di maio savona

DI MAIO IN PEGGIO – “HO CONOSCIUTO SAVONA 10 GIORNI FA”. MA UN VIDEO SBUGIARDA “GIGGINO ‘O PALLISTA” SUL PROF – I DUE PARLARONO DELL’EURO NEL 2016 E L’ECONOMISTA AFFERMO’: “DI MAIO MI HA DETTO CHE VUOLE CHE L’ITALIA ESCA DALL’EURO E IO GLI HO RISPOSTO: ‘IO LO DICO DA ANNI’ – LA REPLICA DI DI MAIO - VIDEO


(ANSA)  "Oggi circola un video in cui si dice che io e Savona ci conoscevamo da anni. Non me lo ricordo. Non l'ho mai incontrato e non abbiamo mai discusso di euro. La conoscenza tra me e Savona è avvenuta con Salvini a Roma una settimana prima di formare la squadra dei ministri". Lo afferma il capo politico del M5S Luigi Di Maio all'assemblea dei gruppi congiunti riferendosi a un video del 2016 che circola sui siti in queste ore. "Savona era un punto di caduta tra il M5S e la Lega, il Mef non era in quota Lega, noi abbiamo deciso insieme il profilo di Savona", aggiunge.

 

 

 

2. GIGGINO O PALLISTA

Francesco Maria Del Vigo per il Giornale

 

 

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

«Giggino 'o pallista». Potrebbe essere il titolo di questa storia che ha tutti i colori di una sceneggiata napoletana. Con rispetto parlando per i partenopei, s' intende. C' è un giovane signorino che, baciato dalla fortuna - come in un improbabile film di Totò -, scala la politica nazionale e vuole pure prendersi il governo. Ma il cursus honorum sfiora spesso il dishonorum.

 

Perché il succitato signorino ha qualche problema con la geografia, la grammatica e pure con le balle. Ma a salvare lo scugnizzo accorre mammà che, dall' ombra del Vesuvio, lo difende a spada tratta.

 

luigi di maio matteo salvini

Partiamo dall' inizio di questa pièce teatrale che, ahinoi, combacia con la vita politica. Di Maio ha recentemente giurato e spergiurato di aver conosciuto il «famigerato» professor Savona solo due settimane fa. Perché ora c' è bisogno di lisciare il pelo al Quirinale (dopo aver tentato di metterlo sotto accusa 48 ore prima: roba da lettino dello psichiatra) ed è meglio prendere un po' le distanze da quel vecchio ex ministro che ha fatto deragliare il governo gialloverde.

 

Ma chi di web ferisce di web perisce, così ieri in rete salta fuori un video del 2016 nel quale lo stesso professore, parlando in pubblico, dice: «Io e Di Maio abbiamo avuto una lunga conversazione. Mi ha detto che vuole che l' Italia esca dall' euro e io gli ho detto: Io lo dico da anni». In un colpo solo vengono svelate due bugie:

savona di maio

 

1) Di Maio conosceva Savona - quantomeno telefonicamente - da due anni; 2) Nonostante la recente ostensione di europeismo, il progetto di una Italexit da anni ronzava nella sua testa. Balle che arrivano a pochi giorni di distanza dall' altra bugia, detta in diretta tv alla corte di Barbara D' Urso: «Ho presentato a Mattarella il nome di altre due persone per il ministero dell' Economia: Borghi e Bagnai». Cavolo, sembra una notizia. Invece no. Manco per sbaglio. Non fanno nemmeno in tempo a scorrere due réclame che la D' Urso si trova costretta a leggere la smentita di nientepopodimenoche Mattarella. Niente, nemmeno quella storia era vera: non ha mai portato al Colle il nome dei due economisti in quota Lega.

Ma il colpo di teatro arriva ora.

 

Perché, proprio nel giorno in cui viene svelata l' ultima bugia di Giggino, sua madre, in un' intervista a Oggi, ci annuncia ufficialmente che «Luigi non sa dire bugie». Eh, siamo d' accordo anche noi, visto che viene puntualmente sgamato.

 

LUIGI DI MAIO E LA MAMMA PAOLA ESPOSITO

Ogni scarrafone è bello a mamma soja, recita l' adagio. E qui non si viene meno al copione. Fa sorridere che la mamma, facendo giustamente la mamma (e che, ultima gemma del copione, è anche una stimata insegnante e preside) dica che il figlio è cresciuto in una famiglia dove la consecutio temporum è di casa». Riportiamo i famosi tre tentativi di tweet del capo politico grillino. Primo tentativo: «Se c' è rischio che soggetti spiano massime istituzioni». Mmm, no. Secondo tentativo: «Se c' è rischio che le massime istituzioni dello Stato venissero spiate». Ultimo disperato tentativo: «Se c' è il rischio che due soggetti spiassero».

luigi di maio da barbara d urso a pomeriggio 5 1

 

Senza dubbio il congiuntivo è di casa dai Di Maio, ma probabilmente è proprio lì che Giggino se lo è dimenticato.

 

savonasavonarola by carli

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…