi, nessuno ha in mano il pallino della strategia, le correnti vanno in ordine sparso e manca quella coesione di una volta. Ti credo, il collante era Palamara.

 

Ma non è solo questo: mancano riferimenti forti nelle procure di Roma e Milano, le più importanti, palesemente indebolite.

 

PALAMARA CANTONE

La prima, dalla sanguinosa lotta per il procuratore capo del dopo Pignatone, che dall'Hotel Champagne ha tirato giù qualche decina di magistrati dall'Olimpo dei puri e scoperchiato il sistema della scelta per correnti e non per titoli (Ermini dixit). E Palamara dall'altare è ruzzolato nella polvere.

 

Mattarella con Palamara

La seconda ha appena subito una notevole sconfitta giuridico-politico-economica: dopo due richieste di archiviazione a favore di Profumo e Viola, ha visto la condanna pesantissima per i due manager. Sei anni sono tanti se si pensa che per l'omicidio colposo di Viareggio Mauro Moretti ne ha presi 7. Come a dire: la musica è cambiata, qua tocca serrare i ranghi e mostrare che non siamo tutti Palamari dell'inciucio. Bisogna essere fermi nella posizione di estremo carattere etico. Insomma, non ci possiamo più permettere certi processi su scandali (conclamati e verificati) che si risolvono a tarallucci e vino.

 

LUCA PALAMARA PUBBLICA SU TWITTER LA FOTO CON MARCO TRAVAGLIO AL CONVEGNO DI UNICOST IN PUGLIA

 

Questo strappo tra magistratura inquirente e giudicante potrebbe essere il prologo della separazione delle carriere? Non pochi pensano che il momento sia ormai arrivato, da celebrare insieme alla riforma del Csm al fine di depontenziare le correnti.

 

Ovviamente le spinte per la separazione vengono da lontano, sia a livello storico che geografico: gli investitori esteri mettono ogni volta al primo posto l'incancrenito sistema giudiziario tra le ragioni per cui non vogliono venire in Italia. Dieci anni per risolvere un contenzioso civile è il deterrente più grande. E Dio solo sa quanto serve ora l'investimento degli stranieri.

piercamillo davigo

 

Il messaggio è comunque arrivato tra i ranghi: la magistratura non potrà essere più quella dell'era Palamara. E nei prossimi mesi è in arrivo la sentenza sul caso Descalzi-Eni...

luca palamara MICHELE PRESTIPINOmontepaschi viola profumoFRANCESCO GRECOmichele prestipino e giuseppe pignatone (1)creazzo viola lo voiluca palamara antonino monteleone le iene

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…