E ANCHE MAGISTRATURA DEMOCRATICA INGROIA IL BOCCONE AMARO - DAL GUATEMALA IL PM ATTACCA: “STO SERIAMENTE PENSANDO DI LASCIARE MD” - LE ACCUSE DI CERCARE VISIBILITA’ SUI MEDIA HANNO FERITO TONINO: “INGENEROSE E OFFENSIVE” - ‘’CANDIDARMI? E’ L’ULTIMA COSA CHE MI PASSA PER LA TESTA” - “IL GRAVE ARRETRAMENTO CULTURALE CHE IL BERLUSCONISMO HA DETERMINATO STA CONTAGIANDO PERFINO MD…”

Liana Milella per "la Repubblica"

È in Guatemala Antonio Ingroia. Una breve permanenza prima della sua partenza definitiva. Ma con sé, dall'Italia, ha portato la "ferita" di Magistratura democratica. I dubbi sulla separazione, quasi fosse un matrimonio. Ne parla con Repubblica e la voce tradisce, a tratti, una forte emozione.

Il "processo" di Md contro di lei prosegue. Lascerà la corrente cui è iscritto da più di vent'anni?
«Ci sto seriamente pensando. Quel comunicato dell'esecutivo, che prendeva le distanze da me e conteneva accuse che ritengo ingenerose e pure qualche espressione offensiva, ha lasciato il segno e determinato in me una grande amarezza al contempo personale, professionale e direi politica».

Perché è così turbato?
«Sul piano personale mi fa male e mi ferisce l'incomunicabilità che temo si sia stabilita tra me e i vertici di Md. In particolare, chi ha vissuto per 20 anni a Palermo la stagione delle stragi e poi ha continuato a lavorare lì, è normale che avverta in un modo più forte l'esigenza di una piena verità e giustizia per i fatti di quella stagione. E mi offende che l'aver sollecitato la politica e la società a fare di più per contribuire a far emergere tutta la verità venga equivocato da Md, come fossi un Gasparri qualsiasi, per esibizionismo mediatico. Magari alludendo implicitamente al sospetto che io voglia costruirmi una carriera politica o peggio che voglia condizionare il giudice per le indagini preliminari ala vigilia della decisione su Stato-mafia».

Però molti sono convinti che lei approderà in Parlamento...
«In questo momento è l'ultima cosa che mi passa per la mente, ma - ripeto - ritengo offensivo nei confronti della mia storia immiserire in questo modo la finalità dei miei interventi pubblici sul tema delle "verità difficili" nel nostro Paese».

Non è forse vero che, con le frequenti uscite pubbliche, lei cerca nella gente il consenso che non trova più tra i colleghi?
«Non cerco il consenso alle mie indagini, però non posso dimenticare le parole di Falcone quando diceva che in Sicilia sulla lotta alla mafia si muore quando non si dispone delle necessarie alleanze o si è privi di sostegno. Non parlo di me, non voglio fare vittimismo, ma Falcone sapeva di cosa stava parlando ».

Questo citare Falcone non è eccessivo? Pure la sorella Maria dice che Giovanni «non ha mai partecipato a convegni politici».
«Considero Falcone e Borsellino maestri che andrebbero citati e seguiti nei loro insegnamenti da tutti e quindi non è mai troppo richiamarsi a loro. Quanto ai cosiddetti convegni politici Falcone e Borsellino hanno partecipato a dibattiti organizzati da partiti politici così come ho fatto io».

Come spiega il mutamento genetico di Md, che passa dal sostegno a figure come la sua alla freddezza pure sull'inchiesta Stato-mafia?
«Proprio a questo mi riferivo quando parlavo di amarezza professionale e politica. Professionale perché ho avuto modo di registrare che molte critiche all'indagine sono fondate su una sorta di pregiudiziale diffidenza di chi conosce veramente poco il contenuto delle risultanze probatorie.

Ancor di più amarezza politica perché percepisco un conformismo dilagante che contagia perfino un'area culturale come quella di Md, da sempre in prima linea nella tutela del diritto del magistrato a partecipare al dibattito politico e all'analisi critica dei legami tra pezzi della classe dirigente e poteri criminali. Analisi che oggi Md mi rimprovera come in questi anni hanno fatto settori politici e dell'informazione conservatori. E allora mi chiedo: sono io che sono cambiato, oppure il grave arretramento culturale che il berlusconismo ha determinato sta contagiando perfino Md?».

Non è strano che Md si occupi tanto di lei e non della legge anti- corruzione?
«È un sintomo preoccupante e dei tempi. Per riconquistare un po' di fiducia dei cittadini nelle istituzioni, invece di dilaniarsi in polemiche interne, oggi bisognerebbe proiettarsi verso una più efficace lotta contro corruzioni e mafie di ogni tipo. Invitare il Parlamento a fare di più sul ddl anti-corruzione sarebbe davvero un modo per riconquistare fiducia e credibilità nei cittadini ».

Non sarà che i magistrati riscoprono un basso profilo pur di difendere le proprie inchieste?
«M'illudevo che il processo di omologazione culturale in corso da anni trovasse in Md un punto di resistenza. Forse era un'illusione, anche se mi dà speranza quella parte, seppur minoritaria di Md, che ci crede ancora come me».

Sbattere la porta non asseconderà la deriva di destra?
«Per questo non mi sono ancora dimesso e sto riflettendo. E la distanza di migliaia e migliaia di chilometri aiuta».

 

INGROIA ALLA FESTA IDV DI VASTO ingroia Giorgio NapolitanoNICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpegNICOLA MANCINO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....